lunedì 16 dicembre 2019

Recensione: Luna nera - Tiziana Triana




Titolo: Luna Nera
Autore: Tiziana Triana
Genere: Narrativa Storica
Editore: Sonzogno
Serie: Le città perdute #1
Pagine: 504
Prezzo: 9.99€ eBook
          16.15€ cartaceo
Data di pubblicazione: 28 Novembre 2018


Italia, Diciassettesimo secolo. Adelaide (Ade), sedici anni, corre e tiene per mano Valente, suo fratello, che è ancora un bambino. Deve scappare da Torre Rossa e dalla casa in cui è cresciuta, perché l'accusa che le pende sulla testa porta dritta al rogo: stregoneria. Già qualche giorno prima, al mercato, avrebbe rischiato di essere linciata, se non fosse accorso in suo aiuto Pietro, un giovane attraente che è appena tornato al villaggio dopo gli studi a Roma. Nella campagna laziale, tra le torri di guardia dismesse dell'esercito romano, boschi frondosi e ruscelli, riparato da un muro di rovi, si nasconde un gruppo di donne che si sussurra pratichino la magia nera. Nessuno sa chi siano né da dove vengano; reclutano e proteggono ragazze come Ade, che la società ha messo al bando. È qui - in un mondo di sole donne, ciascuna delle quali ha una storia avventurosa alle spalle - che Ade e il suo fratellino trovano rifugio e vengono iniziati alle arti del gruppo. A questa comunità femminile in odore di stregoneria danno una caccia spietata i benandanti, capitanati da Sante, il padre di Pietro: una congrega di uomini forti che hanno un solo nemico - le streghe -, e un potente sostenitore - la Chiesa cattolica. Solo che Pietro non crede nelle streghe, e soprattutto si è innamorato di Ade dal primo momento in cui l'ha vista.

Le città perdute:
1. Luna Nera
2. Libro Secondo
3. Libro Terzo


recensione

Buongiorno Lettori,
oggi vi parlo di un libro a cui ho fatto la corte per quasi un mese e che sono stata felicissima di leggere. “Le città perdute. Luna Nera” parla della storia di Ade, una ragazza che un giorno, a causa della morte naturale di un infante, passa da essere la levatrice di Terra Rossa ad essere tacciata di stregoneria. Ben presto gli abitanti del piccolo villaggio diventano aggressivi nei confronti della ragazza e di suo fratello, Valente, costringendola alla fuga notturna a seguito di due donne misteriose, Tebe e Leptis.

Tebe e Leptis sono solo due delle nove donne che vivono in una casa nascosta nel fitto del bosco, tutte accusate della stessa colpa: Stregoneria. Si fanno chiamare Le Città Perdute ed ognuna di loro ha cambiato il proprio nome per assumerne uno contenuto nell’omonimo libro che Tebe custodisce gelosamente in biblioteca, dentro una teca inaccessibile. Tra quelle pagine è scritto il segreto origine di tutta la vita della casa, ma nessuno tranne la sua proprietaria e Janara, la vecchia custode della dimora, sembra conoscerlo.
Dal giorno del loro arrivo Ade e Valente, iniziano un addestramento particolare, che insegnerà loro i segreti della natura, del cielo e delle stelle, tutte pratiche naturali, ma viste di cattivo occhio dalla Chiesa ed in particola modo da Benandanti, un gruppo di villani comandati da Sante.



