Roma, 1870.
Una Roma diversa da come la immaginiamo noi.
Una Roma dove bisogna scegliere da che parte stare, prima che gli altri scelgano per noi. Ecco dove si trovano i nostri protagonisti che, pur essendo sedotti dalla bellezza della città Eterna, scopriranno che non tutto è perfetto come si crede.
Autore: Luca di Fulvio
Genere: Narrativa Storica
Editore: Rizzoli
Serie: Autoconclusivo
Pagine: 695 pp
Prezzo: 10,99 € edizione digitale - 20,00 € edizione cartacea
Data di pubblicazione: 13 Ottobre 2020
In
una Roma senza padrone, due giovani cuori imparano ad amarsi. Luca Di
Fulvio torna a incantare i lettori raccontando il momento
irripetibile della nascita di una nazione. Stato Pontificio, 1870.
L'orfano Pietro è fuggito da Novara insieme alla Contessa, una donna
dagli occhi color ametista e dall'eleganza innata. Marta è cresciuta
viaggiando insieme ai circensi: quando era bambina, il vecchio
cavallaro Melo l'ha accolta sul suo carro insieme a giocolieri,
acrobati e trapezisti. I loro destini si incrociano per caso, come i
loro sguardi. Quando arrivano a Roma, restano entrambi a bocca
aperta: nessun posto è così bello e corrotto insieme, così marcio
e così incantevole. Eppure, a meno di un decennio dall'unificazione
del Regno d Italia, la Città Eterna è una polveriera. "Roma
libera" è il motto segreto che passa di bocca in bocca tra
botteghe e palazzi, tra gli straccioni dei vicoli e tra i giovani
aristocratici del Caffè Perilli: "Siamo tutti fratelli, tutti
carne italiana. Ma cosa significa davvero essere italiani? Cosa
significa essere fratelli per due come loro, che non hanno mai avuto
una casa e una famiglia? Mentre la tensione sale e le truppe del Papa
sorvegliano le strade vicino a Porta Pia, Marta e Pietro dovranno
farsi coraggio e decidere da che parte stare, prima che là fuori
cominci la battaglia.
Copia omaggio fornita gentilmente da Rizzoli
recensione
Era una truppa merdosa e miserabile. Magri. Avvizziti. Con una carnagione smunta, colore della cera. Sulla faccia, sulle mani, sulle caviglie si vedevano i segni rossi dei morsi delle cimici che infestavano le loro brande.
Buon pomeriggio lettori accaniti!
Eccoci qui pronti per una bella recensione di un libro scritto da mani italiane. La ballata della città eterna, questo è il titolo dell'opera, non solo è ambientata a Roma, capitale italiana, ma è anche scritta da un autore italiano, Luca Di Fulvio. Il romanzo è stato pubblicato proprio ieri, 13 Ottobre, e si può trovare in tutte le librerie e store online grazie alla casa editrice Rizzoli. Prima di iniziare la vera e propria recensione, ci tengo a ringraziare la casa editrice per l'invio del materiale e della copia cartacea, ma anche il blog The Reading's Love che mi ha permesso di scoprire questo romanzo e di far parte dell'evento a esso dedicato.
Ma ora, veniamo finalmente a noi.
Prima di iniziare la recensione, vorrei fare un minimo di contestualizzazione storica. Ci troviamo, all'interno del Romanzo, nel 1870 a quasi dieci anni, dunque, dall'unificazione d'Italia. In molti, immagino, credono che, una volta unificato il paese, sia andato tutto bene, ma non è stato affatto così. Sebbene sia passato quasi un decennio, infatti, la pace sembra destinata a non arrivare presto, soprattutto per coloro che chiedono cambiamenti. Il Papa eletto che troviamo in questo anno è Papa Pio IX e sono certa che, se avete studiato storia, non vi sarà nuovo come nome, soprattutto se associato a Porta Pia. Sì, perché Roma, a quell'epoca era ancora sotto lo stato pontificio, al contrario del resto dell'Italia e quello fu proprio l'anno della presa di Roma che, ufficialmente, passò in territorio italiano il 2 Ottobre dello stesso anno, con un plebiscito di annessione. Ed eccoci, dunque, pronti a parlare del libro. Nei primi capitoli iniziamo a conoscere i nostri protagonisti: Marta, la Contessa e l'orfano. Una prima parte che, dunque, serve a conoscere le dinamiche, le motivazioni ( almeno in parte ) del desiderio di andare a Roma.
Il malacarne, tirato fuori un coltellaccio, avanzò a passi felpati, sbirciando in ogni stanza che oltrepassava. Attraversò la casa fino alla cucina. Aprì la porta e fece entrare i suoi uomini. «Ricordate che siamo patrioti» mormorò. Ma in tono minaccioso.
Andando avanti con la storia, le varie vicende, ovviamente si intrecciato. In un certo senso mi è sembrato di leggere un'opera di teatro. Non in senso negativo, ma anzi, per il suo essere discorsivo, nonostante sia un libro abbastanza lungo che tratta temi piuttosto importanti, l'ho trovato facile da leggere. Credo sia una cosa importante: molto spesso i libri di narrativa storica risultano essere pesanti per le vicende in essi raccontati, ma in questo caso, io non ho fatto alcuna fatica. Ho letto il libro senza perplessità, andando a cercare avvenimenti realmente accaduti per comprendere meglio ciò che leggevo, in caso avessi voluto approfondire. In effetti, pur avendo studiato storia e studiandola ancora, ci sono certe cose che avevo del tutto rimosso. Mi è piaciuto molto lo stile di Di Fulvio perché è stato in grado di non appesantire, ma di rendere interessante anche questa parte di storia. Trovo che l'editing sia stato fatto bene e lo stile è davvero molto buono e curato. Mi è piaciuto che, a inizio capitolo si mettesse la data e il luogo in cui si avvenivano i fatti, in modo da rendere più partecipe il lettore. Come ho già detto, i dialoghi sono molto efficaci, aiutano a gestire molto meglio la narrazione rendendola più leggera per il lettore. Ho apprezzato anche la nota d'autore ( posso dire che non avevo fatto caso al fatto che Pietro in teoria non potesse scattare quelle fotografie in quel modo? Sei assolutamente perdonato! ) in cui ci sono diversi dettagli.
Un lavoro ben costruito e ben scritto.
Approvato dalla sottoscritta!
A presto,
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