Titolo: Una collana di perle
Autore: Cristina Pezzica
Editore: Self publishing
Genere: Antologia di racconti
Pagine: 170
Prezzo: €5.99 (ebook)
€23.90 (copertina rigida)
Data di pubblicazione: 2015
Autore: Cristina Pezzica
Editore: Self publishing
Genere: Antologia di racconti
Pagine: 170
Prezzo: €5.99 (ebook)
€23.90 (copertina rigida)
Data di pubblicazione: 2015
"Una collana di perle" è un'antologia di racconti suddivisi per argomento; storie d'amore (fluff, non erotica), del mistero, di viaggio e sugli animali, con protagonisti diversi e che raccontano vicende diverse, slegate le une dalle altre, ma accomunate dal desiderio di condividere un'emozione, un sentimento, un sussulto del cuore.
Le sezioni dell'antologia sono suddivise per colore:
Perle Rosse- storie d'amore
Perle Bianche - storie di animali
Perle Verdi - storie di viaggio
Perle Nere - storie del mistero e dell'orrore
“Una collana di perle” è un’antologia di racconti (appunto, le perle) uniti da un filo conduttore che si trasforma e cambia colore. MI spiego meglio: il libro è diviso in quattro macro categorie, quella rossa che parla d’amore, quella verde di viaggi, quella bianca di animali e quella nera di storie dell’orrore.
Ovviamente quella che mi è piaciuta di più è la sezione rossa, ma oggi vi parlerò di tutte e quattro. Ero molto dubbiosa su come impostare la recensione, per evitare che fosse troppo lunga e prolissa, per cui ho deciso di scegliere tre racconti e parlarvene in dettaglio.
Partiamo dal Rosso quindi dal mio racconto preferito, nonché il primo di tutta l’antologia, “Dono d’amore”.
Il racconto parla di Rodolfo, un imprenditore giovane ed affermato che lavora nella ditta di famiglia. Egli ha un’idea piuttosto precisa di come giri il mondo e di quale sia il suo posto in questo meccanismo, sa che ci sono regole implicite nella società odierna che un uomo di classe e con una certa estrazione sociale deve rispettare, per non risultare sconveniente agli occhi delle persone. Queste regole sono sue da una vita e non fa fatica ad accettarle e a seguirle… almeno finché non incontra Amira.
Amira è una giovane donna libanese, senza un lavoro ed un soldo in tasca. I due si incontrano davanti ad un supermercato in cui la donna sta chiedendo l’elemosina con un bel sorriso gentile sulle labbra. Rodolfo non può resistere al suo fascino e sente verso di lei una curiosità che lo spinge ad avvicinarsi.
Inizialmente ha troppa paura per fare il primo passo, si limita a lanciarle qualche monetina e guardarla da lontano, tornando quasi ogni giorno al supermercato, con un pretesto o con un altro. Questo teatrino va avanti per un po’, fino al punto che l’uomo, buttando al vento ogni convenzione sociale, decide di avvicinarsi ed iniziare a parlarle.
Tra i due nasce così un rapporto strano, fatto di lunghe chiacchierate e silenzi che non sono semplici silenzi, ma ben presto questo legame sarà destinato a cambiare, ad evolversi, fino a trasformarsi in qualcosa di più. Ma un grande ostacolo nascerà sulla loro strada: la famiglia di Rodolfo.
Come riuscire a superare i pregiudizi che circondano Amira? Come aprire gli occhi dei genitori sulla dolcezza e la caparbietà della ragazza, nonché sulla sua incredibile voglia di lavorare ed il suo coraggio?
A Rodolfo non importa di tutto ciò; lui la vuole per quello che è e la ama senza condizioni o preconcetti, ma non tutti sono d’accordo con la loro unione e se anche il destino malevolo si mette nel mezzo…
Come riuscire a superare i pregiudizi che circondano Amira? Come aprire gli occhi dei genitori sulla dolcezza e la caparbietà della ragazza, nonché sulla sua incredibile voglia di lavorare ed il suo coraggio?
A Rodolfo non importa di tutto ciò; lui la vuole per quello che è e la ama senza condizioni o preconcetti, ma non tutti sono d’accordo con la loro unione e se anche il destino malevolo si mette nel mezzo…
“Dono d’amore” è un racconto che vi lascerà una malinconia di fondo difficile da ignorare, una volta terminato. E’ una storia che vi coinvolgerà, per poi stupirvi e commuovervi subito dopo; è la storia di un amore puro, di quelli che raramente si ha il privilegio di vedere; è una storia di coraggio, determinazione e forza; è una storia che sfida ogni pregiudizio, anche inconscio, della vostra mente e che fa pensare sul come, a volte, la nostra mente si soffermi su particolari “futili” senza invece cogliere l’essenza di ciò che ci circonda.
Insomma, mi è piaciuto molto. Soprattutto per l’implicita vena sovversiva che si nasconde tra le righe di quello che potrebbe sembrare un “semplice” racconto d’amore. Trovo che la scelta di porlo all’inizio dell’antologia sia vincente, perché dopo aver letto queste pagine mi è venuta la curiosità di continuare la lettura, sebbene il genere del racconto breve non sia il mio preferito.
