lunedì 24 ottobre 2016

Recensione: The Siren - Kiera Cass






Titolo: The Siren
Autore: Kiera Cass
Editore: Sperling & Kupfer
Genere: Fantasy YA
Pagine: 289
Prezzo: €17,90
Data di pubblicazione: 18 Ottobre 2016








Kahlen è una sirena, una meravigliosa e pericolosa creatura al servizio dell'Oceano. Ma non è sempre stato così. C'è stato un tempo in cui Kahlen era soltanto una ragazza come tutte le altre. Poi, un giorno, mentre stava annegando, l'Oceano l'ha salvata e le ha regalato una seconda possibilità. Anche se a un prezzo terribile. Per ripagare il suo debito, Kahlen infatti ha dovuto rinunciare a una vita normale e ai suoi sogni, primo fra tutti quello di amare ed essere amata, per attirare in acque mortali, con il suo canto letale e ammaliatore, altri esseri umani. Per cento anni. Solo allo scadere di questo tempo, potrà finalmente tornare a parlare, ridere e vivere liberamente. Fino ad allora una sua parola sarà sufficiente a uccidere un uomo. Così, quando un giorno incontra Akinli, Kahlen sa bene che legarsi a lui è l'errore peggiore che possa fare. Innamorarsi di un essere umano infrange tutte le regole dell'Oceano. Ma Akinli, gentile, premuroso e bellissimo, è il ragazzo che ha sempre sognato. Quanto sarà disposta a rischiare per seguire il suo cuore?

«Non sono un uomo ricco, Kahlen, però questa è casa mia. Grazie a Ben e a Julie sto risparmiando per rimettere in sesto la mia vita, ma fino a quando non ti ho trovata sulla spiaggia non ero sicuro di avere una ragione per farlo. Se vuoi rimanere qui, non permetterò a nessuno di farti del male. Se vuoi tirarti fuori da qualsiasi situazione tu sia finita dentro, non importa che cosa sia, ci prenderemo cura di te, tutti quanti.»



Quando ho visto tra le uscite che la Sperling avrebbe pubblicato un nuovo libro della Cass, il mio entusiasmo è schizzato alle stelle.
Peccato che non sia durato abbastanza. Sarà che, visto che avevo adorato la serie The Selection, avevo aspettative troppo altre ma questo libro mi ha delusa su tutta la linea.
Il romanzo inizia con Kahlen che si trova nella cabina di una nave insieme ai suoi genitori quando, ad un tratto, odono un suono, uno strano canto, provenire da fuori e decidono di andare sul ponte.
Qui Kahlen vede tutti i passeggeri della nave, alcuni sembrano in trance, altri hanno una faccia estasiata, altri ancora si buttano in mare. Istintivamente Kahlen si copre le orecchie e osserva inorridita ciò che succede davanti a lei, fino a quando vede i suoi genitori che, tenendosi per mano, si buttano nel mare in tempesta e istintivamente toglie le mani dalle orecchie. Appena il suono del canto giunge fino a lei, il suo corpo sembra non rispondere più ai suoi comandi e, in poco tempo, finisce in acqua. A contatto con l’acqua gelida capisce che la sua morte è ormai imminente e rimpiange tutto ciò che non potrà più fare: innamorarsi, essere amata, sposarsi, mettere su famiglia.
Abbassai le mani e una nota catturò il mio orecchio. Improvvisamente quel canto era l’unica cosa importante. La mia paura e le mie preoccupazioni svanirono. Sembrava davvero che fosse meglio essere in acqua, abbracciata dalle onde, invece che sul ponte, sferzata dalla pioggia. Un’idea deliziosa. Dovevo berla, riempirmici lo stomaco, il cuore, i polmoni, saziare ogni parte del mio corpo con quel liquido.

Ma Madre Oceano sente i suoi pensieri, prova compassione per quella ragazza che cerca inutilmente di combattere contro la morte e le offre una soluzione: la trasformerà in una sirena, vivrà per cento anni senza mai invecchiare, né ammalarsi, donando la sua voce e il suo canto a Madre Oceano per attirare gli uomini in mare e permetterle di nutrirsi quando ne ha bisogno. Kahlen accetta e, da quel momento, non potrà più parlare con nessun essere umano per non rischiare di ucciderlo e soprattutto di esporre il segreto delle sirene.
Passano ottant’anni da quel giorno, a Kahlen mancano solo 20 anni di servizio ad Oceano e ogni singolo naufragio che è costretta a causare grava sulla sua coscienza, tanto da portarla a creare un album di informazioni su ogni singolo passeggero di ogni singola nave che ha contribuito ad affondare.
Quell’ultima sera, nel corridoio del suo dormitorio, avevo pensato che sarebbe stato più facile se lui mi avesse dimenticata prima che io dimenticassi lui.
Ora avevo la sensazione che anche dopo che il suo nome e il suo volto fossero stati cancellati dalla mia mente, c’era una possibilità che io non lo fossi la sua.
Kahlen è la sirena preferita di Oceano che non nasconde mai il suo affetto per lei ed è soprattutto la più ubbidiente che abbia mai avuto. L’unica sirena che, nel corso dei secoli, cerca Oceano anche quando non è lei a chiamarla.
Entrambe provano un affetto smisurato l’una per l’altra, tanto che Kahlen considera Oceano l’unica famiglia che le sia rimasta.
Questo fino a quando non conosce Akinli, un umano incrociato per sbaglio in un buio angolo della biblioteca e alla quale sembra non importare lo strano mutismo della ragazza.
In poco tempo Akinli, con la sua simpatia, la sua gentilezza e la sua premura conquista il cuore della ragazza tanto da portarla a fare pensieri su ciò che ha e su ciò che non potrà mai avere.
Non sai cucinare. Non sai disegnare. Che sai fare?
«Ottima domanda. Vediamo… So pescare. È una cosa di famiglia, proprio come l’orrendo nome di battesimo. So mandare sms con frasi complete. Oh, sì, ci vuole una certa abilità!» Sorrise orgoglioso dei suoi successi. «E grazie al fatto che mia madre da ragazza era una ballerina professionista, so ballare il Lindy Hop e lo swing.»
Mi raddrizzai di scatto e Akinli mi fissò sorpreso.
«Te lo giuro, se adesso mi dici che balli lo swing anche tu, io… Non lo so, do fuoco a qualcosa. Nessuno può ballare in quel modo.»

