Le mani sul suo volto si fermarono, anche se un pollice continuò ad accarezzarle lo zigomo mentre fissava i suoi occhi sorpresi, sostenendo lo sguardo di lei. La bocca di Gabe si ammorbidì in un sorriso delicato. «Hai dei bellissimi capelli, Fi». La sua voce roca le agitò il cuore. «Bellissimi».
"Gli anni dell'adolescenza sono difficili in ogni cultura"."Lo penso anch'io. Conosciamo così poco di noi stessi.Non siamo ancora noi, ma crediamo di esserlo".
"Tu hai quello che noi chiamiamo shibui"."Cos'è?". Fiona si sporse in avanti, ansiosa di imparare qualcosa di più sulla cultura giapponese."Shibui è la semplicità, la modestia, la naturalezza, la quotidianità... tu sei tu. Non cerchi di essere ciò che non sei. Controllata in alcune cose, ma non in altre". Le sorrise. "Oggi, mentre parlavi, ho visto una scintilla di fuoco nei tuoi occhi, specialmente quando parlavi di Gabe. Ti sminuisci, ma i tuoi capelli hanno una delicata bellezza. Sei molto educata. Shibui è tutto questo".
La maestosità del Giappone è qualcosa che non so descrivere a parole: amo la cultura nipponica profondamente. Vedere Tokyo attraverso gli occhi della saggia Hakuka è meraviglioso. Le vette più alte si toccano quando l'autrice entra nella cultura di questo popolo descrivendo la cerimonia del tè attraverso gli occhi di questa donna. Che meraviglia!
Altro momento topico quello dedicato alla fioritura dei ciliegi: vi è una simbologia intensa e ricca di significato.
“Hanami” significa “ammirare i fiori” e in Giappone si tratta di una vera e propria tradizione iniziata 1300 anni fa, diffusasi poi in tutto il mondo. I fiori protagonisti dell’hanami sono i fiori di ciliegio (sakura in giapponese) e in misura minore quelli degli alberi di prugne (ume) e possono essere ammirati sia di giorno sia di notte.
Il fiore di ciliegio, nella cultura giapponese, riveste dei significati molto importanti e centrali in diversi ambiti. Poiché il sakura è un fiore che sboccia in modo molto appariscente ma dura per pochi giorni, è diventato il simbolo della stagionalità, della caducità della bellezza e della vita.
La metafora del sakura è centrale nel buddismo, soprattutto nel buddismo zen, dove il fiore del ciliegio ricorda ogni anno la natura effimera di tutte le cose, anche di quelle apparentemente destinate a durare.
Non a caso, in particolare i Samurai venivano paragonati ai fiori di ciliegio: la loro vita era magnifica e potente ma sempre pronta a spegnersi nel momento di maggiore vigore.
Il bushido, ovvero la morale e la vita dei samurai, ha una simbologia profondamente intrecciata con quella del sakura: come il ciliegio mette tutta la sua energia in piccoli fiori modesti, ma che insieme danno vita ad uno spettacolo maestoso, così i samurai con la loro singola modestia possono formare un’armata molto forte.
Allo stesso modo, come il ciliegio può vedere la sua intera fioritura spazzata via dal vento ma nonostante ciò fiorisce ogni anno, così nel bushido si dà tutta la propria energia sapendo che può essere uno sforzo effimero.
Credo si sia capito il mio folle amore per questo luogo! Avrei molte altre cose da dire, ma non voglio svelare altro, mi accontento di aver aperto le vostre menti, di avervi incuriosito.
Il Giappone è una contraddizione costante: è emblema di tradizione, storia e cultura ed allo stesso tempo è simbolo di una modernità quasi sfacciata, molto potente che viaggia a ritmi frenetici. Questa contrapposizione nel libro è portata avanti dalle figure di Setsuko e Mayu. Figlie di una contemporaneità che cerca di non abbandonare l'eredità del passato e vivere il progresso con la forza e l'energia tipica di questi anni moderni.
Un libro che mette il lettore in pace con il mondo, personalmente ha alimentato la mia sete di cultura, di conoscenza e la mia voglia innata di viaggiare e conoscere nuovi popoli e nuove culture anche molto lontane. Vi consiglio di mettervi comodi sul divano con un plaid ed una bella tazza fumante di tè e concedervi questo regalo. Questa coccola tutta per voi.
Alla prossima,
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