giovedì 14 maggio 2020

Recensione Winter Sonata - Angela Contini



Titolo: Winter Sonata
Autore: Angela Contini
Genere: Regency
Editore: Self-Publishing
Serie: #dadefinire
Pagine: 279
Prezzo: € 2.99 (ebook) € 14.46 (cartaceo)
Data di pubblicazione: 30 Aprile 2020


Inghilterra 1848
Costretto dall'amata zia Maud, Aidan James Rowling, duca di Langley, si imbarca per le Americhe alla ricerca di Annabelle Smith, una giovane sfortunata di cui la zia, mentre era in vita, si occupava. Di certo non si aspetta di trovare una ragazza abbigliata in modo discinto, che cerca di scappare dalla finestra del primo piano di un bordello di New York. Per tenere fede alla promessa fatta alla zia e per ottenere le fabbriche di sua proprietà che ella gli ha garantito in cambio, Aidan, suo malgrado, porta Annabelle con sé in Inghilterra, nell'Hertfordshire, come ospite poco desiderata del suo maniero, convinto che presto si libererà di lei. Ma non ha fatto i conti con l'indomita Annabelle, la quale fa di tutto per convincerlo che, nel bordello, non era affatto una prostituta, ma una semplice pianista. I due, quindi, ingaggiano una lotta a colpi di retorica che li porterà a scoprire molto l'uno dell'altra. Ci sarà un perdente e ci sarà un vincitore. Ma quando la posta in gioco è il cuore, forse, a perdere, saranno entrambi.
Sulle note di una melodia improvvisata, che accompagna l'inverno inglese, Aidan e Annabelle non saranno più così convinti di poter fare a meno l'uno dell'altra, ma troppo li divide: origini, ricchezza e qualcuno che trama alle loro spalle.


