mercoledì 13 marzo 2019

Recensione: L'uomo dagli occhi di husky - Antonio Michele Paladino





Titolo: L'uomo dagli occhi di Husky
Autore: Antonio Michele Paladino
Genere: Thriller
Editore: Self - Publishing 
Pagine: 177
Prezzo: 2,99 € (ebook) ; 10,00 € (cartaceo) 
Data di pubblicazione: 13 Dicembre 2016


Margherita ha visto un uomo morire. È stato ammazzato, con una mazza da baseball, in un vicolo buio e sporco. Lei non ha fatto niente, non ha detto niente. Ha pensato che fosse meglio nascondersi e tacere, far finta di nulla per continuare a vivere un’esistenza normale, persino felice, accanto a un marito che l’amava e a un bambino che stava per nascere.
Sono trascorsi otto anni da quella notte. Margherita ha dimenticato quell'uomo. Ha dimenticato anche i suoi occhi. Erano azzurri e freddi, come quelli di un husky. Ma il tempo non dimentica, e alla fine presenta sempre il conto.


Copia omaggio fornita gentilmente dall'autore

recensione

Sentiva freddo e un forte senso di nausea. Sentiva anche paura. 
Buongiorno cari lettori di Cronache di Lettrici accanite. Oggi vi voglio parlare di un libro dai toni thriller–psicologici che ho letto e che mi ha colpita! Si tratta de “L'uomo dagli occhi di Husky” di Antonio Michele Paladino. Il romanzo, non molto lungo, può essere trovato su amazon al prezzo di due euro e novantanove centesimi, in formato kindle, oppure a dieci euro, in copertina flessibile. Ho avuto la possibilità di leggere il romanzo recentemente, nonostante fosse da tempo che dovevo farlo. Insomma, diciamo pure che sono stata lenta e mi scuso per ciò. La storia è incentrata su Margherita, giovane donna che si trova ad assistere ad un omicidio e che, dopo otto anni, quando tutto sembrava sepolto sotto altri ricordi, si trova a dover affrontare qualcosa di più grande di lei.
Il libro di Paladino inizia con un ritmo piuttosto lento, il lettore deve pazientare per essere immenso nella storia, ma credo che l'attesa valga tutto ciò che poi accade. Ammetto che, i primi capitoli, li ho letti con molta preoccupazione: Paladino scrive molto bene, ma più di una volta mi sono domandata dove volesse andare a parare. Più di una volta mi sono domandata perché lo stessi leggendo, poi ho capito. Lentamente mi sono trovata nel bel mezzo della storia e sono arrivata a divorare l'intero romanzo in poche ore. Ciò che all'inizio mi è parso noioso è diventato emozionante ed esaltante. Paladino, come già detto, scrive molto bene: l'editing è perfetto e benché si arrivi alla vicenda lentamente, tutto ciò che si legge è scorrevole

«Non c'è!» urlò. «Oddio! Raffaele, vieni su. Mattia non c'è.» Lele salì di corsa i gradini e la spintonò entrando in camera. Gli occhi, terrorizzarti, erano sbarrati nella speranza di veder apparire Mattia da qualche parte; magari nascosto nell'armadio, oppure dietro la televisione, che aveva lasciato accesa con Mangiatori di ossa in pausa.


Paladino è riuscito a farmi impazzire, letteralmente, mischiando noir, thriller e paranormale ( per certi versi! ), tanto da sfornare un romanzo che vale la pena leggere ( soprattutto se siete appassionati del genere! I personaggi sono stati gestiti magistralmente e devo essere sincera: persino i cliché sono stati qualcosa di inaspettato, un vero paradosso se ci si pensa. Ogni azione è stata pensata in modo che il lettore si immedesimasse nella vicenda e anche il procedere lento è risultato estremamente piacevole, soprattutto perché si arriva alla storia senza nemmeno accorgersene. La psicologia gioca un ruolo fondamentale. Al liceo ho studiato questa materia e tuttora ne sono appassionata: posso assicurarvi che se vi piacciono i thriller psicologici questo romanzo fa decisamente al caso vostro. È stata una lettura veramente piacevole e trovo sia giusto consigliarla, soprattutto agli amanti del genere! A me non resta che fare i complimenti allo scrittore: complimenti meritatissimi, non c'è che dire. Aspetto sicuramente di leggere qualcos'altro uscito dalla penna e dalla mente di Paladino.

Come sempre vi saluto!
Alla prossima,







VOTO:


Con la coda dell'occhio, Margherita vide l'infermiere arrivare con un bicchierino pieno di pillole per lei. Nascose l'accendino nella tasca sinistra della vestaglia e riprese a cantare. «Oh che bel castello marcondiro-ndiro-ndello, oh che bel castello marcondiro - ndiro - ndà. Noi lo bruceremo marcondiro - ndiro - ndello, noi lo bruceremo marcondiro - ndiro - ndà.»  

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