venerdì 15 maggio 2020

Recensione: Malalai - Ortensia Visconti


Recensione Malalai di Ortensia Visconti

Titolo: Malalai
Autore: Ortensia Visconti
Genere: Narrativa Contemporanea
Editore: Rizzoli
Pagine: 352
Prezzo: cartaceo € 18,05
             ebook  € 9,99
Data di pubblicazione: 25 febbraio 2020


Al largo delle coste italiane, su uno dei barconi che provano ad approdare a vita migliore, c'è Malalai, una ragazza di diciassette anni. È coraggiosa, uno spirito libero. Il suo nome è quello di un'eroina leggendaria e, anche se è nata sotto la guerra civile, nel suo cuore è ancora vivo il ricordo di un Afghanistan diverso, un posto magico in cui il silenzio degli umani lascia spazio all'ombra allungata dei melograni in fiore, al canto degli uccelli nel mercato di Ka Faroshi, alle distese di pistacchi e di asfodeli gialli, alle cime innevate che si intravedono in lontananza. In quel Paese è cresciuta sua madre Bibi: una donna colta, femminista, intraprendente, che girava col volto scoperto e il cranio rasato. Malalai non l'ha mai conosciuta, ma è a lei che pensa ogni volta che ha bisogno di farsi coraggio. Adesso che a Kabul le strade sono piene di cenere e di uomini armati vestiti come corvi, "cattivi come solo in Afghanistan e nelle favole", di coraggio ne serve tanto. Bisogna fuggire, sottrarsi a un destino segnato. È suo padre a procurarle un nome e un indirizzo: a Roma c'è un vecchio amico, tutti lo chiamano "il maestro". È l'ultimo legame con il passato, l'ultimo custode della memoria di Bibi. E Malalai deve andare, per sopravvivere.



Copia omaggio fornita gentilmente da Rizzoli

recensione

Bentornati sul blog Lettori Accaniti!
Oggi voglio parlarvi di uno dei romanzi che mi ha fatto pensare di più ultimamente e riesco a farlo solo a due mesi dall'uscita perchè mi sono trovata davvero in difficoltà a scrivere questa recensione. Ancora adesso lo sono.
E' un libro che mi ha lasciato molto combattuta, un libro che mi ha messo davanti alla prospettiva di un mondo imperfetto, di persone imperfette. Mi ha ricordato ancora una volta che nel mondo reale spesso non esistono giusto e sbagliato, ma piuttosto punti di vista e sfumature.
All'inconscio più nascosto, quello che si basa su classificazioni specifiche per identificare quello che ha di fronte, questo fatto non è piaciuto granché ed è per questo che ho dovuto aspettare un po', per lasciare sedimentare le mie sensazioni e lasciare che il resto del mio cervello le elaborasse.
Insomma, un libro abbastanza complesso, di cui ora però non vedo l'ora di parlarvi!
"Scrivi a Malalai che ce la farà. Dille di continuare a essere coraggiosa. Ricordale che la vita viene prima delle tradizioni. Io l'ho imparato da sua madre e l'ho perdonata".
La protagonista più esplicita del romanzo è Malalai, una ragazza Afghana costretta a scappare dal suo paese per ricercare una vita migliore e che approda sulle coste italiane in seguito ad un rocambolesco viaggio, prima via terra e poi per mare. Fin dalle primissime pagine è possibile capire che Malalai è una ragazza con una sensibilità particolare e se ne intuisce anche facilmente il perchè.
Vissuta da sempre da sola con il padre Nur, la ragazza cresce nell'ombra dell'inafferrabile madre, morta a pochi mesi dalla sua nascita. Bibi è per lei una figura quasi mitologica; una femminista dal capo rasato, che andava in giro vestita da maschio, passava le sue giornate "in orizzontale" sul letto, costringendo il marito a cucinare per lei, e che scendeva al fiume solo per lavare i fazzoletti ed instillare nelle altre donne il seme della ribellione. Ribellione che però le è costata cara, portandola a morire giovanissima.

