lunedì 4 febbraio 2019

Recensione: Imperfetti sconosciuti - Daniela Volonté



Titolo:  Imperfetti sconosciuti 
Autore: Daniela Volonté
Genere: Contemporary Romance
Editore: Newton Compton Editori
Pagine: 288
Prezzo: 5,99€ e-book 7,50€ cartaceo
Data di pubblicazione: 24 Gennaio 2019

Sabina Valli ha trent'anni, fa due lavori per pagare il mutuo e coltiva una grande passione: la scrittura. I libri che pubblica sono il suo orgoglio. Mette se stessa nelle storie che scrive, perché sa bene quanto le parole abbiano il potere di far emozionare. Un giorno, alla ricerca di informazioni per il suo romanzo, scrive un post sui social in un gruppo di appassionati di moto. L’unico a risponderle è un certo Jacopo, che la contatta sulla chat privata e si dimostra disponibile ad aiutarla. Con il tempo i messaggi tra i due diventano sempre più assidui, costellati di battibecchi, battute al vetriolo, ma anche di piccole confidenze e consigli. Ma chi è davvero Jacopo? E perché si è lasciato coinvolgere così da una conversazione virtuale cominciata per caso? La curiosità per un possibile incontro è forte, ma Sabina sa bene che non basta qualche battuta dietro a uno schermo a rendere un rapporto sincero. E allora, come è possibile che quando legge quei messaggi le batta così forte il cuore?


Copia omaggio fornita gentilmente da  Newton Compton Editori

recensione

Siamo realmente noi stessi con le persone che ci conoscono? Oppure portiamo sempre dietro una maschera per filtrare ogni nostro comportamento? Quando la comunicazione interpersonale è davvero autentica? 
Amati lettori non sono caduta dal letto questa mattina, state tranquilli! Non voglio tediarvi con discorsi pesanti, esprimo solo quello che mi frulla nella testa una volta terminata la lettura di Imperfetti Sconosciuti della mia amata Daniela Volonté
“Il tempo di provare emozioni mai vissute. Il tempo di capire che voglio perdermi nei suoi abbracci. Il tempo di scoprire un modo di amarsi tanto intenso da fare paura. Il tempo di leggere nei suoi occhi quanto si fidi di me e di giurare a me stesso di non tradire mai questo grande dono che mi ha concesso. Il tempo di sentirmi amato per quello che sono, Jacopo, un uomo come tanti.”

Ogni volta che penso di conoscerla come scrittrice, mi regala sempre una sorpresa nuova. 
Che sia abile a parlare di tutta la gamma delle emozioni umane è cosa certa ed è stato da me più volte sottolineato nelle mie recensioni, che lo faccia ogni volta con un punto di vista diverso è quello che mi spiazza di più. 
Per intenderci non è la prima, e di certo non sarà l'ultima, a parlare di relazioni che iniziano attraverso la chat ma quello che a me piace è il modo in cui mette in collisione i mondi di Sabina e Jacopo
“Quando scrive cose del genere, mi fa nascere il desiderio di scoprire di più su di lui e sulla sua vita. Jacopo è come un puzzle che sto mettendo insieme un po’ alla volta. Ho mille pezzi sparsi su un tavolo a cui, chat dopo chat, se ne aggiungono di nuovi. E mi fa impazzire non riuscire a trovare una collocazione precisa per ciascun tassello.” 
Mi sono chiesta più volte come sia possibile innamorarsi di una persona senza averla mai vista. Non vi nascondo che sono abituata a capire le persone da un loro sguardo e sono una persona che ha bisogno di contatto fisico, di un tocco o di un abbraccio per entrare davvero in sintonia con chi mi sta di fronte.
Il nostro modo di essere è intimamente legato ai nostri sensi, al piacere di guardare, di toccare, di sperimentare.
Ho iniziato il romanzo con paranoie e convinzioni ben radicate, consapevole forse di non essere la persona giusta per questo libro. 
Sono contenta di averlo letto mettendo al primo posto le mie sensazioni e di aver abbandonato i pregiudizi personali, Imperfetti Sconosciuti è magico. Magico perché porta avanti una storia d'amore pulita, per nulla perfetta, ma reale e vissuta prima di ogni altra cosa attraverso le parole. Parole scritte da Sabina e Jacopo. Parole dette per fuggire dalla loro realtà quotidiana, parole non dette ma che aleggiano nelle pagine, parole bellissime dietro ad altre parole che svelano l'animo dei personaggi: la fragilità mascherata da schiettezza di Sabina e la finta arroganza di Jacopo.

