mercoledì 4 settembre 2019

Review Party: L'opale perduto — Lauren Kate



Buongiorno lettori accaniti! Eccoci di nuovo qui per un nuovo #ReviewParty questa volta targato Rizzoli! L'opale perduto di Lauren Kate è stato un romanzo tanto atteso, ambientato nel 1700, in una Venezia assai diversa da come la vediamo oggi. Violetta e Mino sono i protagonisti di questa tormentata storia che ci condurrà per le calle di questa meravigliosa città a suon di musica


Titolo: L'opale Perduto 
Autore: Lauren Kate
Genere: Historical Romance
Editore: Rizzoli
Serie:  / / 
Pagine: 352 pp
Prezzo: 9,99 € ebook - 18,00 cartaceo
Data di pubblicazione: 3 Settembre 2019


È una cupa notte di dicembre del 1725, Venezia è stretta nella morsa dell'inverno. Violetta, cinque anni, si è rifugiata nella soffitta dell'istituto per trovatelli noto come Ospedale degli Incurabili, dove vive. Oltre il vetro gelido di una finestra, con la sua bambola stretta al petto, sente il canto soave di una donna, giù in strada, e la vede abbandonare un bambino nella ruota. Dieci anni dopo, in quella stessa soffitta piena di vecchi indumenti e violini rotti dove lei continua a sognare una vita libera, Violetta incontra Mino. Violinista dell'ala maschile dell'orfanotrofio e primo essere umano capace di farle intravedere, attraverso il soffio suggestivo della musica, un orizzonte di speranza. Ma questa inaspettata magia ancora non basta: troppo urgente è il desiderio di Violetta di diventare una cantante, e potrebbe essere un desiderio maledetto...


Copia omaggio fornita gentilmente da Rizzoli

recensione

Adottava sempre un trucco per dominare l'impazienza: esplorava le calli di Venezia con la mente. Saliva e scendeva i ponti, socchiudendo gli occhi contro il riverbero dorato del sole sui canali. 

Rieccoci lettori accaniti con un nuovo evento. Il romanzo che vado a recensire ora è L'opale perduto di Lauren Kate, famosa autrice della saga Fallen e della duologia di Teardrop. Romanzo arrivato in Italia grazie a Rizzoli, L'Opale Perduto è uscito ieri in libreria e io ho avuto modo di leggerlo in anteprima e sono contenta di non averlo fatto durante le vacanze perché avrei urlato e sbraitato ad ogni pagina. Prima che qualcuno possa comprendere male, il romanzo mi è piaciuto, anche molto a dire il vero, ma lo stile della Kate, con i suoi continui #mainagioia si fa sentire sempre e comunque. Ho sperato che, essendo uno storico romance Lauren ci avrebbe dato una storia meno tormentata. Ho sperato che i protagonisti potessero essere felici e non dover affrontare sofferenze su sofferenze. Quando mai. Violetta e Mino sono la pura espressione della ricerca continua di una gioia che, appena arriva, viene spinta via lontana da loro. Procediamo, comunque, per gradi perché ho qualche cosa da dire prima della recensione vera e propria. 



Ho una domanda non troppo indifferente da porre a Rizzoli. Perché avete cambiato così tanto il titolo del romanzo? Forse questo opale non mi sta molto simpatico, lo ammetto, ma perché? Okay, il titolo originale non era chissà cosa, ma mettere al centro di tutto quel dannato opale? Mi fate piangere perché, maledizione, odio quell'opale con tutta me stessa. Devo tuttavia ammettere che la copertina è davvero meravigliosa. Mi piace da matti vedere Venezia sullo sfondo soprattutto in tinte così dark. Lo ammetto, ho storto il naso quando ho visto che la storia era ambientata in questa città. L'ho visitata poco e non mi ha lasciato molto, ma leggendo mi sono ricreduta e trovo che sia stata una scelta azzeccata. 

Corsero finché non raggiunsero l'elegante ponte di pietra di Ca' Foscari. Si fermarono nello stesso momento, senza fiato, ma c0era anche qualcos'altro a trattenerli.

