sabato 22 dicembre 2018

Review Tour: Il filo che ci unisce — Robyn Benway



Buongiorno lettori accaniti! Oggi vi parlo di un romanzo che mi è piaciuto da impazzire! Sono proprio contenta di aver fatto parte di questo review party. Il filo che ci unisce è un romanzo che fa emozionare e che coinvolge fino all'ultima pagina.

Titolo: Il filo che ci unisce
Autore: Robyn Benway
Genere: Young Adult
Editore: DeAgostini
Serie: Autoconclusivo
Pagine: 354
Prezzo: 15,90 € (cartaceo) — 6,99 € (ebook)
Data di pubblicazione: 30 Ottobre 2018


Non avere fratelli o sorelle non è poi tanto male. È così che l'ha sempre pensata Grace, figlia adottiva di una famiglia benestante. Ma quando al secondo anno di liceo capisce di essere incinta, Grace deve mettere in discussione tutte le sue certezze. Dare in adozione la bambina che sta crescendo dentro di lei è la scelta più difficile che abbia mai fatto, e all'improvviso sente il bisogno di saperne di più. Sulla sua storia, sulla sua vera madre. Scopre così di non essere affatto figlia unica. Come un uragano nella sua vita arrivano una sorella e un fratello. Maya, che ha i capelli scuri in una casa dove tutti li hanno rossi, che ha vissuto come un'aliena in un pianeta straniero, alla ricerca di sé e di un luogo dove non sentirsi fuori posto. E Joaquin, che ha passato tutta la vita in affido e ha imparato a difendersi dall'affetto degli altri, con la consapevolezza che le promesse sono in realtà foglie trascinate dal vento. "Il filo che ci unisce" è un romanzo che parla del significato della famiglia - quella in cui nasci e quella che trovi - e dell'amore vero, che va al di là del tempo, della distanza e dei legami di sangue.


Copia omaggio fornita gentilmente da DeAgostini

recensione

Buongiorno cari lettori accaniti! Noi di cronache di lettrici accanite non andiamo mai in vacanza! Insomma, siamo sempre pronte a lavorare! Oggi vorrei parlarvi di uno young adult che mi ha emozionata tantissimo! Si tratta de Il filo che ci unisce, un libro che segna una profonda crescita per i protagonisti, scritto da Robyn Benway. Devo essere sincera: non ho mai letto altro di Robyn, ma devo ammettere che con queste premesse non posso far altro che sperare che gli altri suoi romanzi vengano portati in Italia.


Pesca era l'unica persona con cui Grace parlasse davvero. Tutti gli altri amici si erano allontanati. Grace glielo leggeva negli occhi: l'imbarazzo di fronte alla pancia sempre più grossa, il sollievo che fosse toccato a lei e non a loro.
Il romanzo si apre con Grace un'adolescente rimasta incinta che ha deciso di dare in adozione la sua bambina. Dopo il parto la sua vita sembra cadere a pezzi e così decide di rintracciare la sua famiglia biologica ed è qui che scopre di non essere figlia unica, ma di avere due fratelli, uno maggiore e uno minore. Maya e Joaquin. Diversi tra di loro a livello caratteriale, i tre si somigliano molto e mentre tentano di conoscersi, le loro vite si intrecciano sempre di più, facendo sì che il legame di sangue non resti solo quello. Questa trama mi ha colpita fin da subito per la sua delicatezza. E il romanzo si è adattato perfettamente alle mie aspettative. Ho amato davvero ogni singola pagina. Poter leggere i diversi punti di vista, poter leggere le debolezze e le forze di questi tre ragazzi è stato magico. Non vi nascondo che ho pianto molto e in diverse parti del libro. Vi sono temi importanti e davvero toccanti.