Non distruggerò i tuoi sogni, donna occidentale, pensò Amira con un tuffo al cuore, mentre finiva di preparare il pacchetto regalo. Io non sono come loro. E fa troppo male, quando la persona che amiamo ci viene strappata.“La strega”, perle Bianche, è (ovviamente) l’altro racconto di cui vogli parlavi.
Parla di una giovane donna che, in un mattino piovoso, arriva in un piccolo villaggio di provincia, con una sola valigia ed un gatto dall’aspetto inquietante a farle compagnia. Si stabilisce nella più remota casa del paese, ai margini della società, e resta chiusa in casa per tutto il tempo.
Tutti gli abitanti del paese sono curiosi di lei, la spiano e provano ad avvicinarsi alla casa in cui vive. Lei dal canto suo, non scende mai al villaggio, si fa consegnare la spesa e tutto ciò di cui ha bisogno direttamente all’abitazione all’imbrunire.
Alcuni bambini, giocando nel bosco lì vicino, l’hanno scorta raccogliere delle strane erbe, mormorando parole aspre in una lingua sconosciuta. Inoltre non si separa mai dal suo grosso gatto nero, dallo sguardo arcigno e gli parla quasi come se fosse un umano.
Non passa molto tempo prima che la donna diventi l’argomento preferito delle vecchie comari del paese, che parlano di lei e un po’ si inventano, un po’riportano aneddoti inquietanti che la riguardano. Ben presto la donna, dal nome sconosciuto ed il comportamento strano, viene etichettata come “strega”.
Questa convinzione non fa altro che crescere quando si viene a sapere che il paese d’origine della sconosciuta è Triora, posto famoso per colpa della caccia alle streghe che infuriava durante il Medioevo e che si era abbattuta con particolare violenza in quella località. Che la donna sia una delle discendenti di quelle streghe?
Tutto questo parlare non fa altro che accrescere l’inquietudine della gente del paese che inizia a temere la presunta strega ed inizia a girare alla larga dal suo “antro”.
La situazione subisce un ribaltamento tale da risultare quasi comica e per questo è piacevolissima da leggere.
E niente… in queste pagine ho rivisto un po’ dei “Malavoglia” e mi è venuta voglia di andare a riprendermeli per rileggere di questi personaggi che mi hanno toccato il cuore fin da bambina. Forse lo stile o il modo in cui sono descritte le situazioni, non so, mi ha fatto pensare a Verga. Il che è una grande cosa, credetemi.
Questo è il motivo per cui mi è piaciuto così tanto: non è semplice scrivere qualcosa di proprio ed originale parlando di un tema come “le streghe” già visto e rivisto.
Il terzo racconto che voglio segnalarvi appartiene al genere nero, ovvero Horror. Non è un genere che non amo particolarmente: sono abbastanza paranoica senza dover leggere anche storie che non mi facciano dormire la notte. Questo racconto però mi è piaciuto perché assomiglia molto ad una di quelle serie tv che sono solita guardare la sera o nei momenti di svago. Gli “assassini” li chiamiamo noi, essenzialmente gialli con una linea di horror o di raccapricciante. Un vero toccasana, ve lo assicuro.
Il racconto in questione è “Alla salute!”, che già dal titolo si capisce essere molto interessante (scherzo… forse).
Tutto questo parlare non fa altro che accrescere l’inquietudine della gente del paese che inizia a temere la presunta strega ed inizia a girare alla larga dal suo “antro”.
Per cui potrete ben immaginare lo stupore della gente quando, il giorno della Vigilia di Natale, la donna scende in paese ed inizia a camminare per le vie deserte, con il suo insolito gatto ed un sacchetto misterioso. Il suo cammino finisce proprio davanti alla porta del sindaco, a cui bussa finché l’uomo, che la stava spiando di nascosto, non si trova costretto ad aprire.
La scena che segue è surreale, la donna gli parla senza timore, ignorando le dicerie che circolano sul suo conto. L’unico problema è che parla in una lingua sconosciuta, aspra e dura, che sembra indurire ogni frase detta. Il sindaco la scaccia, scocciato e spaventato, invitandola a tornare a casa sua e a non fari più vedere.
Non capisce l’errore che sta commettendo….
La scena che segue è surreale, la donna gli parla senza timore, ignorando le dicerie che circolano sul suo conto. L’unico problema è che parla in una lingua sconosciuta, aspra e dura, che sembra indurire ogni frase detta. Il sindaco la scaccia, scocciato e spaventato, invitandola a tornare a casa sua e a non fari più vedere.
Non capisce l’errore che sta commettendo….