La storia di Violetta e Mino non è solamente tormentata. È difficile da spiegare senza fare spoiler, ma ci proverò. Avete presente quando vedete all'orizzonte la luce e poi boom! Temporale e tempesta? Ecco, loro sono così. La colpa, a dire il vero, va data in gran parte a Violetta. Penso di non aver mai detestato così tanto un personaggio femminile in vita mia come ho fatto con Violetta. Insomma, cara testona, potevi avere tutto e invece hai preferito cercare il mainagioia continuo. Se non fosse stato per te e la tua testardaggine, forse Mino sarebbe stato più felice. Sì, mi sono proprio innamorata di Mino, è davvero un bellissimo personaggio. È così dolce e innocente e soffre così tanto (per colpa di Violetta *coffcoff*). Tornando ai personaggi, ho amato molto Mino appunto e ho avuto a che fare anche con personaggi femminili che mi sono piaciuti, ad esempio Elizabeth e Laura (cosa saresti senza di loro, Violetta???). Non ho apprezzato Reine né Stella, ma mi è rimasta impressa la bontà di Anna. Al contrario, i personaggi maschili quali Federico o Porpora non mi sono piaciuti affatto. Porpora, ad essere sincera, mi è stato del tutto indifferente, mentre Federico, fin da subito mi ha suscitato antipatia. Ora vorrei domandare all'autrice, comunque, perché chiamare un personaggio FARFALLA. Sì, lo ha fatto davvero. Non vi dirò chi, ma ci sono rimasta malissimo. Sono rimasta davvero senza parole. Perché? Parliamo anche di Carlo e Carina: io mi fidavo di lui... E poi... E poi niente, non è servito a nulla in pratica! Mannaggia a lui e alla sua Carina! Speravo in una gioia grazie al loro aiuto, nemmeno per sogno! Sprezz è entrato nel mio cuore subito. Sprezz è il cane di Mino, diminutivo di Sprezzatura. Mi piace molto questa parola, lo ammetto. 

Pensò avvilito che tutta la sua esistenza era una menzogna. Aveva mentito alle donne a San Marco sostenendo di essere un gondoliere. Aveva mentito all'uomo che si era fatto accompagnare alla Sirena quella prima sera. Solo il pensiero di Letta lo riportava alla persona che era stato in quei lontani giorni sul tetto dell'orfanotrofio. Era soltanto lei a far emergere la sua onestà? 

Lasciando da parte i personaggi, soprattutto Violetta che prenderei a sberle dalla mattina alla sera, vorrei soffermarmi sullo stile dell'autrice ben riconoscibile se avete letto altre sue opere. Lauren Kate sa intrattenere molto bene il lettore questo è più che ovvio. È in grado di trascinarlo dentro la storia e farlo immergere in essa. Ho solo un piccolo appunto: ci sono due parti all'interno del libro che presentano un paio di refusi, una a inizio libro e una verso la fine. Non è nulla di che, ma soprattutto la prima mi ha lasciata un attimo confusa. Detto questo, non mi hanno sicuramente impedito la lettura né tantomeno di apprezzarla. Purtroppo per me lettrice, l'autrice sa come far soffrire i propri lettori e quando ho terminato il libro la prima cosa che mi sono domandata era se potessi domandarle un risarcimento per danni morali. Ho trovato, inoltre, una certa maturità. Penso sia molto migliorata rispetto alla prima saga. Avevo già visto un cambiamento in Teardrop, ma qui penso sia proprio su un altro livello. Mi è piaciuta davvero molto. Purtroppo non posso dargli un voto pieno perché MI HA LETTERALMENTE FATTA SOFFRIRE PER TUTTO IL TEMPO. Comunque, ve ne consiglio la lettura (con fazzoletti a portata di mano per la miseria!). Non mi resta che salutarvi! 

Alla prossima, 








Chiudo gli occhi e mi lascio cullare dalla ninnananna che un tempo mi cantava mio padre. 

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