Ho avuto la fortuna di avere due genitori che mi amano e un fratello con cui ho condiviso tanto perciò non ho mai fatto caso al sistema delle adozioni e degli affidamenti e anche se conosco bambini affidati e adottati, non ci ho mai dato molto peso, non mi sono mai posta delle domande. Ho sempre dato per scontato diverse cose (i tempi lunghissimi per essere adottati o solamente affidati, le cose che possono non andare bene). Perciò questo romanzo è stata come una secchiata di acqua gelata. È difficile scrivere questa recensione poiché mi rendo conto della delicatezza che necessita. Perciò, per una volta, penso non seguirò una scaletta normale, come faccio sempre. Niente copertina, editing o traduzione. Penso sia più importante focalizzarci su ciò che il romanzo mi ha trasmesso e su quello che ha comunicato. 
Aveva imparato molte cose nei suoi diciassette anni. Una delle conseguenze dei continui trasferimenti di famiglia in famiglia era che aveva imparato a adattarsi, a cambiare colore come un camaleonte per confondersi con l'ambiente circostante. Sperava sempre che se faceva le cose giuste, se diceva le cose giuste, nessuno avrebbe capito che era in affido. Tutti - vicini, compagni di scuola, il commesso del supermercato - avrebbero pensato che fosse uno dei figli biologici, permanenti come il sangue, impossibile da scambiare, scartare, scacciare. 
È difficile. Credo siano persone piene di amore quelle persone che decidono di adottare e di prendere in affido un bambino. Tuttavia con questo libro mi sono trovata a farmi numerose domande. I bambini più grandi vengono scartati. È difficile per i maschi, è difficile se non sei bianco, se non sei una bambina. Ci sono così tante difficoltà da superare che mi domando come, alcuni, riescano a farcela. Bisogna avere coraggio e io penso che questi bambini ne abbiano tanto, tantissimo. Grace, Maya e Joaquin sono ragazzi, adolescenti, che hanno passato una vita diversa rispetto alla mia e a quella di numerose altre persone. Joaquin è sempre stato in affidamento. Maya ha una sorella che è figlia biologica dei genitori e Grace è sempre stata sola e ha dovuto dare in adozione la bambina che, per nove mesi, ha portato in grembo. Situazioni difficili che non in molti potrebbero sopportare. Eppure questi ragazzi sono forti e possono contare l'uno sull'altro. 

Questo romanzo ha messo in circolo numerosi pensieri dentro la mia testa. È come se fossero sempre state lì le domande, ma non avessi mai potuto porle e ogni personaggio avesse risposto a qualcosa. Posso comprendere quanto questo non abbia un vero e proprio senso, ma è così che mi sono sentita io per tutta la durata del romanzo che, per altro, si legge davvero in fretta perché la storia ti cattura fin dal primo momento. 
Maya era molto brava a tenere segreti. Probabilmente perché aveva fatto molta pratica. Non aveva mia parlato a nessuno della busta nella cassaforte, almeno non finché l'aveva mostrata a Joaquin e Grace, e non aveva detto a nessuno di voler fare tre ore di macchina per scoprire se la madre biologica viveva ancora all'indirizzo scritto sulla busta. Quel segreto la faceva sentire come se qualcosa le premesse sotto la pelle , impaziente di uscire. 
Credo che questo romanzo sia non solo scritto bene, ma adatto a chiunque. Perché? Perché a mio avviso affronta temi sì delicati, ma anche in grado di aprire la mente. Di pensare, di porsi domande e cercare risposte. Credo sia uno dei pochi libri del 2018, soprattutto nell'ambito young adult, che mi abbia davvero colpita nel profondo, smuovendo qualcosa, facendomi sentire qualcosa. Ringrazio ovviamente per la possibilità offertami per aver questo romanzo e sono più che contenta di consigliarvelo. Non è una lettura pesante, è scritto bene e l'autrice è stata in grado di descrivere con attenzione gli svariati dettagli e le svariate situazioni che si trovano all'interno delle pagine di questo romanzo. Non mi resta che salutarvi.

A presto, 





Grace vede per primi i capelli, riccioli scuri raccolti sulla nuca, il sole che filtra tra gli alberi e le danza sulle spalle. Indossa un minuscolo abitino a quadretti azzurri e delle calzamaglia, con un maglioncino  bianco. Da quell'angolazione Grace riconosce gli occhi di Maya, il naso e il mento di Joaquin, i capelli di Melissa.

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