martedì 24 novembre 2020

Recensione: Un tè con biscotti a Tokyo - Julie Caplin


Titolo:
Un tè con biscotti a Tokyo
Autore: Julie Caplin
Genere: Contemporary Romance
Editore: Newton Compton
Serie: #romanticescapes
Pagine: 305
Prezzo: 5.90€ edizione digitale 9.90€ edizione cartacea
Data di pubblicazione: 2 Novembre 2020


Fiona è una blogger di suc­cesso, specializzata in viaggi. Ha girato il mondo in lungo e in largo, ma il Giappone è sempre stato in cima alla sua lista dei desideri. Per questo, quando scopre di avere la possibilità di partire per un viaggio interamente pagato, è al settimo cielo: i suoi sogni sembrano avverarsi! E così arriva nella splendida città di Tokyo, vibrante di vita e di suggestioni, pronta a godersi la sua straordinaria avventu­ra… almeno finché non sco­pre che anche Gabe, l’uomo che le ha spezzato il cuore dieci anni prima, si trova lì. Nel tentativo di dimenticare il dolore del loro ultimo incon­tro, Fiona si getta a capofitto nell’esplorazione della città. Grattacieli mozzafiato, tem­pli e santuari antichissimi, il sushi, lo spettacolo della fioritura dei ciliegi: chissà se potranno funzionare come antidoto contro la tristezza.


Copia omaggio fornita gentilmente da Newton Compton

recensione


Poter viaggiare anche solo con la fantasia è terapeutico in questo periodo così particolare, oggi vi porto con me in un luogo magico e affascinante: il Giappone

La protagonista di questo romance è Fiona, una giovane blogger di viaggi con la passione per la fotografia che, per circostanze fortuite, si ritrova catapultata nel magico mondo nipponico alle prese con rituali del tè, cibo divino e atmosfere magiche.
Le mani sul suo volto si fermarono, anche se un pollice continuò ad accarezzarle lo zigomo mentre fissava i suoi occhi sorpresi, sostenendo lo sguardo di lei. La bocca di Gabe si ammorbidì in un sorriso delicato. «Hai dei bellissimi capelli, Fi». La sua voce roca le agitò il cuore. «Bellissimi». 
Un té con i biscotti di Julie Caplin si lascia leggere molto velocemente, ti culla in una dimensione spaziale che rapisce lo spettatore facendogli desiderare solo di poter fare la valigia e partire; anche il tempo subisce una dilatazione: l'arco temporale in cui si svolge la narrazione è di soli quindici giorni ma al lettore tutto sembra accadere con una lentezza ed una meticolosità tipica della cultura orientale. 

 Inutile dirvi che il viaggio di Fiona non sarà puramente fisico: assisteremo ad un cambiamento spirituale di questa giovane donna, una sorta di rinascita e crescita. Fiona spezzerà il cordone ombelicale con una mamma ipocondriaca ed iperprotettiva e finalmente abbandonerà l'insicurezza che ha caratterizzato i suoi anni adolescenziali quando si è invaghita per la prima volta del bellissimo Gabe.  
"Gli anni dell'adolescenza sono difficili in ogni cultura".
"Lo penso anch'io. Conosciamo così poco di noi stessi. 
Non siamo ancora noi, ma crediamo di esserlo".

Il misterioso Gabriel Burnett regala molte gioie ed in egual misura molti dolori, l'ex fotografo prodigio è solo l'ombra di sé stesso, costretto ad inseguire un amore sbagliato e malato che riesce a vedere la vita da una prospettiva nuova solo quando incontra la nostra Fiona

Le mille sfaccettature di Gabe lo rendono a tratti odioso ed insensibile, solo quando riemerge dal suo stato di "catatonia dei sentimenti" si apprezza in tutto il suo splendore. Il suo estro creativo e la sua genialità si sposano benissimo con la poesia di quei luoghi che sono lì pronti per essere amati anche attraverso l'obiettivo della macchina fotografica!

