Buon pranzo lettori accaniti!
Come vi ho
anticipato ieri sul post di instagram, oggi vi parlo de L'Atlante del
Cielo di Edward Brooke-Hitching. Nel mio articolo vi parlerò meglio
del cielo antico, in particolare del cielo degli antichi greci, ma
prima vorrei ovviamente ringraziare Mondadori per avermi mandato la
copia cartacea di questa piccola meraviglia. Questo atlante è
davvero meraviglioso: si parte da una copertina che ritrae alcuni
particolari tra i cieli presenti nel libro, per arrivare a immagini
che ritraggono mappe celesti, strumenti utilizzati dagli antichi ( e
dai moderni ), immagini più moderne dello spazio e non solo ( ma non
vi dico di più per non farvi spoiler che potrebbero rovinarvi la
lettura! ). Dopo queste anticipazioni, vi invito a seguirmi e leggere
questo articolo!
Autore: Edward Brooke-Hitching
Genere: Atlante
Editore: Mondadori
Serie: Autoconclusivo
Pagine: 256 pp
Prezzo: 28,00 € edizione cartacea
Data di pubblicazione: 22 Settembre 2020
Per
gli antichi greci era una sfera di cristallo. Nel Medioevo un mare
sopra le nuvole. Da sempre l'uomo ha guardato al cielo e cercato di
scoprirne le meraviglie. Attraverso mappe, manoscritti, antichi
cataloghi di stelle e altre curiosità incredibili, questo atlante
racconta le tappe di una ricerca senza tempo né confini. Un vero e
proprio tour che intreccia le più importanti scoperte astronomiche,
i miti più fantasiosi e gli episodi dimenticati della Storia, da
Aristotele ad Einstein fino alle più recenti esplorazioni
interstellari. Ad affiorare è un ritratto del cielo come non
l'abbiamo mai visto: regno di stelle e pianeti, di dèi e demoni,
creature mitiche e spiriti furiosi.
Copia omaggio fornita gentilmente da Mondadori
il cielo antico: gli antichi greci
Ed eccomi qui,
lettori accaniti!
Spero che la
vostra giornata stia andando bene. Mentre spero vi stiate godendo il
pranzo, vi parlo del cielo e dell'universo. Si tratta di un argomento
vastissimo, ma possiamo essere d'accordo su una cosa: l'uomo ne è
sempre stato affascinato, fin dall'antichità. Basti pensare ai
disegni trovati nelle grotte, ai dipinti nelle piramidi e nei palazzi
egizi, per andare anche a quelli babilonesi e arrivare, infine, a
quelli greci, se si parla di cieli antichi. Il mio compito oggi è
quello di portarvi tra i cieli dell'antica Grecia dove dapprima i
titani e poi gli dei, hanno confabulato con la volta celeste facendo
sì che l'uomo non ne fosse solamente affascinato, ma anche
impaurito. L'Antica Grecia, riconosciuta come luogo storico e centro
culturale anche dopo migliaia di anni, tesse le sue radici nella
storia e nel mito e questo vale anche per la volta celeste.
Solo gli occhi aperti possono scoprire che l'universo è il libro della più alta Verità.
Così dice
Rumi, teologo afgano. Con l'avvenire dei tempi moderni non posso che
esserne d'accordo, ma nei tempi antichi, cos'era l'universo?
Com'erano stati creati il mondo e i cieli? Per quanto riguarda la
nostra galassia, come viene spiegato a pagina 50 dell'atlante del
cielo, il suo nome deriva dal mito di Eracle. Si tratta del mito che
vede la nascita della via lattea. Eracle, figlio di Alcmena e di
Zeus, il padre degli dei è quello che viene definito un semi –
dio. Per diventare Dio dovrà affrontare le sue dodici fatiche che,
tuttavia, col nome della Via Lattea non hanno nulla a che vedere. Si
parla, infatti, di un Eracle neonato in questo mito. Era, sposa di
Zeus e madre degli dei, pur non essendo la madre del piccolo decide
di allattarlo. Con la forza di un semidio e decisamente affamato, il
piccolo morde il seno della Dea che per il dolore scosta il pargolo.