Per questo motivo, un giorno, Kahlen decide di sparire nel nulla, per il bene suo e di Akinli. Ma quando sarà costretta a cantare di nuovo per nutrire Madre Oceano e tra le vittime vede due sposi, tutto ciò in cui ha creduto sembra crollare intorno a lei e, forse, Madre Oceano non la ama poi così tanto come dice.
Si ritrova a scappare, nuotare più lontano che può e, senza accorgersene, si ritrova nella piccola cittadina di Akinli, il ragazzo che segretamente le ha rubato il cuore.
Ma come può lasciarsi andare a questo amore quando non può neanche parlare e deve ancora servire Oceano per altri vent’anni?
Osservai Akinli, il suo sorriso che illuminava la folla, un carisma naturale emanato dalla sua persona. Era stata una cosa speciale, bella addirittura, ma non era sopportabile. Alla fine qualcosa avrebbe suscitato i suoi sospetti. Perché non mi ammalavo mai? Perché il mio peso non cambiava? Perché ogni tanto ero costretta a scomparire?
Mi sentivo una vera sciocca. Nel migliore dei casi, lui sarebbe invecchiato e io no, e quando la mia condanna da sirena fosse finita, non mi sarei ricordata di lui.
Forse sarebbe stato meno doloroso se mi avesse dimenticata e basta.
Arretrai piano dalla folla, così silenziosa che nessuno ci fece caso.

L’idea di base di questo romanzo è veramente molto originale, ma il problema principale è come Kiera Cass l’ha impostato. Mi è piaciuto vedere come il rapporto tra le sirene e Oceano si evolve, i sentimenti contrastanti di odio e gratitudine, e anche la possessività di Oceano verso coloro che, ormai, per lei sono delle figlie.
Una cosa che non mi è piaciuta per niente è il rapporto che si sviluppa con Akinli. Si sono incontrati appena due volte e Kahlen era praticamente già innamorata. Lo pensava sempre, le faceva desiderare di avere di più e in ottant’anni non aveva mai provato una cosa del genere. MA SERIAMENTE?
Volevo guarire. Volevo trovare un modo per evitare che il dolore e la tristezza potessero sopraffarmi. Dopo aver parlato con Madre Oceano, non ero sicura che fosse possibile. Forse ero destinata a essere per sempre infelice.
Mi aveva detto di vivere…
Non sapevo come dirLe che il solo essere in vita non era sufficiente per chiamarlo vivere.

Cioè, ha vissuto sulla Terra più di chiunque altro, ha visto mode andare e venire, ha vissuto la qualunque e un ragazzino ti fa mettere in discussione tutto? Ma anche no.
Per non parlare poi del rapporto malsano (secondo me) che queste ragazze hanno con Madre Oceano. Okay, ha salvato loro la vita, ma effettivamente le obbliga a uccidere per cento anni uomini per nutrirla! E quando arriva il momento per Kahlen di trovare la cosa giusta per se stessa e infrangere le regole, Madre Oceano la ostacola e invece di ucciderla, la obbliga ad aggiungere alla pena cinquanta anni. E questa sarebbe la Madre amorevole che Kahlen elogia sempre? Io non credo. Io vedo un rapporto di possessività estrema, una sorta di ossessione verso Kahlen solo perché è l’unica sirena che, in secoli, si è veramente interessata a Oceano e ai suoi bisogni.
«Mi hai riportato in vita», mi sussurrò. Doveva avere notato lo sguardo sognante nei miei occhi, perché quasi all’istante riabbassò le labbra sulle mie.
L’avevo aspettato per un’eternità. E avrei aspettato ancora, se avessi dovuto. Ero fatta per baciare quel ragazzo, per stare fra le sue braccia.
Tutte le mie barriere caddero e lo attirai a me, desiderando ci fosse un modo per essere ancora più vicini.
Eravamo stelle.
Eravamo musica.
Eravamo tempo.

Insomma, riepilogando sono tante le cose che mi hanno fatto storcere il naso e a questo si aggiunge anche il ritmo piuttosto noioso che caratterizza più di metà libro. Fino al ventesimo capitolo era veramente una noia mortale, tanto che meditavo di abbandonare la lettura, poi improvvisamente un colpo di scena dietro l’altro nell’ultima parte del romanzo, cosa che non mi ha permesso di gustarmelo come avrei dovuto.
Diciamo che non è il libro migliore che Kiera Cass abbia scritto, anzi, se devo essere sincera non credo neanche che lo consiglierei. A voi l’ardua scelta!
Alla prossima! La vostra,





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