lunedì 7 ottobre 2019

Review Party: Due cadaveri senza nome - Karen Katchur





Buongiorno lettori accaniti! Apriamo la settimana con un #reviewparty targato Newton Compton. Per voi ho letto e recensisco Due cadaveri senza nome di Karen Katchur, un'autrice che mi ha colpita molto. Siete pronti ad approdare a Portland? Beh, allacciatevi le cinture, si parte! 



Titolo: Due cadaveri senza nome
Autore: Karen Katchur
Genere: Thriller
Editore: Newton Compton Editori
Serie: Northampton County #1
Pagine: 320 pp
Prezzo: 9,90 € cartaceo - 0,99 € ebook 
Data di pubblicazione: 3 Ottobre 2019


La piccola città di Portland, in Pennsylvania, è sconvolta dal ritrovamento di un corpo martoriato. La scena che si presenta agli investigatori è simile in modo inquietante a un caso rimasto irrisolto circa vent’anni prima: un’altra vittima, brutalmente assassinata, venne ritrovata nel fiume Delaware. Il detective Parker Reed è intenzionato a dimostrare l'esistenza di un collegamento tra i due omicidi e il coinvolgimento degli Scion, un gruppo di motociclisti del luogo che da sempre vive ai margini della legalità con il beneplacito della polizia locale. Ma la gente del posto è diffidente e maldisposta a collaborare con lui. Il passato entrerà in collisione con il presente quando Becca Kingsley, tornata a Portland a causa della malattia del padre, si ritroverà faccia a faccia con il suo primo amore. Parker è molto cambiato da allora, ma ha disperatamente bisogno di lei: avere dalla sua parte la figlia dell’ex capo della polizia, infatti, significa poter penetrare la fitta nube di omertà che circonda i due delitti. Ma, in una città in cui l’oscurità più feroce è in agguato in pieno giorno, fare luce sulla verità può essere molto pericoloso…


Copia omaggio fornita gentilmente da Newton Compton Editori

recensione

John guardò le volute di fumo nero salire a spirale nel blu indistinto del cielo, in piedi dietro il vecchio fienile, davanti alla buca dove le foglie cadute in autunno si annerivano prima di bruciare. 
Buongiorno lettori accaniti e benvenuti ad una nuova recensione. Oggi per voi recensirò Due cadaveri senza nome di Karen Katchur edito da Newton Compton e pubblicato per la prima volta in Italia il 3 Ottobre 2019. Grazie a Newton ho potuto leggerlo in anteprima e, ovviamente, partecipare al review party organizzato. La storia, di genere thriller, ruota attorno alla cittadina di Portland dove Becca, una dei protagonisti delle vicende, deve tornare a casa per via del padre malato e si imbatterà nel suo passato: Parker. Ora vorrei parlarvi più nel dettaglio di questo libro che, rispetto ai thriller a cui sono abituata, è stato per me una sorpresa. 