Dal seno fuoriesce il latte che, infine, formerà proprio la via
lattea. Chiaramente, questa teoria è stata condivisa nell'antichità,
ma con l'avanzare del tempo e della scienza stessa nuove domande sono
nate e quella spiegazione mitologica non era più accettabile. Trovo
comunque interessante che per secoli questa sia stata una spiegazione
plausibile e condivisa persino da filosofi. Purtroppo non abbiamo
alcuna mappa celeste sopravvissuta ai tempi dell'antica Grecia,
tuttavia Omero stesso nelle sue opere parla della terra paragonandola
al disco piatto e da guerriero di Achille. Sempre secondo le fonti
omeriche, la terra non solo era piatta, ma era circondata da Oceano,
il padre di tutto, da cui nasceva anche l'acqua stessa. Nel leggere
come l'astronomia si sia insinuata anche nel pensiero filosofico sono
rimasta colpita dalla diversità di pensiero di quei tempi. Grazie ad
Aristotele abbiamo modo di sapere cosa ne pensassero alcuni filosofi:
Talete di Mileto, Anassimandro, Anassimene e persino Pitagora. Ci
sono da fare delle precisazioni.
Talete viene
identificato come il padre della filosofia naturale ionica, ma cos'è?
Innanzitutto dobbiamo fare delle precisazioni storiche e geografiche.
La scuola della filosofia naturale ionica si trova a Mileto e per
questo si chiama anche Scuola di Mileto. I filosofi che fanno parte
di questa corrente sono Talete, Anassimandro e Anassimene. Ci
troviamo, come periodo storico, intorno al 550 a.C.. Sebbene non
abbiamo date certe per nessuno dei tre filosofi, possiamo essere
sicuri che, nel 585 a.C. proprio Talete prevede un'eclissi.
Precisiamo anche che questi filosofi sono i primi a cercare un
allontanamento dai miti. Questi filosofi cercano il principio di
tutto e lo trovano nella physis dal verbo phinein ( generare ) e nel
termine archè, derivante da archein ( essere il primo, governare ).
Mentre per Talete questo principio è da ritrovare nell'acqua, per
Anassimadro il principio è nell'apeiron ( ciò che non ha confini )
e nel duplice e nel contrario ( ad esempio caldo / freddo ). Per
Anassimene, invece, il principio di tutto è l'aria.
Pitagora è
sicuramente il primo filosofo, invece, che vede nella matematica la
perfezione. Egli, inoltre, complici i marinai, è il primo che
suggerisce una forma sferica per quanto riguarda la superficie
terrestre: una teoria che viene consolidata dallo stesso Aristotele.
In realtà, il pensiero che la terra fosse sferica e non piatta è
stata fin dai tempi del filosofo accettata e anche predominante. In
realtà, dunque, il fatto che la terra fosse piatta è una teoria
falsa.
