venerdì 16 ottobre 2020

Review Party: Un gioco da ragazzi - Erica Katz

Fui percorsa da un leggero brivido quando la mia corazza costituita da décollete vertiginose e da un impeccabile tailleur di altissima sartoria, iniziò a incrinarsi.



Titolo:
Un gioco da ragazzi
Autore: Erica Katz
Genere: Narrativa Femminile
Editore: Piemme
Serie: Autoconclusivo
Pagine: 414 pp
Prezzo: 9,99 € edizione digitale - 19,00 € edizione cartacea
Data di pubblicazione: 13 Ottobre 2020


Quando Alex Vogel, studentessa modello laureatasi con il massimo dei voti, riceve un'offerta di lavoro da un prestigioso studio legale di Manhattan, Klasko & Fitch, pensa che tutti i suoi sogni stiano per diventare realtà. Il salario è ottimo, il lavoro è entusiasmante e l'alcol scorre a fiumi ogni venerdì sera. Alex non si è mai sentita così potente e così sicura di sé.
Ma sotto quella patina luccicante dell'azienda si nascondono segreti accuratamente celati. Gli avvocati scompaiono nel bagno per fare uso di cocaina, i soci dormono in ufficio e il loro cliente più importante molesta sessualmente una serie di colleghe, nessuna delle quali ha intenzione di denunciarlo.
Man mano che le aspettative e le richieste dei clienti nei confronti di Alex aumentano, lei si rende conto ben presto che per adattarsi in quel mondo deve chiudere un occhio su ciò che accade e che non le piace. Tuttavia, mentre inizia a perdere il controllo sulla sua vita e sulle sue relazioni, la verità le appare lampante: quel club per soli uomini è un posto pericoloso, dove per raggiungere la vetta del successo devi seguire regole ben precise. Ma chi le ha decise? E se quel sistema fosse stato costruito in modo tale che una donna non possa mai vincere?
Un romanzo brillante e coraggioso, capace di dar voce alle donne che in tutto il mondo lavorano in ambienti in cui le regole del gioco vengono decise dagli uomini.


Copia omaggio fornita gentilmente da Piemme

recensione

Lei mi fissò perplessa. «Il codice etico dice che dobbiamo vestire "business causal" quando siamo in ufficio, incontriamo i clienti o rappresentiamo la Klasko in un ambiente in cui è appropriato tenere un aspetto professionale» recitò. Io la scrutai in faccia in cerca di una traccia di malignità, ma non ne trovai.
«Lo so, sto andando in palestra» le dissi stringendomi nelle spalle. «A volte bisogna infrangere qualche regola per non impazzire.» Lei annuì, sempre seria. «Ma come fai a sapere quali regole si possono infrangere?» Feci di nuovo spallucce e le rivolsi un cenno di saluto mentre l'ascensore raggiungeva il suo piano. Lei uscì con riluttanza, come se non volesse lasciarmi senza aver prima ricevuto una risposta.


Ed eccoci qui, lettori accaniti! Sono pronta a parlarvi di questo ultimo romanzo, oggi. Si tratta di Narrativa Femminile. Un genere importante, un po' come il libro che sono andata a leggere e che mi ha, effettivamente, fatta riflettere. Un gioco da ragazzi, questo è il titolo del libro che vado a recensire, è un nuovo romanzo scritto da Erica Katz di cui onestamente non sapevo niente. Questo libro, comunque, è stata una vera sorpresa e ringrazio davvero moltissimo la Piemme per avermi dato la possibilità di questa lettura. Venite con me a scoprire cosa ne penso!


La prima cosa che posso dire è che questo libro affronta temi davvero attuali che non dovrebbero mai, mai essere lasciati indietro. Ci troviamo in uno studio di avvocati che si occupano di diversi ambiti. Alex è la nostra protagonista, una donna forte, ha studiato ed è arrivata allo studio Klasko & Fitch. Arrivare in un mondo dove sono gli uomini a comandare è difficile, ma ciò che sono i giochetti di loro fanno sì che Alex ne rimanga incantata o, addirittura, assuefatta. Il mondo degli uomini, così potremmo definirlo, dove le donne non dovrebbero entrare. Dove sono burattini nelle mani dei più forti. Penso di non essermi mai arrabbiata tanto mentre leggevo un romanzo. Volevo entrare nel libro e prendere a sberle tutti gli uomini del libro. Ma come diamine si permettono. Come diamine... Mamma mia. Che rabbia. Veramente, più ci penso, più mi viene voglia di prendere a sberle il primo uomo che trovo per strada ( quanto sono violenta!! ). 

Mi voltai verso Jordan. «Ci sono rimasta molto male quando Gary mi ha palpeggiato alla festa della Stang River» dissi imbandalzita dai quattro vodka tonic che avevo consumato. Jordan mi scrutò attentamente. «Guardati intorno, Precisetti. Vedi donne giovani? No. Non ne invitano molte.
Tutti i giovani in questa sala portano da bere al capo. La maggior parte non viene nemmeno inviata. Quando sei il capo, le scrivi tu le regole. Per ora tutti i giovani, uomini e donne, devono ingoiare il boccone amaro e sorridere.» Il suo tono era piuttosto spensierato, ma le sue parole risuonavano aspre alle mie orecchie. Serrai la mascella, chiamai una cameriera di passaggio e la incaricai di procurarci un'auto per il Joe's Stone Crab. Lei mi indicò il banco del concierge, ma poi parve ripensarci.


Questo pezzo del romanzo mi ha fatta veramente imbestialire. Ci è rimasta male? Davvero? E la risposta di Jordan mi ha lasciata esterrefatta. Come cazzo si permette. Che siano giovani o vecchi... No. Assolutamente no. Quella è una molestia. Come caspita viene in mente di dire "ingoia il boccone", ma io ti spacco la faccia. Terribile, devo essere sincera. Il problema è che queste cose accadono davvero nella vita di tutti i giorni: uomini con il potere che pensano di poter fare quello che vogliono senza pagarne le conseguenze. Agire. Bisogna agire. E questo libro fa capire proprio questo. Una storia graffiante, incredibile. Una storia che ti permette di pensare, di comprendere come, anche se le cose cercano di rimanere nascoste, accadono. E accadono spesso alle donne. Una parentesi vorrei aprirla per Kevin, l'unico nero agli studi. La fine che fa, il modo in cui viene trattato, mi ha messo i brividi. Ci sono tante cose che trovo reali in quanto ho letto. 


Non rammento molto del resto della serata. Serbo un vago ricordo del portinaio che fissava i mii piedi, ma più per il fastidio delle impronte sanguinolente che lasciavo sul pavimento di marmo dell'atrio che per vera preoccupazione per il mio benessere fisico. Ricordo di essermi tolta l'abito con grande cura, come se restituirlo mi in condizioni decenti mi avrebbe permesso di ignorare l'accaduto.
Ricordo di aver pianto a intervalli, ma soprattutto perché ritenevo di doverlo fare. Non ero triste. Ero arrabbiata. E sollevata. E spaventata.


Concluso il libro sono rimasta spiazzata. Sono rimasta felice. Sono rimasta arrabbiata. Direi che è stato incredibile. Una lettura davvero incredibile. Una lettura in grado di farti vedere che nonostante tutto, le carte in tavola si possono cambiare. 

E per oggi vi lascio.

A presto, 













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