Dunque, eccoci qui per questa recensione. Come vi ho accennato poco fa, questo romanzo thriller è diverso rispetto a quelli che, di solito, mi trovo a leggere. L'elemento psicologico si è fatto strada molto lentamente e attraverso le memorie di Becca che, una volta tornata a Portland dal padre malato, si è trovata a fare i conti con il proprio passato. Le vicende sono gestite da tre punti di vista principali: Becca, John, Parker più i capitoli sul passato di Becca che, in questo caso, è come se si sdoppiasse. Ho trovato ogni personaggio ben descritto e ben delineato, anche i secondari, come Rick, Hap, il padre di Becca, Jackie, Vicky e Matt. Ognuno di essi è stato delineato in modo che non potesse in alcun modo ricordarne un altro o assumere il proprio posto. Sono soprattutto rimasta colpita dal fatto che l'autrice ci abbia mostrato due volti di Becca: quella più giovane e quella del presente. Psicologicamente parlando non vi è alcun buco narrativo. Ogni azione e reazione sono ben calibrate nel rispetto della trama, senza che le domande vengano lasciate in sospeso. Almeno per quanta riguarda il caso. Scoprire che questo romanzo è il primo di una saga devo dire mi ha emozionata moltissimo. È davvero grandioso sapere che potrò leggere di nuovo di Parker e, possibilmente, anche di Becca (io ci spero, ehi!). 
Becca si chinò e affondò la faccia  nella pelliccia della cagna, visto che era abituata a rivolgersi agli animali in cerca di conforto dal giorno in cui John le aveva dato quella vecchia gatta randagia. 
Una cosa che mi è piaciuta molto è questo parallelismo tra John e Becca, il legame tra loro che, piano piano viene snocciolato e spiegato, così come quello tra la stessa Becca e Parker. I legami, in questo libro, sono davvero molto importanti. Ho trovato eccezionale il modo in cui l'autrice ha anche descritto il rapporto tra Becca e il padre e la malattia di quest'ultimo. Oltre ai personaggi e ai loro rapporti mi è piaciuta anche come si è evoluta la trama, soprattutto come si è evoluta in Becca la consapevolezza di aver rimosso dei ricordi da giovane. È stato bello poter leggere qualcosa che, a livello di trama, è differente rispetto a qualcosa di già letto. I punti di vista, il modo in cui il tutto viene descritto. La trama non risulta affatto banale o scontata e, come già detto, l'elemento psicologico è molto importante, ma non ingombrante. Ci sono cose che, secondo il mio modesto avviso, sono state fatte per instillare nel lettore il senso di lentezza in certi passaggi. Non è facile ricordare qualcosa che si è rimosso, perciò ho apprezzato soprattutto questa cosa, che non si corresse
Becca si sedette sulla sedia davanti al letto del padre. Le faceva male la schiena e il collo le si era irrigidito a forza di sporgerlo in avanti per fissarlo, aspettando che riaprisse gli occhi. 
Ecco, una cosa che mi ha incuriosita sono stati sicuramente gli Scion un gruppo di motociclisti pericolosi di cui ovviamente John fa parte. Il modo in cui operano mi ha lasciata con l'idea di volerne sapere di più, soprattutto rispetto ai legami intessuti gli uni tra gli altri. John è stato un personaggio davvero interessante, fuori dagli schemi. Ho apprezzato molto i suoi capitoli, il modo in cui si esponeva e conduceva la propria vita o, semplicemente, come osservava Becca. Anche gli animali giocano un ruolo importante nel romanzo e non posso non nominare Romy, il pastore tedesco proprio di Becca che mi è piaciuto tantissimo. Come si può notare, nel romanzo c'è posto per tutto: come se fossimo davanti ad un puzzle e cercassimo di ricomporlo: ogni pezzo è importante perché si arrivi alla fine. Voglio aprire una parentesi per il personaggio di Matt. Questo è il personaggio che, a mio avviso, risulta essere il più negativo di tutta la storia. Nella mia testa ripetevo solo ‘‘Stai lontano da Becca!’’. Mentre vorrei fare una menzione speciale per Vicky, la collega di Becca, che l'ha sempre supportata e detto la verità riguardo quel coglione. Che altro c'è da dire riguardo i personaggi e la storia? Nulla, trovo sia semplicemente stata una bellissima lettura. 
Il cuore gli martellava nel petto.Poi udì un calpestio sul terreno, la falcata lunga di qualcuno che stava correndo e che continuava ad avvicinarsi. Fu lì che sentì il suo respiro. 
Penso sia arrivato il momento di parlare dello stile dell'autrice e della traduzione con tanto di editing fatta da Newton Compton. Karen Katchur (di cui ho scoperto l'esistenza di altri romanzo non arrivati in Italia!), ha uno stile che ritengo esaustivo. Sa essere descrittiva quando serve, lascia i giusti indizi ed è in grado di mostrare la giusta angolazione di qualcosa nel momento opportuno. Per quanto riguarda la traduzione e l'editing ritengo che sia stato fatto un buon lavoro rispetto ciò che ho letto. Ho notato anche che la copertina scelta è quella originale e sono veramente colpita (vi prego, se portate in Italia anche il resto della serie di continuare in questo modo!). Do una votazione piena rispetto ciò di cui sto parlando, mi hanno dato modo di leggere un buon prodotto! 
Non credo vi sia molto altro da aggiungere riguardo questo romanzo. Posso solo dirvi che se cercate un thriller più particolare, penso che questo possa essere fatto per voi. Se lo avete letto o avete intenzione di leggerlo, fatemi sapere cosa ne pensate, amo scambiare opinioni con gli altri! 
Alla prossima, 






VOTO:

Tolse altra terra, trovò il manico e poi la lama che, incrostata di fango, ormai aveva perso il filo. Lo prese, lo girò. Il coltello che avrebbe potuto cambiare ogni cosa.

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