Titolo: Fiori sopra l'inferno
Autore: Ilaria Tuti
Genere: Thriller
Editore: Longanesi
Pagine: 366
Prezzo: Cartaceo 16,90
Ebook 8,99
Ebook 8,99
Data di pubblicazione: 4 Gennaio 2018
«Tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, giù nell'orrido che conduce al torrente, tra le pozze d'acqua smeraldo che profuma di ghiaccio, qualcosa si nasconde. Me lo dicono le tracce di sangue, me lo dice l'esperienza: è successo, ma potrebbe risuccedere. Questo è solo l'inizio. Qualcosa di sconvolgente è accaduto, tra queste montagne. Qualcosa che richiede tutta la mia abilità investigativa. Sono un commissario di polizia specializzato in profiling, e ogni giorno cammino sopra l'inferno. Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall'età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l'indagine. Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura».
recensione
Il silenzio incoraggia sempre il carnefice, mai la vittima.
Eccomi
qui, con una nuova recensione per voi di un libro che appartiene ad un
genere che leggo e recensisco poco, ma che, da quando mi era saltata
all'occhio la copertina, non sono riuscita a togliermi dalla testa.
Sto
parlando di “Fiori sopra l'Inferno” di Ilaria Tuti, un thriller
poliziesco.
Prima
di iniziare a leggere il romanzo in questione ho fatto delle ricerche
e letto recensioni in giro per curiosità e devo dire che le opinioni
in merito sono davvero discordanti. Adesso vi dirò la mia...
La
narrazione parte con un flashback a ritroso di anni, infatti facciamo
un salto temporale nel 1978 e ci catapultiamo in questo luogo oscuro
e misterioso, isolato, situato fra le montagne della zona Friulana,
quindi lontano da tutto e da tutti. Il prologo del romanzo risulta
già alquanto lugubre e devo ammettere che inizialmente, quando Agnes
si muove tra le stanze di quel luogo spettrale e si avvicina alla
culla del bambino n° 39, ho pensato: ”Sono ancora a tempo per
tornare indietro.”
Ho aspettato qualche giorno per proseguire la
lettura, poi, di nuovo incuriosita, ho iniziato nuovamente e da lì non mi sono
più staccata.
Dal
prologo si passa ai giorni nostri, la commissaria Battaglia si trova
di fronte ad un delitto avvenuto nella piccola comunità montanara di
Travenì. La
commissaria Battaglia, donna con alle spalle anni e anni di esperienza
in ambito criminologo, si trova di fronte ad un delitto molto
particolare e fin dai primi dettagli del ritrovamento ne viene a
conoscenza.
Il
cadavere ritrovato nel bosco, infatti, risulta essere stato privato
degli occhi a mani nude e un altro dettaglio molto raccapricciate è il
fatto che l'assassino, dopo aver compiuto il delitto, ha spogliato la
vittima e creato uno “spaventapasseri” con gli abiti intrisi di
sangue dell'uomo ucciso.
Che
dire? Teresa Battaglia si trova di fronte ad un'indagine coi fiocchi.
Alla
sua squadra viene ad aggiungersi un nuovo personaggio, che sarà fonte
importantissima per arrivare alla conclusione dell'indagine.
Si tratta di Massimo Marini, ispettore assegnato da poco alla squadra della Commissaria Battaglia.
Il rapporto che si verrà piano a piano a creare fra i due è una linea importante su cui viaggia il romanzo.
La commissaria, infatti, ha un carattere particolare, un passato alle spalle che pesa ed una malattia che si aggrava ogni giorno di più con cui lottare.
Ma l'ispettore pian piano si renderà conto che dietro quella scorza dura c'è una donna forte che col tempo è stata costretta ad essere indipendente e ad affrontare le proprie paure.
Questa secondo me è una buona parte del romanzo e una caratteristica in più rispetto ad un thriller qualunque.
Tornando alla storia, le indagini porteranno a svelare i segreti di quel paese apparentemente tranquillo e porterà alla luce fatti avvenuti anni prima e mai raccontati.
Infatti Teresa sa che l'assassino colpirà ancora ed è solo questione di tempo prima che ci sia un'altra vittima da piangere. Tic tac dunque...
Il tempo scorre... Riusciranno a capire quale pista seguire per arrivare a capire chi c'è dietro quella morte così strana?
La vita faceva paura, a guardarla in faccia per quello che davvero poteva essere, ma restava sacra, inviolabile, un'avventura straordinaria che andava affrontata con il cuore a mille e un senso del meraviglioso che non poteva spegnersi nemmeno di fronte al dolore più straziante.
Non
vi aggiungo altro perché lo spoiler è una delle cose che odio di
più e non voglio cadere in quest'errore.
Il
resto, se vorrete, lo scoprirete da soli.
Io
vi posso dire che ho trovato il romanzo scorrevole e le ultime pagine
le ho veramente finite in poche ore perché la voglia di capire chi
ci fosse dietro tutti quegli avvenimenti era incontrollabile.
All'inizio
ho fatto fatica a collegare i salti temporali e il presente perché non capivo come fosse utile ad arrivare al colpevole. Piano piano ci
sono arrivata e devo dire che non avevo mai letto una storia così...
Fino
all'ultimo capitolo mi ha tenuta col fiato sospeso e secondo me è
questo che un buon thriller deve riuscire a fare.
Sarebbe
bello che la commissaria Battaglia potesse vivere altre storie perché
la protagonista è molto particolare e secondo me deve vivere ancora
attraverso le storie della scrittrice.
Spero
di non avervi annoiata.
Io
adesso vi saluto e vi do appuntamento alla prossima recensione.
Baci
baciiii
Attorno a lui la vita e la morte danzavano assieme ogni giorno, come una farfalla e una falena nell'ora in cui il tramonto diventa crepuscolo.
VOTO:
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