recensione

Sono davanti al computer in una serata qualunque immersa nel silenzio di casa mia, sono tutti a letto ed io fatico come molti, in questo periodo, a prendere sonno ed allora cosa faccio?
Mi immergo nella lettura per ripescare quella beatitudine che solo un buon libro sa dare e stanotte ho scelto un signor romanzo! 
Apro Winter Sonata di Angela Contini e la mia mente viaggia e arriva in un'epoca lontana, un'epoca che adoro, fatta di merletti, balli e debutti in società ed all'improvviso sono a Londra, quella Londra di fine Ottocento dove essere un aristocratico è la cosa più semplice del mondo perché si aprono davanti a te mille inizi e mille possibilità.
“Senza che potesse impedirlo, il suo cuore sussultò. Fu diverso dalle altre volte. Fu come un tuono improvviso. Sentì quasi dolore. Un dolore che dal petto si estese alla gola impedendole di respirare.”
Ogni volta che mi approccio a questa tipologia di romanzo, non sono mai un'aristocratica con la puzza sotto al naso priva di curiosità verso la vita in attesa solo di trovare un buon partito e sfornare marmocchi. Io sono come Annabelle, la protagonista di Winter Sonata
Se c'è una caratterizzazione perfetta in cotanta perfezione allora si parla della nostra protagonista: una giovane donna, caparbia, coraggiosa, forte, un'eroina moderna che con la sua freschezza è pronta a tutto pur di farsi valere in mondo che la vede solo come una "sgualdrina" e anche se le apparenze ingannano, Annabelle proverà sulla sua pelle tutto: tristezza, rabbia, odio e amore!
I loro occhi si incontrarono per un istante che a lui parve infinito. Quand'è che la signorina Smith aveva cominciato a incantarlo in quel modo, come un bambino davanti al suo dolce preferito?
Parto col dirvi che Winter Sonata è una melodia meravigliosa che ha toccato le corde della mia anima sensibile a questa tipologia di romanzi, amo da sempre lo storico moderno nella sua variante Regency e conosco bene tutte le tematiche, le ambientazioni e le caratterizzazioni che un buon libro di questo genere deve avere e questo, mie amate lettrici, le possiede tutte! 
“Non poteva ignorare il battito del cuore. Non poteva ignorarlo più. Persino la paura era stata messa a tacere, persino la verità che lui le aveva rivelato sulla sorella e su quello che le aveva fatto sembrava non avere più importanza. Gli prese la mano, la strinse, ma non ricevette nessun tipo di risposta. Il volto di lui rimase immobile, sembrava che non respirasse nemmeno. Annabelle fu presa da una paura sconosciuta. Una che non aveva mai sperimentato prima nella vita. Ebbe paura di perdere Aidan e le mani tremarono, il fiato le mancò, il cuore sussultò senza sosta.”
L'ambientazione è perfetta: quello che salta all'occhio è il contrasto tra il nuovo mondo rappresentato da una caotica New York e il vecchio mondo che si svela attraverso i manieri e le contee di una Londra vittoriana che ha un fascino senza tempo, irresistibile per le romantiche come la sottoscritta!
«Perché adesso? Adesso che ho perso i nostri ricordi? E perché, maledetti, non tornano?»
Il punto forte di Angela, la Signora del Vermont, è la impeccabile ambientazione dei suoi scritti. I paesaggi incantati fanno da sfondo alla storia d'amore tra Aidan ed Annabelle, tra mille battibecchi ed incomprensioni viene fuori il contrasto tra questi due mondi così diversi eppure così simili. Ho adorato il loro corteggiamento nascosto, vi è un continuo duellare attraverso la potenza delle parole e degli sguardi, ogni emozione diventa una "melodia/sonata" un preludio a qualcosa di magico, a qualcosa di potente come l'amore vero.
L'amore non è forse quella cosa che rende tutto comprensibile? non è forse quel sentimento che rende il brutto, bello? L'incapace, capace? L'indesiderato, desiderato?Quel sentimento che ti avvolge piano piano o che ti colpisce all'improvviso,non importa dove tu sia, importa solo con chi sei. 
Il gelido inverno londinese si staglia sulla carta bianca e con lo scorrere delle pagine si scioglie il cuore inaridito di Aidan, il quale permette ad Annabelle di insinuarsi sotto pelle e di rovesciare tutte le convenzioni sociali del tempo perché si sa che al cuore non si comanda e quando la passione arriva bisogna viverla ed è allora che il libro diventa ancora più bello, quando finita la "lotta" c'è l'accettazione, c'è lo scoprirsi amanti e complici. C'è la volontà di costruire il futuro insieme nonostante i divieti e le costrizioni sociali.
Cosa dovrei fare, Annabelle, se ogni respiro che esce dalla mia bocca è intriso dal desiderio di voi?
Aidan James Rowling, duca di Langley è un perfetto padrone di casa: un lord del maniero altezzoso con la puzza sotto il naso abituato ad avere tutto eccetto l'amore incondizionato. Resta spiazzato davanti alla bellezza di Annabelle ma a farlo capitolare definitivamente è il suo carattere, la dignità con cui affronta la sua condizione sociale e la spavalderia con cui gli tiene testa!
«Non dire cose come: sei mia. Io non sono di quelle donne che amano sentirselo dire. Che qualcuno sia di qualcun altro implica un possesso che si addice di più a un oggetto che a una persona. Sarebbe meglio dire: tu appartieni a te stesso. Io ti scelgo ogni giorno e ogni giorno scelgo di stare al tuo fianco. Ti sono grata che tu voglia condividere con me il tuo cammino».
Non starò qui a decantarvi la bravura di Angela Contini perché risulterei ripetitiva, posso solo dire che pur uscendo dalla sua comfort zone ci ha donato un libro meraviglioso, con il suo stile impeccabile ricco di ironia ha parlato d'amore, di onore e di rispetto in una maniera non convenzionale pur mantenendo i cliché del genere! Cheapeau!
Non permettere che le responsabilità limitino la tua libertà. Ama sempre con passione, non lasciare che le convenzioni decidano per te.
Spero di leggere presto la storia di Stuart Pennington, conte di Tennyson, amico fraterno di Aidan. Le ultime pagine di Winter Sonata mi hanno incuriosito parecchio! Credo che ci sarà da divertirsi, sognare ed emozionarsi! 
“Ricordava i suoi baci, l’amore che avevano condiviso, il suo tocco che, persino adesso, riusciva a farle venire le gambe molli. Si alzò di scatto, guardò la donna davanti a sé che la fissava come se fosse pazza. «Dopotutto siete servita a qualcosa». Corse via sollevando le gonne, infischiandosene dell’etichetta come aveva sempre fatto. Dopotutto lei era la popolana americana di sempre. Questo fatto non sarebbe cambiato mai. Non bastava un titolo nobiliare a fare di lei una persona diversa.”
Alla prossima, 