Grazie anche al ricordo della moglie, Nur non ha mai lasciato il suo lavoro come insegnante all'università e si è assicurato che Malalai ricevesse un'istruzione variegata fin dai suoi primi anni. Un personaggio non facile da capire, uno di quelli che rimangono nell'ombra e solo poco a poco si fanno conoscere ed apprezzare davvero. Nur è una delle figure che ho rivalutato di più in tutto il romanzo e credo che si aggiudichi il primo posto nella mia scala di gradimento. Molte sue scelte sembrano incomprensibili e a volte ho fatto davvero fatica a sopportare questo personaggio, ma, come insegna la storia, spesso le figure più scomode sono anche quelle più potenti, e viceversa. Ancora adesso, ad un mese da quando ho terminato il romanzo, non so se considerarlo il più grande degli ingenui o il più grande dei coraggiosi. E forse è proprio questa la sua forza e proprio questo lo rende uno dei personaggi più complessi, realistici e ben costruiti del romanzo.

"Parlo di una rinascita" continua il maestro. "E per farcela devi modificare un certo numero di indentificazioni. Forse un giorno riuscirai a non pensare voi e noi, perchè tu sei anche noi e sarebbe ancora più evidente se i tempi non fossero tanto bui. Ma credo che l'identificazione più grave sia quella che hai con il dolore. E' giustificata, non hai avuto una vita facile, ma il modo in cui la affronti adesso definisce il futuro. Puoi decidere se ripeterla, facendola diventare karmica, oppure ostacolarla".

La mia relazione con i personaggi di Bibi e del Maestro (un intellettuale estremamente pavido, eclettico e sfrontato) è ancora più complessa. I due personaggi compiono scelte discutibili, scandalose quasi, ma al tempo stesso si dimostrano in grado di dare alla narrazione un tocco unico e che stravolge completamente l'andamento della storia. 
Come vi ho anticipato ad inizio recensione, ci troviamo davanti ad un romanzo molto complicato. Un libro dalle tinte mediorientali, che ci mette di fronte a culture ed usanze che possono essere pienamente capite solo da chi le ha vissute e le vive dentro di sé. Si parla spesso di "Mal d'Africa", una sensazione di nostalgia di chi ha visitato e si è sentito cambiato dal Continente; ecco, in questo romanzo è possibile percepire lo stesso sentimento struggente di chi cambia paese ma si porta dentro le atmosfere e le tradizioni che lo hanno cresciuto e toccato nel profondo. A fare da cameo a tutta la storia, inoltre, si aggiunge un Afghanistan selvaggio e nel pieno del suo splendore.

Impossibile non menzionare uno dei "temi caldi" del romanzo: il femminismo. Quel femminismo paritario e benefico che lotta per strappare il diritto all'uguaglianza per la donna e rivendicare la vulnerabilità dell'uomo. 

Ho apprezzato moltissimo che il libro uscisse dallo stereotipo semplificato di un Medioriente cattivo e improntato alla privazione che si contrappone ad un Occidente all'avanguardia e liberale. Il modo in cui la trama si evolve riesce a mettere in luce come entrambi i mondi cerchino ancora oggi di reclamare diritti che non appartengono loro, in modi anche diversi da quelli convenzionalmente riconosciuti. Uno spunto di riflessione importante, che mi ha accompagnato quasi quotidianamente in queste settimane che mi sono presa per pensare a cosa scrivere e che aggiunge sicuramente valore al romanzo.
"Ognuno a suo modo, restavamo convinti di avere qualche prerogativa su di lei. Oriente e Occidente diametralmente opposti, che mai s'incontreranno se non sull'innata soggezione, neutralizzata dal potere di opprimervi. Ma asservire tua madre non era possibile.
Perché Bibi era più di un uomo: era una donna libera. 

E ci amava."
Insomma, anche se in ritardo, consiglio questo libro a chi avesse voglia di mettersi in gioco e di affrontare una sfida ed un confronto con sé stesso. Non posso dire sia uno dei libri che ha risuonato di più con i miei valori e le mie credenze, ma sicuramente un romanzo che non è passato inosservato e che mi ha lasciato tanto al termine della sua lettura. Un libro molto particolare e che sono contenta di aver letto, anche se non è stato facile da digerire inizialmente.
Sicuramente vi consiglio di dargli una possibilità, anche solo per immergervi nelle sue atmosfere esotiche, descritte con un'accuratezza storica impressionante, e per darvi l'opportunità di crescere e mettervi in gioco.
Come diceva uno dei miei scrittori classici preferiti: Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.
Alla prossima recensione!






VOTO:

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