lunedì 6 luglio 2020

Review Party: La ragazza nel giardino degli ulivi - Dinah Jeffries



Buongiorno lettori accaniti!
Rieccoci per l'ora di pranzo con un nuovo articolo. Questa volta si tratta di un #reviewparty targato Newton Compton Editori. Il romanzo da me letto è uno storico, ambientato proprio durante la seconda Guerra Mondiale in Toscana, regione che io amo profondamente. Qui, personaggi molto forti, tra cui la contessa Sofia, avranno a che fare con la guerra e ciò che da essa ne deriva. La ragazza nel giardino degli ulivi è un romanzo di un tempo oscuro che, tuttavia, racconta speranza e amore, ma anche fiducia e amicizia. Dalla penna di Dinah Jeffries, ecco un nuovo toccante romanzo... Parola di lettrice accanita! 




Titolo: La ragazza nel giardino degli ulivi
Autore: Dinah Jeffries
Genere: Romanzo storico
Editore: Newton Compton Editori
Pagine: 404 pp 
Prezzo: 9,90 € edizione cartacea - 5,99 € edizione digitale
Data di pubblicazione: 29 Giugno 2020

Toscana, 1944. Nella splendida tenuta della contessa Sofia de’ Corsi la pace tra gli ulivi è bruscamente interrotta dall’arrivo dei soldati nazisti. L’antico palazzo medievale nel cuore della lussureggiante campagna toscana non è più un rifugio sicuro; come non lo sono le case del borgo, i cui abitanti diventano oggetto delle vessazioni dei tedeschi. Sofia tenta disperatamente di offrire protezione a quante più persone possibile, senza però rivelarlo a suo marito Lorenzo, preoccupato per le ritorsioni che l’altruismo della moglie potrebbe scatenare. Quando Maxine, una giovane reporter italoamericana, arriva in Italia con l’intenzione di raccontare le imprese degli Alleati, i destini delle due donne si intrecciano: Sofia e Maxine si ritrovano intrappolate in un gioco pericoloso che le costringerà a ricorrere a qualunque espediente pur di salvare quelli che amano…


