lunedì 24 febbraio 2020

Recensione in anteprima: Molto amore per nulla - Anna Premoli



Titolo:Molto amore per nulla
Autore: Anna Premoli
Genere: Chick-lit
Editore: Newton Compton 
Serie: No serie
Pagine: 320
Prezzo: 5.99 (e-book), 12.90 (cartaceo)
Data di pubblicazione: 24 Febbraio 2020


Viola Brunello ne ha abbastanza degli uomini. Soprattutto di quelli che pensano di poter sfruttare la sua brillante intelligenza per i propri scopi. Avvocato d’affari e con uno studio avviato da poco, Viola non vuole perdere tempo a inseguire sogni romantici che in fondo al cuore ritiene del tutto irrealizzabili. Preferisce concentrarsi sulle sfide lavorative e sulla sua famosa “lista”, quella che ha compilato in una serata dall’elevato tasso alcolico. Sebbene l’idea sia nata per caso, ben presto Viola si lascia entusiasmare dall’idea di eliminare tutti i punti della sua “bucket list”: è così che decide di buttarsi in avventure che non pensava potessero proprio fare per lei… Una cosa è certa: le sfide filerebbero più lisce se Lorenzo Vailati, uno dei partner di una società che le ha da poco affidato un incarico, non avesse scoperto a sua volta il contenuto della lista e non ne fosse rimasto intrigato. Perché Viola ne ha abbastanza degli uomini. Di tutti, ma soprattutto di quelli come Lorenzo.

Copia omaggio fornita gentilmente da Newton Compton Editore

recensione

Ciao ragazze! Oggi siamo qui per parlarvi del nuovissimo libro di Anna Premoli in uscita per Newton Compton Editori. 
"Molto amore per nulla" narra della storia di Viola e Lorenzo e chi ha già letto "Questo amore sarà un disastro" sa già di chi sto parlando. 
Viola è un avvocato tostissimo che si trincera dietro ai capelli corti e agli abiti dal taglio prettamente maschile. Ogni sua parola è intrisa di sarcasmo e cerca di stare alla larga da tutti quei ragazzi che trasudano sex-appeal perché si ritiene brutta e non all'altezza. 
Lorenzo è l'esatto opposto di Viola. Abiti fatti su misura, capelli sempre in ordine e il primo impatto che da è quello di "coglione vanesio senza cervello". 
"Anni di relazione e di devozione verso un uomo che ti illudevi ti avesse compreso, che pensavi fosse in grado di leggere oltre le apparenze meglio di chiunque altro, con cui hai lavorato instancabile fianco a fianco nelle cause più delicate della finanza del Paese, e tutto si riduce sempre e solo a una mera questione di avvenenza. Si, è bella e quindi ne vale la pena. No, è brutta e quindi niente da fare."
L'avvocato Brunello è una di quelle donne che dopo una grande ferita si è chiusa a riccio e si è buttata a capofitto nel lavoro. Aver avviato un proprio studio non ha fatto altro che peggiorare la situazione. Lavoro, lavoro e solo lavoro. Così tanto lavoro che tempo per vivere non ne ha neanche se lo cercasse sul cuculo della montagna. 
Lorenzo, invece, riesce a destreggiarsi molto bene tra vita privata e lavoro. Il suo più grande ostacolo è Viola, la donna su cui non ha effetto, che non abbocca alle sue stronzate come tutte le altre donne e che lo tratta alla stregua degli esseri umani. 
Il nostro caro avvocato sembra portare rancore e alla fine della fiera non è che le abbia portato molta felicità negli anni. 
Cosa potrei inserire in un'eventuale bucket list? Sempre che fossi il tipo da questo genere di cose. Be', per iniziare, le cose facile, ovvero il titolo: "La lista di Viola". Non si sa ancora di cosa, lo scoprirò andando avanti.
Tutto il romanzo si basa su questa fantomatica "lista di Viola". Per carità, niente da dire sulla lista in sé stessa ma il problema di fondo sta nel come è stata affrontata o meglio, come è stata protagonista più la lista che i personaggi stessi. Sempre di mezzo, quasi fosse un fastidioso mercoledì di pioggia. 
Sto per dire qualcosa che forse a molti non piacerà, ma questo romanzo non è stato uno dei migliori di Anna Premoli; parlo per gusto personale, quindi assolutamente soggettivo. L'idea era ottima ma credo fermamente che il libro fosse troppo corto per svilupparla bene. 
Una persona che mi è piaciuta fino alla fine è l'intramontabile Signora Fumagalli. Una vecchietta che miscela alcol come fosse flair bartender e una professoressa di storia dei cocktail. Mi ci vedo molto bene tra una cinquantina d'anni a fare proprio la stessa cosa con le mie amiche vicino.



Buongiorno Lettori,
questo autunno mi stavo un po' preoccupando quando ho visto che la Premoli non sarebbe uscita con un nuovo romanzo a breve, per fortuna però abbiamo rimediato a Febbraio!
Ho sempre apprezzato molto i suoi romanzi, sia per le storie frizzanti e romantiche che racconta sia per il tono ironico che riesce ad utilizzare senza levare poesia alla narrazione.
Anche in questo caso, come ha detto Virginia, l'idea alla base del romanzo è molto carina. Mi è subito piaciuta la lotta di Viola contro le catene che si è autoimposta nella vita, l'ho trovata molto stimolante e mi ha fatto pensare a tutte le cose che vorremmo fare, ma che non abbiamo il coraggio di afforontare per paura di uscire dallanostra confort zone.
Belli i personaggi e bella la storia e l'imput che dà al lettore.
Incredibile come un uomo, per quanto pieno di difetti e sbagliato, riesca comunque a uccidere pian pian le tue ambibizioni e la scurezza in te stessa. Non avrei mai pensato potesse succedere a una con la testa sulle spalle come me, e invece l'autobus mi ha centrata in pieno.
Quello che mi è piaciuto di meno è stato il finale. Mi è sembrato poco generoso nei confronti di Viola e Lorenzo e un po' frettoloso. Il personaggio di Viola, soprattutto, è stato delineato in maniera profonda e mi aspettavo che andando avanti a leggere, sarebbe spuntata fuori una sorta di evoluzione nel suo modo di vedersi e di pensare alla bellezza in generale, cosa che è accaduta, ma "fuori dalle scene." Infatti, quello che a mio avviso è il grande momento topico del romanzo, non viene narrato, ma viene glissato con un salto in avanti di un mese, rendendo poi affettata e poco sentita l'evoluzione finale della storia. Il buco temporare ed emotivo creato dal salto fa sì che il lettore non riconosca più i personaggi che aveva lasciato alla fine del capitolo precendente ed interrompe la linea emotiva che lo collega ai protagonisti.
Io, sinceramente, devo ancora abituarmi del tutto a me stessa. L'idea che qualcun altro possa imbarcarsi nella medesima impresa epica è piuttosto irreale. Perciò ci bevo su. E per una volta il whisky scozzese fa persino miracoli.
In conclusione, non sono sicura di aver ritrovato la scrittrice che amavo tanto e che in questa serie ho un po' perso. Sicuramente questo secondo capitolo mi ha coinvolta molto più del primo. 
I dialoghi non sono pesanti e forzatamente ironici come lo erano nel primo, i protagonisti risultano molto meno costruiti e più naturali, così come la storia tra i due è più convincente. Diciamo che può essere visto come un passo avanti nel recupero della scrittura dei romanzi di qualche anno fa (che sono magnifici), ma non è decisamente tra i migliori. Chissà, magari nel terzo capitolo ci sarà una svolta...
Ci vediamo alla prossima recensione,
VOTO:

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