Buonasera lettori accaniti!
Eccoci con l'ultimo articolo della giornata, la recensione de La maledizione della veggente, di Lord Dunsany, contenuto ne Il libro delle meraviglie e altre fantasmagorie. Come sempre ringrazio Mondadori per avermi dato la possibilità di leggere il romanzo in anteprima e Alice Chimera per la grafica dell'evento!
Titolo: Il libro delle meraviglie e altre fantasmagorie
Autore: Lord Dunsany
Genere: Fantasy
Editore: Mondadori
Serie: Autoconclusivo
Pagine: 648 pp
Prezzo: 25,00 € edizione cartacea - 11,99 € edizione digitale
Data di pubblicazione: 30 Giugno 2020
Due
romanzi (La Figlia del Re degli Elfi e La maledizione del veggente) e
due raccolte di racconti (Il Libro delle Meraviglie e Demoni, uomini
e dèi), arricchiti da eleganti illustrazioni: questo volume permette
di riscoprire un autore fantastico poco noto ma di grande
suggestione, che lo stesso Lovecraft descrisse come «insuperabile
nella magia di una prosa cristallina e musicale e nella creazione di
mondi sgargianti e fantastici di iridescenti visioni esotiche».
Copia omaggio fornita gentilmente da Mondadori
recensione
Buonasera lettori accaniti!
Eccoci arrivati all'ultimo articolo della giornata! Diciamo che sono stanchissima, ma questo libro secondo me vale la pena non solo di essere letto, ma anche di essere acquistato in edizione cartacea perché - onestamente! - l'ho trovato sublime. Oggi mi concentro su La maledizione della veggente, uno dei due romanzi all'interno del libro: infatti ci sono anche racconti! La prima cosa che voglio dirvi è che, a mio avviso, lo scrittore aveva uno stile davvero molto particolare e, nella traduzione, credo sia stato ben mantenuto. Da questo punto di vista non mi posso certamente lamentare: traduzione ed editing, a mio avviso, hanno funzionato alla grande. Sempre oggi, durante il mio giro di shopping, ho guardato l'edizione cartacea di questo libro e mi è piaciuta. Le pagine sono ingiallite, mi sono piaciute anche le illustrazioni (a tal proposito: complimenti, davvero!, sono disegni bellissimi!).
Chiamarlo ricordo è forse inesatto, perché non ho visto la scena con i miei occhi; ma me la sono dipinta con tanta chiarezza, da giovane, quando l'uomo giunse ad High Gaunt e disse: «L'ho fatta tutta al galoppo da Lisronagh per dirvi che le oche sono alla palude», che l'immagine continua a contare tra le mie memorie. Ed è stata una gioia profonda a stamparmi l'immagine nella mente, perché andare a caccia era la massima avventura che avessi conosciuto all'epoca, e un fagiano l'uccello più grosso che avessi abbattuto; e l'oca, la grigia viaggiatrice così circospetta, così rara e alonata di romanticismo, costituiva per me un trofeo maggiore di qualunque altro il mondo potrebbe offrirmi adesso.
Come un filo dell'ordito di una stoffa passa per tutti quelli della trama, contribuendo alla compattezza del tessuto, così, in Irlanda, la volpe percorre tutte le nostre esistenze, al punto che chiunque se ne disinteressi finisce per vivere alquanto isolato dagli altri.
Ho apprezzato l'ambientazione. A me piace tanto l'Irlanda perciò eccomi qui. Innamorata dell'ambientazione e di ciò che mi ha portato questo racconto. Non è un romanzo molto lungo, però credo di poter dire che in questo caso non è la lunghezza a fare di questo romanzo un buon romanzo, ma il proprio contenuto. Un contenuto di qualità. Forse di difficile interpretazione, ma pur sempre davvero ben scritto. Non mi resta, dunque, che consigliarvi questo libro, entrare nella mente di Lord Dunsany non è facile, ma se trovate la chiave, non ve ne pentirete.
A presto,
VOTO:
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