Copia omaggio fornita gentilmente da Newton Compton Editori

recensione

Eccomi di nuovo qui lettori accaniti! 
Questo è il secondo appuntamento della giornata, ma non sarà certamente l'ultimo. Come avrete potuto notare dalle premesse, oggi vi parlo di un romanzo storico ambientato nell'entroterra toscano. Il libro segue le vicende della contessa Sofia de' Corsi e di Maxine, una giornalista italoamericana. Le loro vicende, infatti, si intrecceranno irrimediabilmente. Prima di iniziare la recensione de La ragazza nel giardino degli ulivi, vorrei ringraziare la casa editrice Newton Compton Editori per avermi proposto questo titolo. L'ho davvero molto apprezzato! Inoltre, vorrei fare i complimenti alla scrittrice, Dinah Jeffries, per aver scritto un libro tanto bello. 
Cade qualcosa, si gonfia, svolazza, fluttua sospinto dal vento. La donna vestita di blu sta correndo, non ha mai corso tanto  veloce in vita sua, inciampa e si fa lo sgambetto da sola. Vede il foulard di seta adagiarsi a terra e, con il cuore in gola, fa uno scatto verso la porta della torre. 
Mi piacerebbe, innanzitutto, parlare di Sofia e Maxine, le due protagoniste indiscusse di questo romanzo. Sono due donne molto diverse tra loro, ma anche estremamente forti, soprattutto se si pensa all'epoca in cui la storia è ambientata. Durante la Seconda Guerra Mondiale, aiutare qualcuno, voleva dire, se scoperti, rischiare la propria vita. La contessa Sofia, d'altro canto, pur sapendo che il borgo in cui ella vive non è più al sicuro, considerata l'avanzata dei tedeschi, non smette di aiutare coloro che ne hanno bisogno, tanto da rischiare la propria vita più di una volta. Maxine è una forza della natura. Ella è tanto forte quanto, a mio avviso terribilmente testarda e impulsiva. Maschera bene le proprie emozioni, ma soprattutto, è di grande aiuto in questa battaglia. Pur essendo già nel 1944 (a pochi mesi dalla fine della guerra) la situazione in Italia non è delle migliori, anzi. Tra camice nere e tedeschi, il popolo è ancor più controllato e questi aspettano solo un passo falso di qualcuno per poter intervenire. Un clima di terrore regna sovrano. La paura di perdere qualcuno di caro. La paura di venire presi perché si sta proteggendo il proprio paese. La paura della morte che si insinua sotto la pelle e che non fa dormire. La paura di non avere più alcuna speranza alla quale aggrapparsi. Eppure, nonostante questo, le nostre protagoniste, pur vacillando come persone umane, continuano imperterrite nel loro lavoro, nel loro aiutare chi ne ha bisogno, testimoni silenziose e letali degli orrori che stanno avvenendo. Ho sempre pensato che sottovalutare una donna fosse sbagliato e, in questo romanzo, è chiaro e lampante quanto il mio pensiero sia giusto. Sì, perché proprio grazie a queste due donne coraggiose, la speranza è rinata, anche se non senza difficoltà. 
Sofia non poté fare a meno di notare la luce che le brillava negli occhi, come il fatto che stava trovando elettrizzante l'intera situazione. Dio mio, stava giocando con il fuoco. Lanciò un'occhiata a Kaufmann e incrociò uno dei suoi sguardi freddi e ripugnanti, e pure lo stesso sorrisetto deforme di prima. 
Molte sono le cose da dire rispetto i personaggi che ruotano intorno a queste due donne. I tedeschi ci vengono presentati come senza cuore, almeno Kaufmann che, onestamente, ho proprio detestato. Non posso nemmeno definirlo un uomo. Eppure, Schmidt, sembra più buono, più malleabile, rispetto l'altro. Mi rendo conto che, solitamente, si tende a fare di tutta l'erba un fascio. I pregiudizi, in fondo, sono sempre esistiti, ma è chiaro che anche in mezzo a tanto disgusto, qualche uomo giusto ci fosse. Non sappiamo molto di Schmidt e Kaufmann se non ciò che Sofia ci rivela, ma possiamo dire con certezza che si tratta di due persone davvero molto differenti caratterialmente. Vi sono poi Carla, Anna, Aldo e Gabriella. Carla lavora per Sofia e Anna, Aldo e Gabriella sono i suoi figli. Non potrebbero essere l'uno più diverso dall'altro, ma posso garantire che hanno dei percorsi straordinari all'interno del romanzo. Soprattutto Gabriella, ma per saperne di più dovreste leggere il romanzo. Vi sono anche i genitori di Sofia, persone colte, intelligenti, che hanno fatto di tutto per il loro paese. Elsa è una madre premurosa, ho apprezzato i suoi momenti, sia con Sofia sia con Maxine. Vorrei spendere, inoltre, un paio di parole per Lorenzo, Marco e James. Tre uomini molto diversi tra loro, ma estremamente buoni e pronti a tutto per la liberazione. Mi è piaciuto il legame tra Sofia e James, ma anche tra Sofia e Lorenzo, ovviamente. Si tratta di rapporti estremamente diversi che, tuttavia, mi hanno fatta riflettere moltissimo. Inoltre ho molto apprezzato Maxine e Marco.
Non appena il terrore cedette il passo al buonsenso e all'istinto di sopravvivenza, Sofia non le disse che non riusciva proprio a immaginare come avrebbe fatto da quel momento in poi a chiudere occhio.
Tanti sono i sentimenti descritti in questo romanzo. Tante sono le storie che entrano dentro al lettore. Mi è piaciuto il modo in cui il tema è stato trattato, Dinah Jeffries è riuscita ad essere molto sensibile, ma soprattutto è riuscita a smuovere qualcosa in me, nonostante i tempi siano lontani (ma non abbastanza oserei dire). Ho apprezzato questa lettura perché fa riflettere molto su ciò che abbiamo e su ciò che non abbiamo. Su ciò che potremmo perdere da un momento all'altro. Ci possiamo rendere conto di quante cose siano superflue se mancano l'amore, la famiglia e la fiducia. Ho trovato il tutto ben strutturato, ben scritto e ben tradotto ed editato. Sicuramente si tratta di una lettura di cui non mi scorderò tanto facilmente poiché è riuscita a smuovermi nel profondo ed è per questo che vorrei consigliarvela. Forse non è esattamente una lettura leggera, ma è sicuramente qualcosa che non dovrebbe mancare tra i vostri romanzi. Noi ci vediamo più tardi, ma fatemi sapere cosa ne pensate del romanzo.
A presto, 

VOTO:

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