VOTO:

3 commenti:

  1. Adoro follemente. Grazie con tutto il cuore per questa nuova splendida recensione!

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  2. Avevo sentito nominare questa autrice, ma non mi sono mai soffermata troppo a guardare le sue opere. La tua recensione però mi ha incuriosito, e devo ammettere che non sembra niente male!

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  3. Gentile Nunzia,
    benché la tua sia una recensione, leggasi opinione, e in quanto tale se ne dovrebbe solo prendere atto, essendo stata tu fin troppo precisa e dettagliata ed essendoti autoproclamata esperta del genere e del periodo, mi è d’obbligo fare qualche precisazione.
    Intanto comincio col dirti che sto leggendo il libro di cui parli e per le mie opinioni in merito (sicuramente divergenti dalle tue) scriverò direttamente una recensione a riguardo. Per il resto andiamo per punti:
    Punto 1: Nonostante tu stessa abbia pubblicato la sinossi dello scritto, che indica chiaramente che i fatti si sono svolti nel 1848, per qualche ragione sei finita trasportata nella Londra di fine Ottocento rimanendo fortemente ed evidentemente confusa. Infatti, non solo non è quello il periodo che è raccontato, ma se già nel 1848 la vita nobiliare cominciava a risentire degli effetti dell’epoca vittoriana, alla fine dell’Ottocento, in cui tu sei stata malamente trasportata, i nobili avevano una vita tutt’altro che semplice, soprattutto se paragonata all'inizio del secolo. Il che ci porta al….
    Punto 2: Da buona esperta di romanzo storico moderno come ti dichiari, dovresti sapere che il Regency è un tipo di Romanzo Storico collocato nel periodo della reggenza inglese (come si dovrebbe desumere dal nome stesso) che va dal 1810 al 1820, per cui nel 1848 non solo il reggente nel frattempo era diventato re (Giorgio IV) ma era pure morto (1830). Addirittura era stato successivamente incoronato un altro re (Guglielmo IV) ed era morto pure lui, lasciando il regno nelle mani di qualcuno che forse un'esperta come te conoscerà, ovvero la regina Vittoria. La rinomata sovrana regnava già da ben 11 anni ai tempi del racconto collocandolo di fatto nell’epoca vittoriana, cosa da te rilevata più avanti nella recensione contraddicendo quanto detto prima. Tutto ciò non per fare sfoggio di nozioni, ma solo per ricordare a te e a chi legge che se ci si proclama esperti di qualcosa bisogna sapere di che si parla, altrimenti buona norma e coscienza imporrebbe il definirsi semplici amatori non troppo ferrati sul tema ed evitare di confondere chi non sa e legge.
    Detto questo, sperando tu comprenda l’intento delle mie parole e non te ne senta offesa in qualche modo, ti farò sapere la mia opinione su Winter Sonata… i primi due capitoli non mi fanno ben sperare, ma non bisogna mai abbandonare la speranza. Saluti
    una semplice amatrice.

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