Oggi vi lasciamo con un ultimo post serale. Si tratta della recensione a Al passato si torna da lontano di Claudio Panzavolta, un romanzo di narrativa contemporanea uscito proprio oggi e che io ho avuto il piacere di leggere in anteprima! Edito da Rizzoli, questo romanzo ci porta nel 1944, un tempo che potrebbe apparire lontano, ma che è più vicino di quanto si possa credere.
Autore: Claudio Panzavolta
Genere: Narrativa Contemporanea
Editore: Rizzoli
Serie: Autoconclusivo
Pagine: 436 pp
Prezzo: 9,99 € edizione digitale - 20,00 € edizione cartacea
Data di pubblicazione: 27 Ottobre 2020
È
il 1944, il cacciabombardiere Pippo vola sui cieli della Romagna e
Anita è appena una bambina. Ma non dimenticherà mai il momento in
cui l'hanno strappata dalle braccia della madre, fucilata dai
fascisti. E neanche quando il padre Armando, deperito e
irriconoscibile, ritorna dalla Germania dopo un lungo viaggio in
sella a una bici di fortuna. A guerra finita, insieme al padre
ritrovato e alla zia Ada, che si è presa cura di lei e di sua
sorella Edda, Anita proverà a lasciarsi gli anni più difficili alle
spalle e a costruirsi un futuro. Armando otterrà un impiego alla
Società anonima elettrificazione, viaggiando tra Italia, Grecia,
Turchia e Nord Africa. E intanto Anita attraverserà l'adolescenza e
la giovinezza con testardaggine e alla costante ricerca di giustizia,
vivendo in prima persona i movimenti di emancipazione femminile e i
dibattiti interni alla sinistra italiana, spesso in conflitto con
Edda, più schiva e conservatrice. Amori, matrimoni, rivelazioni,
delusioni e invidie scandiscono la vita della famiglia Castellari,
mentre lontano dal piccolo paese romagnolo - nel ventennio della
caduta e della risalita, dell'orrore e della speranza - il mondo va
avanti, tra tensioni politiche, scoperte scientifiche, conquiste
civili, esplosione del jazz e cronache del jet set. A unire le due
sorelle, però, resterà sempre il ricordo della madre, e la ricerca
dell'uomo che l'ha uccisa. Attraverso una narrazione inarrestabile,
arricchita da fotografie e mappe narrative, e capace di dare
profondità a ciascuna delle numerose figure che occupano la scena,
Claudio Panzavolta ci racconta l'epopea di una famiglia italiana.
Sullo sfondo, la piccola e la grande Storia si intrecciano tra loro,
diventando le altre protagoniste di questo romanzo.
Copia omaggio fornita gentilmente da Rizzoli
recensione
Che cos'è una storia?
Ve lo siete mai chiesti? Una storia è qualcosa che viene raccontato. E io, nel libro appena letto, posso dire di aver trovato più di una storia. Ho trovato diverse storie. Diverse sfumature. Perché, se non lo sapeste, in una storia se ne nasconde sempre un'altra, un po' come le bambole russe, le matrioske. Voi avete mai avuto quelle bambole? Io sì. Mi è sempre piaciuto aprire la più grande e raggiungere, aprendo le altre, la più piccola, quella che, sebbene di dimensioni ridotte, sembra essere quella più importante e preziosa. La storia che ho letto in Al Passato si Torna da Lontano, è un po' come una matrioska: ci sono diversi involucri che arrivano al nucleo centrale. Qualcuno potrebbe pensare che non ci sia nulla di più importante dell'epoca storica in cui è narrata. Altri potrebbero dire che ritrovare la propria famiglia è il nucleo centrale. Altri ancora potrebbero dire che è la ricerca di chi ha ucciso la propria madre. Eppure, credo che la cosa più importante di tutte le storie che troviamo all'interno del libro, siano i legami. I legami che si creano e che sembrano indissolubili: quelli sono il tesoro più prezioso, quello che tutte le storie proteggono.
Nell’istante in cui realizzò che quella mattina la madre non le avrebbe dato un buffetto sulla fronte per salutarla prima di incamminarsi verso i campi, Anita avvertì una stretta allo stomaco che quasi la fece venir meno. Ricacciato indietro un rigurgito, sgusciò fuori dalle lenzuola in silenzio.
Ed eccomi qui di nuovo a parlare di questo romanzo. Claudio Panzavolta ha creato un libro interessante. Innanzitutto ringrazio che abbia messo l'albero genealogico delle famiglie o mi sarei persa sicuramente qualche passaggio, ma inoltre vorrei ringraziarlo per avermi resa partecipe di un racconto che mi ha trascinata indietro nella storia e mi ha messa in contatto con i personaggi del libro. Inoltre, lo stile dell'autore stesso ti permette di leggere il romanzo senza che tu te ne accorga realmente. Mentre ripercorrevo i ricordi e rimettevo insieme i pezzi, mi sono resa conto di essere alla ricerca di qualcosa. All'inizio ho pensato si trattasse di qualcosa nel romanzo. Qualche dettaglio che mi fosse sfuggito. Mentre la verità è che il mio pensiero è andato oltre. Oltre le parole scritte, più nel profondo. Quasi ci fosse qualcosa di intangibile che, tuttavia, mi è arrivato.
Un anno può durare come una vita intera, o meno di un giorno. Dipende da cosa ànno visto i tuoi occhi nel fratempo, da cosa ànno sentito i tuoi orecchi, da quello che ài dovuto sopportare. Un anno può essere lungo un secolo quando la tua più grande preoccupazione è mantenere i piedi asciutti per non patire freddo durante la notte, o mangiare una gamella di rape e bucce di patate con un tozzo di pane, anche secco, anche ammufito. Ecco è diventata questa la mia vita, sono questi i miei bisogni.
Se dico che Panzavolta è riuscito ad arrivare al mio cuore e alla mia testa, non mento. Mi è piaciuto il modo in cui è stato vero nello scrivere quanto ho avuto il piacere di leggere. Non nego sia stato un libro difficile da digerire, soprattutto per le tematiche. Ciò che mi è rimasto più impresso è sicuramente il discorso fatto da Boldrini ad Armando che svela l'omicidio della morte. Il modo in cui Armando gli è stato comunque accanto... Umanità e bestialità, questo è quanto troviamo nel libro. L'umanità di chi sceglie di rimanere con il proprio compagno nonostante tutto e la bestialità di chi decide di uccidere poiché stanco di sopportare. Il potere della condivisione o quello di chi decide di uccidere una madre. E mentre la storia, quella dei libri, ci passa davanti, la vita si snocciola per le persone del libro. La vita va avanti. Sembra terribile detto così. Quante volte le persone ci dicono di non guardare al passato, ma di guardare al futuro? Ma questo questo è incerto, quando il male sembra essere in ogni dove, come si dovrebbe fare? Bello il modo in cui tutto è andato a finire. Bello come tutto è andato a incastrarsi alla perfezione. Un libro davvero ben fatto e le foto sono un'aggiunta bellissima.
Non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento al prossimo articolo!
A presto,
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