Devo confessare che quando ho capito dove sarebbe andato a parare questo racconto ho riso come una sciocca. Secondo me è assolutamente il migliore nella sua categoria, sebbene il tema “animali” sia trattato solo marginalmente.“Monsieur”, cominciò la strega, un po’ esitante per via di quella brusca accoglienza, “j’ai un cadeau pour le village…”“Ma cosa dice?”, sussurrò una contadina che era in ascolto dietro la porta di casa. “Vuole dei cardi?”Il sindaco non capì una parola di quello che la strega stava cercando di dirgli, e la scacciò in malo modo. “Signora, lei sta mettendo in allarme tutto il paese! Se ne vada subito, oppure la faccio arrestare!” Sconcertata, la strega spostò il peso del grosso involto da un braccio all’altro e mormorò, con un filo di voce;“Pardonnez-moi…”“Adesso miagola perfino, come il suo gatto?”, la schernì la vecchia Brigida, al riparo dietro le finestre di casa sua. “L’ho sempre detto che dev’essere mezza matta!”
La situazione subisce un ribaltamento tale da risultare quasi comica e per questo è piacevolissima da leggere.
E niente… in queste pagine ho rivisto un po’ dei “Malavoglia” e mi è venuta voglia di andare a riprendermeli per rileggere di questi personaggi che mi hanno toccato il cuore fin da bambina. Forse lo stile o il modo in cui sono descritte le situazioni, non so, mi ha fatto pensare a Verga. Il che è una grande cosa, credetemi.
Questo è il motivo per cui mi è piaciuto così tanto: non è semplice scrivere qualcosa di proprio ed originale parlando di un tema come “le streghe” già visto e rivisto.
Il terzo racconto che voglio segnalarvi appartiene al genere nero, ovvero Horror. Non è un genere che non amo particolarmente: sono abbastanza paranoica senza dover leggere anche storie che non mi facciano dormire la notte. Questo racconto però mi è piaciuto perché assomiglia molto ad una di quelle serie tv che sono solita guardare la sera o nei momenti di svago. Gli “assassini” li chiamiamo noi, essenzialmente gialli con una linea di horror o di raccapricciante. Un vero toccasana, ve lo assicuro.
Il racconto in questione è “Alla salute!”, che già dal titolo si capisce essere molto interessante (scherzo… forse).
Il riassunto della trama sarà veramente breve, per non rovinare al lettore il piacere di leggerlo e scoprire passo passo gli elementi che lo compongono.
C’è una morte sospetta in paese, l’anziano Signor Ermanno è morto senza alcun motivo apparente. Certo, la sua vita di eccessi nel bere e nel fumare non devono avergli giovato, così come l’intervento al cuore, ma negli ultimi tempi aveva cambiato stile di vita, passando ad uno più sano, e non sembrava così in salute da anni. Cosa sarà mai successo?
Il suo medico, il Dottor Balduccio, non riesce a darsi pace per la sua dipartita inspiegabile. Insomma, tutti gli esami fatti recentemente sono perfetti…
L’uomo è morto a casa di un amico, Argo, il quale inizierà una discussione con il Dottore in merito al defunto e alle sospette cause della morte, per giungere poi ad una conclusione inaspettata.
C’è una morte sospetta in paese, l’anziano Signor Ermanno è morto senza alcun motivo apparente. Certo, la sua vita di eccessi nel bere e nel fumare non devono avergli giovato, così come l’intervento al cuore, ma negli ultimi tempi aveva cambiato stile di vita, passando ad uno più sano, e non sembrava così in salute da anni. Cosa sarà mai successo?
Il suo medico, il Dottor Balduccio, non riesce a darsi pace per la sua dipartita inspiegabile. Insomma, tutti gli esami fatti recentemente sono perfetti…
L’uomo è morto a casa di un amico, Argo, il quale inizierà una discussione con il Dottore in merito al defunto e alle sospette cause della morte, per giungere poi ad una conclusione inaspettata.
Insomma, “Una collana di perle” è una raccolta che mi è piaciuta molto. Forse l’unica cosa che non mi convince particolarmente è la sezione Verde, dedicata ai viaggi. Probabilmente è anche dovuto alla mia attitudine.
“Una sfortuna maledetta”, convenne mestamente Argo, bevendo un altro sorso di birra. “Però, mi scusi, continuo a non capire cos’è che la preoccupa.” “Non sono sicuro di riuscire a spiegarle… Ecco, mi sarei aspettato che Ermanno fosse morto per un’insufficienza respiratoria, un collasso polmonare o qualcosa del genere. Come le ho detto, i suoi polmoni erano messi decisamente peggio del cuore.”
I racconti sono veloci, dinamici e “freschi”. Mi piace il fatto che non vengano appesantiti con mille particolari inutili, o con descrizioni dettagliate e prolisse. Li ho letti in svariati momenti della giornata, sul treno, in coda al supermercato e prima delle lezioni, per questo ho apprezzato la brevità delle storie e la loro auto conclusione.
Se state cercando un libro di questo genere ve lo consiglio, ma anche se siete sempre stati annoiati dai racconti o non vi hanno mai soddisfatto particolarmente questa, per voi, potrebbe essere un’ottima opportunità per riscoprirli e magari concedergli il beneficio del dubbio.
N.B: la votazione non particolarmente alta è dovuta al genere a cui appartiene il libro che, ahimè, non è il mio preferito.
VOTO:
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