Anche se con un po' di ritardo, eccoci finalmente alla settimana dedicata al libro L'ultimo treno per la libertà di Meg Waite Clayton.
Un review tour in 5 tappe per raccontarvi questo romanzo e allo stesso tempo #pernondimenticare
Questa è la mia recensione per questa prima tappa, spero possa piacervi e raccontarvi del romanzo al meglio!
Autore: Meg Waite Clayton
Genere: Narrativa storica
Editore: Harper Collins
Pagine: 544
Prezzo cartaceo: € 18.90
Data di pubblicazione: 28 Gennaio 2021
Il treno fischia all’avvicinarsi della stazione, il confine tra la Germania e l’Olanda è vicino. Truus Wijsmuller sa che non può permettersi nemmeno un errore. Manda i tre bambini che viaggiano con lei a lavarsi le mani e affronta, armata solo di un passaporto olandese e di un piccolo anello di bigiotteria, i controlli della guardia nazista. Questo non è il primo viaggio di Truus, eppure ogni volta è come la prima, il cuore in gola e il coraggio che la sostiene sapendo che la sua missione è più importante di tutto: salvare quanti più bambini ebrei possibile, farli salire sul treno che li porterà lontano dalle atrocità naziste. È il 1936 e l’Austria sta per essere annessa alla Germania. Per Stephan Neuman i nazisti sono poco più che dei violenti brutti ceffi. Ha solo quindici anni, il suo sogno è fare lo scrittore ed è il figlio di una ricca famiglia ebrea viennese. La sua migliore amica è Žofie-Helene, una ragazza cattolica appassionata di formule matematiche, la cui madre lavora per un giornale antinazista. Ma l’innocente adolescenza dei due ragazzi sta per infrangersi come un cristallo di fronte alla violenza del regime di Hitler. Gli altri paesi stanno chiudendo le loro frontiere, una massa di persone disperate si accalca ai confini per fuggire. Eppure, anche nell’oscurità, c’è una luce che continua a splendere, perché Truus Wijsmuller è determinata a salvare tutte le vite che può. E per farlo arriva a sfidare Eichmann: in una corsa contro il tempo dovrà condurre centinaia di bambini e ragazzi in un pericoloso viaggio in treno da Vienna fino in Inghilterra. Un treno verso la salvezza, un treno verso la libertà. Balzato in cima alle classifiche, vincitore di prestigiosi premi internazionali e ispirato a una vicenda realmente accaduta, L’ultimo treno per la libertà è la storia di una donna che anche quando tutto sembra perduto continua a lottare con coraggio contro le ingiustizie. È la storia di due ragazzi che vogliono afferrare la vita e viverla nonostante la guerra. È la storia di come ognuno di noi può fare la differenza, per non dimenticare la natura meravigliosa dell’animo umano.
Copia omaggio fornita gentilmente da Harper Collins
recensione
Eccomi qua, Lettori Accaniti.
Come spiegavo ieri nel post di presentazione dell'evento (qui), dopo i molti disguidi avevo un po' perso fiducia nell'iniziativa. Dopo, però, chilometri e chilometri di camminate di riflessione all'improvviso mi è apparsa chiara una cosa: che quello che stava succedendo a me era esattamente quello che succede a quasi tutti dopo delle giornate così importanti.
Se è vero che il tempo guarisce tutte le ferite, sicuramente aiuta anche a sbiadire i ricordi più importanti. E' per questo che abbiamo una Giornata della Memoria a livello mondiale, per non dimenticare, ed è per questo che forse dovremmo tutti, a livello personale, impegnarci affinché la memoria viva ogni giorno, attraverso le nostre azioni.
"Mio padre sosteneva che il coraggio non è la mancanza di paura, ma piuttosto andare avanti ignorandola" disse a Klara.
Oggi voglio parlarvi di una storia che è ambientata negli anni subito antecedenti lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, quando ancora la situazione non era tragica, ma già si potevano scorgere i primi indizi e iniziavano a prendere piede le prime ingiustizie. Ingiustizie a cui non solo pochi si opponevano, ma ingiustizie che pochi vedevano come tali.
In questo clima vivono i nostri due protagonisti, Truus Wijsmuller e Stephan Neuman, due personalità totalmente agli antipodi.
Truus Wijsmuller è un personaggio ispirato ad una figura storica realmente vissuta, una donna adulta, coraggiosa e con una mente lucida anche nelle situazioni più pericolose. Una donna che non ha avuto figli suoi, forse perché era destinata ad averne più di diecimila.
Diecimila bambini (di cui più di tre quarti ebrei) che, con il suo progetto Kindertransport, è riuscita a fare uscire da Germania, dall'Austria e dalla Cecoslovacchia, arrivando a sfidare perfino Eichmann, il generale spietato che per primo forgiò il sistema dei campi di lavoro, poi adottato da tutto il Reich.
Il secondo protagonista della storia, Stephan Neuman, è poco più di un bambino quando scopre per la prima volta cosa significhi essere "ebreo". Costretto prima a rinunciare alle ricchezze della sua famiglia, poi a diritti essenziali e quasi scontati (come la libertà di movimento) ed infine perfino alla libertà, il ragazzo si trova a vivere in latitanza, nei sotterranei di una città in cui è cresciuto, ma che ora lo vede come un estraneo.
La sua storia è la più straziante tra le due. Se quella di Frate Truus è un invito all'azione e al non perdere mai la speranza, quella di Stephan spezza il cuore al lettore, che assiste impotente alla fine della sua infanzia, alla sua disillusione, a quella maturazione forzata di chi deve crescere in fretta per sopravvivere.
La storia di Stephan è una testimonianza chiara e vivida di quelli che forse in pochi ricordano nel Giorno della Memoria: che c'erano bambini che sono stati costretti a vedere cose terribili, che c'erano bambini che sono stati costretti a non essere più bambini.
"Uno è sempre più grande di zero"
Questo romanzo mi ha trasmesso sensazioni molto forti, fin dall'inizio della lettura.
Se da un lato simpatizzavo con Stephan, mi disgustavo per quello che gli accadeva e soffrivo con lui, dall'altro non potevo smettere di credere che esistesse ancora del bene grazie alla storia di Frate Truus.
Un treno per la libertà è un libro che coniuga la disperazione con la speranza, l'oscurità più buia con la luce che resiste caparbia. E' una testimonianza forte che ci invita a rimanere fedeli ai nostri valori sempre e dimostra che dalle piccole azioni di resistenza e giustizia possono scaturire grandi imprese, che per qualcuno possono significare la vita, la salvezza.
Un libro terribile, che ricorda uno degli orrori più tremendi della storia moderna, ma al tempo stesso un libro di speranza ed incoraggiamento, che ci ricorda che forse forse anche noi possiamo essere la nostra personalissima versione di Frate Truus nelle nostre vite.
Un romanzo che ho letto tutto d'un fiato, avvincente, avventuroso e che fa riflettere. Una storia folle, di un progetto nato dai sogni e dal senso di giustizia di un gruppo di donne, che è riuscito a fare la differenza per quasi diecimila bambini.
Un messaggio forte, indelebile, del bene che si fa coraggio e caparbietà e resiste nonostante le esime possibilità di riuscita.
Un esempio da seguire e da portare con noi sempre.
Per avere altri assaggi di questa storia, non perdetevi le altre tappe di questo tour.
Noi ci vediamo alla prossima recensione
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