martedì 14 gennaio 2020

Recensione: Le assaggiatrici - Rosella Postorino




Titolo: Le assaggiatrici
Autore: Rossella Postorino
Genere: Narrativa Storica
Editore: Feltrinelli
Pagine: 285
Prezzo: 9.99€ eBook
          17.00€ cartaceo
Data di pubblicazione: 11 Gennaio 2018


La prima volta che entra nella stanza in cui consumerà i prossimi pasti, Rosa Sauer è affamata. "Da anni avevamo fame e paura", dice. Con lei ci sono altre nove donne di Gross-Partsch, un villaggio vicino alla Tana del Lupo, il quartier generale di Hitler nascosto nella foresta. È l'autunno del '43, Rosa è appena arrivata da Berlino per sfuggire ai bombardamenti ed è ospite dei suoceri mentre Gregor, suo marito, combatte sul fronte russo. Quando le SS ordinano: "Mangiate", davanti al piatto traboccante è la fame ad avere la meglio; subito dopo, però, prevale la paura: le assaggiatrici devono restare un'ora sotto osservazione, affinché le guardie si accertino che il cibo da servire al Führer non sia avvelenato. Nell'ambiente chiuso della mensa forzata, fra le giovani donne s'intrecciano alleanze, amicizie e rivalità sotterranee. Per le altre Rosa è la straniera: le è difficile ottenere benevolenza, eppure si sorprende a cercarla. Specialmente con Elfriede, la ragazza che si mostra più ostile, la più carismatica. Poi, nella primavera del '44, in caserma arriva il tenente Ziegler e instaura un clima di terrore. Mentre su tutti - come una sorta di divinità che non compare mai - incombe il Führer, fra Ziegler e Rosa si crea un legame inaudito.

recensione

Buongiorno Lettori,
oggi vi parlo di un libro che attendevo di leggere da tempo. Lo so, lo dico sempre, ma il fatto è che la mia lista dei libri da leggere è talmente lunga da risultare imbarazzante quindi passa un po’ di tempo da quando decido di voler leggere qualcosa a quando effettivamente lo faccio.
Torniamo al punto, ho sentito parlare de “Le Assaggiatrici” da tantissime persone e i pareri in merito sono molto discordanti. Il romanzo appartiene al genere storico e racconta la storia di Rosa Bauer, una donna scappata da Berlino che viene reclutata dalle SS per assaggiare il cibo che verrà servito a Hitler, in modo da scongiurare il pericolo dell’avvelenamento. Da quel momento in poi, ogni giorno, Rosa verrà portata in caserma insieme ad altre nove donne, per mangiare le prelibatezze che in tempo di guerra solo il Führer può permettersi, e nelle ore che trascorrerà sotto osservazione, per aspettare gli effetti dell’eventuale veleno, entrerà in contatto con una realtà militare diversa da quella a cui è sempre stata abituata ed imparerà a conoscere la vita di campagna.

La chiamavano Wolfsschanze, Tana del Lupo. Lupo era il suo soprannome [di Hitler, ndr]. Sprovveduta come Cappuccetto Rosso, sono finita nella sua pancia. Una legione di cacciatori lo cercava. Pur di averlo in pungo, avrebbe fatto fuori anche me.
Non posso dire molto di più della trama, proprio perché non c’è altro da dire. Non succede granché nel romanzo e anche se il tempo passa, la nostra Rosa non è molto recettiva dell’ambiente che la circonda. In poche parole, a parte un ovvia contestualizzazione, non abbiamo molte informazioni storiche da questo libro.
Penso che di base l’errore sia stato quello di inserirlo nel genere della letteratura storica, perché non lo è. Non è accurato per quanto riguarda gli avvenimenti e non ho capito se questo dipenda dal fatto che l’autrice abbia voluto immedesimarsi in Rosa e quindi interpretare la parte di una donna confusa, in balia degli eventi e chiaramente non onnisciente, oppure se la sua sia stata una precisa scelta. Insomma, la guerra sembra quasi essere un espediente per far incontrare lei e il tenente Ziegler e per farle vivere la sua storia d’amore.

Non arrivava prima di mezzanotte, probabilmente per essere sicuro che nessuno fosse sveglio, a parte me. Sapeva che lo avrei aspettato. Che cosa mi spingeva ad avvicinarmi alla finestra, che cosa spingeva lui a venire, a indovinare a fatica la mia sagoma nelle tenebre? A che cosa non poteva rinunciare Ziegler?
Di questa presunta storia d’amore però non sappiamo molto, non si capisca bene come nasca e se nasca veramente, sembra quasi che Rosa si butti sul primo uomo che la corteggia, senza approfondire più di tanto la conoscenza. Il tenente Ziegler è un personaggio incolore e inodore, non ama Rosa, ha un’altra famiglia e alla fine della guerra la carica su un carro per farla scappare e torna dalla moglie e dai figli. Boooh… Non è uno storico e non è un romance, non rientra in nessuna categoria, ma non nel senso buono del termine, nel senso che non è né carne né pesce.
La storia in sé avrebbe un grandissimo potenziale e io stessa ho aspettato di leggerlo per un sacco di tempo, proprio perché dalla trama sembra molto interessante, però poi si perde in pagine e pagine di sensazioni confuse, salti temporali che non si capiscono e personaggi non approfonditi. Gli eventi non sono descritti e l’ultimo capitolo è costruito per far quadrare il tutto e concludere in qualche modo la vicenda.

Era la fine di novembre e io partivo per Berlino con il treno di Goebbels, Goebbels non c'era, e Albert Ziegler non sarebbe venuto.
Ho comprato questo libro al buio e sinceramente non lo rifarei. Lo leggerei forse in ebook, ma in realtà non so se, conoscendo a priori queste parole lo farei. Non sono particolarmente colpita, ma allo stesso tempo non posso dire che sia un libro brutto o che non meriti una sufficienza piena, semplicemente non è quello che mi aspettavo e che viene presentato.
Ci sentiamo alla prossima recensione,






VOTO:

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