lunedì 27 gennaio 2020

Recensione: I leoni di Sicilia - Stefania Auci




Titolo: I leoni di Sicilia
Autore: Stefania Auci
Genere: Narrativa Storica
Editore: Nord
Pagine: 437
Prezzo: 9.99€ eBook
         15.30€ cartaceo
Data di pubblicazione: 6 Maggio 2019


Dal momento in cui sbarcano a Palermo da Bagnara Calabra, nel 1799, i Florio guardano avanti, irrequieti e ambiziosi, decisi ad arrivare più in alto di tutti. A essere i più ricchi, i più potenti. E ci riescono: in breve tempo, i fratelli Paolo e Ignazio rendono la loro bottega di spezie la migliore della città, poi avviano il commercio di zolfo, acquistano case e terreni dagli spiantati nobili palermitani, creano una loro compagnia di navigazione... E quando Vincenzo, figlio di Paolo, prende in mano Casa Florio, lo slancio continua, inarrestabile: nelle cantine Florio, un vino da poveri - il marsala - viene trasformato in un nettare degno della tavola di un re; a Favignana, un metodo rivoluzionario per conservare il tonno - sott'olio e in lattina - ne rilancia il consumo in tutta Europa... In tutto ciò, Palermo osserva con stupore l'espansione dei Florio, ma l'orgoglio si stempera nell'invidia e nel disprezzo: quegli uomini di successo rimangono comunque «stranieri», «facchini» il cui «sangue puzza di sudore». Non sa, Palermo, che proprio un bruciante desiderio di riscatto sociale sta alla base dell'ambizione dei Florio e segna nel bene e nel male la loro vita; che gli uomini della famiglia sono individui eccezionali ma anche fragili e - sebbene non lo possano ammettere - hanno bisogno di avere accanto donne altrettanto eccezionali: come Giuseppina, la moglie di Paolo, che sacrifica tutto - compreso l'amore - per la stabilità della famiglia, oppure Giulia, la giovane milanese che entra come un vortice nella vita di Vincenzo e ne diventa il porto sicuro, la roccia inattaccabile.


recensione

Buongiorno Lettori,
oggi vi racconto la storia di Casa Florio, che inizia a Bagnara Calabra nel 1799. A seguito di un terremoto i fratelli Paolo e Ignazio, con la moglie del primo, Giuseppina, e il figlio Vincenzo, si trasferiscono a Palermo. Sicuri di trovare un’attività fiorente avviata dal cognato, arrivano in città con un pugno di mosche: la casa che dovrebbe accoglierli è una baracca buia e umida, il negozio invece una bottega sgangherata impregnata di muffa e i cittadini li guardano con diffidenza dall’alto al basso. Nulla sembrerebbe prospettare un futuro roseo e nessuno scommetterebbe una moneta sulla loro riuscita. Eppure, forti di costanza e impegno, con correttezza e pazienza i due fratelli Florio riescono a sopravvivere a questo cambiamento estremo e a far prosperare la loro piccola bottega che diventa un'aromateria di rifermento a Palermo, fonte di estratti e polveri che riforniscono tutta la città.
Se dapprima i Florio sono solo commercianti di spezie, alla morte di Paolo quanto l’attività passa in mano a Ignazio e Vincenzo, iniziano ad espandersi in altri settori ottenendo la licenza di farmacisti. Dopo un viaggio in Inghilterra, Vincenzo torna a Palermo con una macchina a carbone che macina cortice (polvere medicinale che veniva tritata a mano) in pochissimo tempo, la prima in tutta la Sicilia, permettendo al negozio di triplicare le vendite e rifornire gran parte della Sicilia.