Sante è la figura di riferimento del villaggio, è un modello di rettitudine ed è noto a tutti che cerchi di scacciare con foga le forze di Satana, impersonate nelle streghe. Fino ad ora il suo contributo si è rivelato quasi nullo, si è limitato ad addestrare i ragazzi del villaggio, rafforzando i loro muscoli e plagiando le loro menti, fino a far di loro guerrieri pronti a scatenarsi contro le forze oscure. Forze oscure che, nella maggior parte dei casi, non esistono, ma vengono create dalla menti ignoranti e superstiziose degli stessi abitanti del villaggio e da Sante. Ecco perché parte una fanatica caccia alle streghe in cui, chiunque risulti strano, in preda al delirio per la fame e la povertà, viene accusato di stregoneria e condannato al rogo.
Quando Pietro, il figlio di Sante, torna da Roma, città in cui studia per diventare medico, trova suo padre e il villaggio cambiati, soprattutto non capisce come possano pensare che Ade, una ragazza così buona e semplice, possa essere accusata di essere una strega. I due intessono una storia d’amore pericolosa e proibita, in cui sembrano credere solo loro, tra incontri nel bosco e messaggi segreti. Nessuno deve sapere di loro, né Sante, né Tebe, la posta in gioco è troppo alta.
«Non ci sarà più cibo qui per te, né lavoro, né parole. Non ci saranno più messe cantate, feste in piazza e nemmeno giochi per tuo fratello. Non ci sarà latte appena munto né campi da coltivare. Non ci sarà la voce di un amico o una parola di conforto. Non ci sarà vita per te. Perché da oggi tu sei morta, come la mia sorellina.»
Questo libro, per me, è stata un po’ una delusione. Non tanto per la scrittura in sé, l’autrice è molto brava nel ricreare l’atmosfera di terrore, superstizione e ignoranza che pervadeva il diciassettesimo secolo o per la trama che è molto originale, ma per come è stato impostato l’intero racconto.

Immagine correlataFaccio un passo indietro, quando questo libro è stato annunciato è stato detto che sarebbe uscito a fine Novembre seguito nel 2020 dalla serie Tv Netflix ispirata alla vicenda. Le riprese della serie tv sono già iniziate e, sinceramente, non vedo l’ora che esca, ma il fatto che questo libro ne fosse la base e che fosse ancora in stato di correzione/editing non ha giovato molto alla struttura che gli è stata data. Infatti, i capitoli e gli eventi sono narrati in modo da rendere abbastanza chiara la struttura che avrà la serie Tv e il tutto risulta molto cinematografico e poco narrato. Ci sono in particolare due capitoli flashback che riguardano Tebe e Leptis che partono improvvisamente, separati dal resto della vicenda da quello che a tutti gli effetti sembra proprio uno stacco di scena. Così come il narratore, onnisciente, che in altri momenti racconta le vicende di personaggi esterni alla trama principale, che alla fine non hanno particolare rilevanza, nel compiere gesti o dire cose che influenzeranno il corso della storia, pur non entrando in contatto con i protagonisti. Anche in questo caso si intuisce la struttura che avrà la serie tv, come se il libro stesso fosse già suddiviso in scene e fosse stato editato seguendo una linea guida cinematografica.
In quei primi anni da penitenziere aveva imparato che la stregoneria spesso non era altro che superstizione mista a credenze e tradizioni popolari. Gli accusati erano per lo piu ebrei, conversi, pagani e donne, soprattutto sole e indifese.
Questo modo di disporre la trama è la cosa che mi ha fatto digerire un po’ male il libro. Avrei voluto una continuità narrativa diversa, che mi permettesse di affezionarmi di più ad un protagonista piuttosto che ad un altro e soprattutto che mi riservasse delle sorprese, che mettesse me, come i protagonisti, al centro di un dilemma, che mi facesse provare le stesse cose che provavano loro.
Non è un libro brutto, assolutamente, ma si vede che è un libro che è stato creato come un prodotto da affiancare a qualcos'altro, in particolare ad una serie tv.
Questo è il motivo per cui non posso consigliarlo fino in fondo.

Se avete intenzione di vedere la serie tv, secondo me, vale la pena di essere letto. Vi darà un quadro completo dell’atmosfera che si respirava in un piccolo paesino distante da Roma nel diciassettesimo secolo oltre che introdurvi la trama e i personaggi svelandone i pensieri più profondi. Se non avete intenzione di guardare la serie però, preparatevi ad un romanzo che vi lascerà un po’ sospesi, non insoddisfatti, ma neanche pieni.
Ci vediamo presto per una nuova recensione,





VOTO:

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