Quindi, dopo Pitagora e Aristotele sono i greci stessi a vedere il mondo rotondo. Grazie anche a Platone sappiamo che lo stesso filosofo Aristotele ha creato una suddivisione: come la terra anche i cieli dovevano essere sferici, ma non solo. C'era da separare molto di più ( anche i fenomeni come l'aurora boreale o la semplice via lattea ). Proprio con la sfida di Platone lanciata perché si decodificassero i moti degli altri pianeti, troviamo Eudosso. Egli è un giovane matematico che iniziò a lavorare a questa sfida ed è a lui che dobbiamo la creazione delle sfere celesti. Eudosso crea un cielo formato da ventisette sfere: nel quale centro è stata messa la terra. Questo schema ha funzionato fino al medioevo ed è stato riprodotto svariate volte. Grazie ai Phaenomena ( fenomeni ) di Arato di Soli, di cui purtroppo non possediamo l'opera originale, avviene l'introduzione delle costellazioni. Con l'avvento di Ipparco, astronomo, abbiamo la correzione di alcuni enunciati di Eudosso e di Arato di Soli ( che, come si può notare nell'opera Phaenomena non solo non è uno scienziato, ma si rivolge ancora agli dei ). Ipparco non scopre solo la nova ( un'esplosione nucleare dovuta all'accumulo di idrogeno ), ma dobbiamo a questo uomo il primo metodo affidabile per predire eclissi solari. La scoperta più importante, invece, è sicuramente quella della precessione degli equinozi. Possiamo, dunque, dire che l'Antica Grecia ha avuto un notevole impatto sull'astronomia, ma come vi ho già anticipato, molti sono i miti greci legati alla volta celeste, soprattutto se si parla di costellazioni. Per questo ho deciso di parlarvi di un paio di miti, quelli che più mi piacciono e alla quale sono più legata.
Il primo mito è quello dei diòscuri, presenti nella mitologia greca ( ma anche, in seguito, in quella etrusca e romana ). I dioscuri sono i figli di Zeus ( o dello stesso Tindaro o, ancora, figli uno di Tindaro e uno di Zeus a seconda delle leggende ) e Leda, moglie del re Tindaro e sono due gemelli: Castore e Polluce ( o Polideuce ). Sono principi spartani famosi anche come argonauti. I due gemelli avevano due peculiarità. Castore era un domatore di cavalli, mentre Polluce un abile pugile. Partecipano, come già detto, alle imprese degli Argonauti e, inoltre, parteciparono alla missione del salvataggio di Elena, rapita da Teseo: essi come ripicca rapirono Etra, la madre di Teseo e la fecero diventare schiava di Elena. Per quanto riguarda la morte, invece, sono narrate due versioni dove si vede la morte di Castore. Dopo la morte di Castore, si narra nella versione di Apollodoro che fu lo stesso Zeus a vendicare la morte del gemello. Nella versione di Igino e Teocrito, invece, Polluce chiese che entrambi diventassero mortali e che, dunque, potessero alternarsi di giorno e di notte, ma potessero almeno vedersi per qualche istante. Secondo, invece, Euripide, Zeus li portò nella volta celeste e concesse loro di diventare la costellazione dei gemelli, lasciando che vivessero per sempre insieme. L'ultima versione è sicuramente quella che preferisco tra i vari miti e quella che spiegherebbe la nascita della costellazione dei gemelli.
Il secondo mito di cui voglio parlarvi è quello di Andromeda divenuta anch'ella una costellazione. Andromeda è figlia di Cassiopea e di Cefeo, regnanti dell'Etiopia. La povera Andromeda, per via dell'egocentrismo della madre, si trovò presto nei guai. Cassiopea, infatti, aveva deciso di vantarsi della propria bellezza, definendosi più bella delle nereidi ( ninfe dell'acqua ) queste, ovviamente offese, chiesero a Poseidone di vendicarle. Proprio Poseidone mandò sulle coste dell'Etiopia un mostro che compì diversi danni. Disperato, Cefeo domando all'oracolo Ammone cosa potesse fare. Il destino di Andromeda sembrava segnato, ella infatti doveva essere sacrificata, essendo l'unica figlia vergine. Fu proprio Perseo, proprio dopo la decapitazione della gorgone Medusa, a salvarla ( fatto curioso: all'inizio le sembrava una statua ). I due si sposarono ed ebbero ben sei figli. La costellazione di Andromeda è vicina a quella della madre Cassiopea e a quella, ovviamente di Perseo.
Spero che questo articolo vi sia piaciuto, io ho scoperto davvero molte cose leggendo l'atlante del cielo. Cito, ovviamente, come fonti anche wikipedia, soprattutto per i due miti e le immagine utilizzate all'interno dell'articolo stesso. A me non resta che salutarvi!
A presto,
Nessun commento:
Posta un commento