“Ma chi voglio prendere in giro? Jacopo ha sconvolto la mia quotidianità con le sue battute pungenti e il buffo narcisismo, si è insinuato nella mia testa parola dopo parola con la sua storia mai raccontata fino in fondo e si è aperto un varco nella mia anima, quando ho capito che la sua era tanto affine alla mia. Sono già andata ben oltre quello che avrei mai immaginato, ma dopo la nostra conversazione di ieri, temo di essere giunta a un punto di non ritorno.”

Sabina è un'aspirante scrittrice che crea connessioni continue con i suoi personaggi ed i suoi lettori, come fa Daniela in ogni suo scritto, ma ha paura di creare un legame profondo con Jacopo. Una paura legittima, dovuta alle sue pregresse esperienze. Per fortuna questo nuovo modo di comunicare con Jacopo permette a Sabina di conoscere cosa c'è dietro al medico di fama mondiale. Lei conosce l'uomo, incasinato, deluso e disilluso e poi scopre il meraviglioso involucro esterno che lo ricopre. Il loro è un viaggio a ritroso. Si conoscono prima le loro anime attraverso le parole e poi si riconoscono attraverso il linguaggio del corpogli sguardi, gli abbracci, il profumo di fragola di lei e quello di menta di lui. Insomma ogni senso partecipa alla creazione di quest'amore. 
“Inutile fare giri di parole. Quella donna mi ha incatenato a lei con le parole, e non sono più disposto a farne a meno, soprattutto dopo quello che mi ha appena scritto. Ha creato frasi che per altri non hanno significato, ma per me sono pura poesia, perché ho finalmente capito che il nostro legame è a doppio senso.”
Il romanzo Imperfetti Sconosciuti nella sua potenza espressiva e comunicativa fatta perlopiù di parole mi ha fatto ricordare un altro libro davvero molto emozionante letto qualche anno fa: Le ho mai raccontato del vento del Nord di Daniel Glattauer. Anche Glattatuer racconta l'intensità di un amore che è in grado di superare i confini legati alla distanza fisica per mettere in scena e dar voce solo a quello che conta davvero. Daniela Volonté con il suo tocco delicato e quel modo semplice e mai banale è stata brava a creare il microcosmo attorno ai due protagonisti principali. Adam, Lucrezia ed Antonella per Jacopo e Serena e Karin per Sabina, non sono altro che la coscienza, il "grillo parlante" che permette loro di guardarsi dentro. 
“E allora perché mi chiedo di che colore possano mai essere gli occhi di Jacopo? Avrà anche lui le fossette oppure saranno nascoste dalla barba? Quanti anni avrà lo sconosciuto che mi è entrato nella testa grazie alle sue argute battute e alle frasi che nascondono dettagli della sua vita?”
Da studiosa della comunicazione da tanti anni, ho amato le note dell'autrice e la sua confessione: ha cercato di sperimentare una nuova forma di comunicazione, le chat in versione video caricate su youtube per far vivere al lettore una vera e propria esperienza multimediale. In parole povere la mia passione per la lettura ha incontrato il mio mondo ed è stato perfetto. Sperimentazione e tecnologia, chat e amore virtuale, con estrema semplicità siamo stati catapultati nel mondo 3.0 e non vi nascondo che a me è piaciuto tanto!
“Come cazzo riesce a farmi stare così bene attraverso delle semplici parole? Le sue frasi hanno il potere di smuovere un’intera montagna dentro di me.”
Non mi resta che lasciarvi alla lettura/visione di questo romanzo. 
Alla prossima,





“SABINA: Oh, insomma… non sai come è la mia faccia, non conosci il suono della mia voce e non hai idea di come sia il mio corpo… nemmeno tu puoi davvero credere a ciò che hai scritto. ADAM: Sabi, vuoi la nuda e cruda verità? SABINA: Sì. ADAM: Mi piace da morire questa nostra chat.️ Per me è una boccata d’aria fresca. Sto bene quando sono in questa bolla con te e non so che cosa ci leghi tanto, però ho la certezza che non voglio rinunciarci. Se vuoi tentare di classificare il nostro strano rapporto, fallo pure. Io non so cosa siamo, ma mi rendo conto soltanto che tu mi regali momenti di pace, di serenità e spesso di speranza. E non sono una persona ottimista, anzi.”


VOTO:






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