"Tu hai quello che noi chiamiamo shibui".
"Cos'è?". Fiona si sporse in avanti, ansiosa di imparare qualcosa di più sulla cultura giapponese.
"Shibui è la semplicità, la modestia, la naturalezza, la quotidianità... tu sei tu. Non cerchi di essere ciò che non sei. Controllata in alcune cose, ma non in altre". Le sorrise. "Oggi, mentre parlavi, ho visto una scintilla di fuoco nei tuoi occhi, specialmente quando parlavi di Gabe. Ti sminuisci, ma i tuoi capelli hanno una delicata bellezza. Sei molto educata. Shibui è tutto questo".


La maestosità del Giappone è qualcosa che non so descrivere a parole: amo la cultura nipponica profondamente. Vedere Tokyo attraverso gli occhi della saggia Hakuka è meraviglioso. Le vette più alte si toccano quando l'autrice entra nella cultura di questo popolo descrivendo la cerimonia del tè attraverso gli occhi di questa donna. Che meraviglia! 

Altro momento topico quello dedicato alla fioritura dei ciliegi: vi è una simbologia intensa e ricca di significato.

Hanami” significa “ammirare i fiori” e in Giappone si tratta di una vera e propria tradizione iniziata 1300 anni fa, diffusasi poi in tutto il mondo. I fiori protagonisti dell’hanami sono i fiori di ciliegio (sakura in giapponese) e in misura minore quelli degli alberi di prugne (ume) e possono essere ammirati sia di giorno sia di notte.

Il fiore di ciliegio, nella cultura giapponese, riveste dei significati molto importanti e centrali in diversi ambiti. Poiché il sakura è un fiore che sboccia in modo molto appariscente ma dura per pochi giorni, è diventato il simbolo della stagionalità, della caducità della bellezza e della vita.

La metafora del sakura è centrale nel buddismo, soprattutto nel buddismo zen, dove il fiore del ciliegio ricorda ogni anno la natura effimera di tutte le cose, anche di quelle apparentemente destinate a durare.

Non a caso, in particolare i Samurai venivano paragonati ai fiori di ciliegio: la loro vita era magnifica e potente ma sempre pronta a spegnersi nel momento di maggiore vigore.

Il bushido, ovvero la morale e la vita dei samurai, ha una simbologia profondamente intrecciata con quella del sakura: come il ciliegio mette tutta la sua energia in piccoli fiori modesti, ma che insieme danno vita ad uno spettacolo maestoso, così i samurai con la loro singola modestia possono formare un’armata molto forte.

Allo stesso modo, come il ciliegio può vedere la sua intera fioritura spazzata via dal vento ma nonostante ciò fiorisce ogni anno, così nel bushido si dà tutta la propria energia sapendo che può essere uno sforzo effimero.

Credo si sia capito il mio folle amore per questo luogo! Avrei molte altre cose da dire, ma non voglio svelare altro, mi accontento di aver aperto le vostre menti, di avervi incuriosito.

Il Giappone è una contraddizione costante: è emblema di tradizione, storia e cultura ed allo stesso tempo è simbolo di una modernità quasi sfacciata, molto potente che viaggia a ritmi frenetici. Questa contrapposizione  nel libro è portata avanti dalle figure di Setsuko e Mayu. Figlie di una contemporaneità che cerca di non abbandonare l'eredità del passato e vivere il progresso con la forza e l'energia tipica di questi anni moderni. 

Un libro che mette il lettore in pace con il mondo, personalmente ha alimentato la mia sete di cultura, di conoscenza e la mia voglia innata di viaggiare e conoscere nuovi popoli e nuove culture anche molto lontane. Vi consiglio di mettervi comodi sul divano con un plaid ed una bella tazza fumante di tè e concedervi questo regalo. Questa coccola tutta per voi.


Alla prossima, 




VOTO:

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