La sensazione di aver sbagliato tutto, di aver rischiato e perso, s'impossessa di lui. Avverte nel suono ritmico della ramazza che anche Paolo sta provando la stessa sensazione. Frush, frush. Ogni colpo è uno schiaffo. Niente è andato come si erano aspettati. Niente.
Alla morte di Ignazio, lo zio che ha cresciuto Vincenzo fin da bambino e che quest’ultimo considera come un padre, visto l’inesistente rapporto che aveva con Paolo, il giovane uomo si prefigge l’obbiettivo di far fiorire l’attività e di portare in alto il nome dell’amato zio. L’ambizione negli affari diventa il suo primo pensiero, facendo di lui un uomo feroce nel commercio, fedele nei rapporti d’affari e spietato con i concorrenti.
Casa Florio diventa un commercio florido, che si espande in mille settori, in quello dello zolfo, del Marsala (di cui oggi è diventata un’eccellenza) e in quello del tonno sottolio, inventato da loro e diffusosi in tutta Italia.
Tra vicende personali, affari, guerre e conquiste la storia dei Florio si estende nei secoli fino ai giorni nostri, regalandoci mille emozioni e un’avventura incredibile.

Dammi tempo, dice il topo alla noce. Dammi tempo che ti buco. Io sono uno che non molla, Carlo. Lo sai
Questo libro mi è piaciuto moltissimo. E’ avvincente, appassionante e scorrevole. E’ un romanzo a pieno titolo, ma ha la particolarità di essere estremamente fedele agli avvenimenti storici narrati che non risultano pesanti, ma anzi molto coinvolgenti.
Ignazio e Paolo in particolare, mi sono entrati nel cuore. Anche se non sono i classici eroi che siamo abituati a trovare nei libri (per forza, sono uomini reali) mi sono trovata a tifare per loro e per la loro attività fin dalle prime pagine, quando nessuno credeva alle potenzialità di Casa Florio.


Oltre alla vita professionale di questa famiglia, viene descritta la vita privata dei protagonisti che spesso si trovano a dover fare i conti con il biasimo delle persone che li circondano dovuto alle loro umili origini. Vincenzo in particolare soffre molto da adolescente a causa del rifiuto di una ragazza nobile, di cui si è invaghito, che nonostante la posizione sociale e la ricchezza acquisite dal ragazzo, non può accettare un matrimonio con un uomo di rango inferiore. Per questo Vincenzo decide di voler contrarre un matrimonio vantaggioso con un’aristocratica per elevare il suo status e quando invece incontra Giulia, la donna della sua vita e la madre dei suoi figli, non accetta di essersi innamorato di una donna dalle origini umili come le sue ed esige che essa diventi sua amante, per poi prenderla in moglie molto tempo più tardi, dopo la nascita del loro terzo figlio.
Niente mi scordo di quello che mi hanno fatto. Però mai fargli vedere che sei arrabbiato perchè è la collera che fa fare le peggiori fesserie. Questa è gente che ragiona con la pancia. Noi no. Ti devi fare venire i cuorna ruri, le corna dure, come quelle dei tori, e non sentire, e andare avanti per la tua strada.
Di questo romanzo, mi è piaciuta la storia ma anche la cura della forma. Il romanzo è diviso in capitoli che scandiscono anni precisi della storia d’Italia ed ogni capitolo è intitolato con il nome della merce di cui i Florio si occuperanno in quel periodo della loro vita. Inoltre, prima di iniziare la narrazione del capitolo, c’è una piccola premessa di qualche riga che spiega a grandi linee cosa stesse succedendo in Italia contemporaneamente alla storia narrata, in modo che anche un lettore meno informato (come lo ero io) possa seguire la vicenda agevolmente, senza domandarsi come mai ci fossero delle rivoluzioni o delle guerre.

Vi consiglio assolutamente questo libro, non rimarrete delusi. Non è pesante, ma è affascinante e coinvolgente. Mi sono innamorata della copertina in libreria e l’ho comprato a scatola chiusa, sono felice di dire che non me ne sono pentita e che anzi, sono molto soddisfatta del mio acquisto!
Ci vediamo alla prossima recensione,







VOTO:

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