giovedì 24 settembre 2020

Blogtour: Inferno - Dante Alighieri



Buongiorno lettori accaniti e buon giovedì!
Oggi vi parlo di un libro che chiunque, a scuola, avrà dovuto studiare ( almeno in parte ). Si tratta dell'Inferno de La Divina Commedia di Dante Alighieri, una delle pietre miliari nel panorama della letteratura italiana e padre della lingua volgare che, lentamente, è diventata la nostra. La mia tappa, l'ultima, vede Dante e Virgilio nel nono e ultimo cerchio. Vi avviso, questi sono, a mio avviso, i canti più cruenti e quelli che più dovrebbero far riflettere poiché il peccato che hanno in comune è il tradimento. Volete saperne di più? Allora non vi resta che seguirmi!



Titolo:
Inferno
Autore: Dante Alighieri
Genere:  Classici
Editore: Mondadori
Serie: Divina Commedia
Pagine: 697 pp
Prezzo: 28,00 € edizione cartacea - 12,99 € edizione digitale
Data di pubblicazione: 19 Maggio 2020


Franco Nembrini, da anni, tiene per tutta l'Italia un ciclo di lezioni su Dante e la Commedia. Alla fine di uno di questi incontri, a Roma, Nembrini è stato avvicinato da un ragazzo che gli ha detto che le sue parole gli avevano cambiato la vita. Questo ragazzo era Gabriele Dell'Otto, uno dei più importanti disegnatori del mondo, artista di punta delle due grandi casi editrici americane di supereroi, Marvel e DC. È nato così un progetto che è anche un sogno. Rivestire la Divina Commedia per portarla al grande pubblico, nel millennio che è appena iniziato. Dopo l'introduzione di Alessandro D'Avenia, ogni canto ha un'introduzione alla lettura scritta da Nembrini, il testo originale di Dante e, a fronte, una parafrasi in italiano contemporaneo, e una riproduzione delle tavole di Gabriele Dell'Otto che illustrano il contenuto del canto. Un grande progetto, che continuerà, ovviamente, con Purgatorio e Paradiso.



Copia omaggio fornita gentilmente da Mondadori

canti xxxi - xxxii - xxxiii - xxxiv


Buongiorno lettori accaniti e buon giovedì!
Oggi iniziamo la giornata con un argomento leggero, leggero! Chi alle scuole medie o alle scuole superiori non ha studiato Dante? Chi non ha amato l'Inferno? Se non lo avete apprezzato, beh... Costruirò un girone all'inferno per voi, mi metterò in contatto con Lucifero e lavoreremo sul da farsi, uno spazietto lo troviamo sicuro! Se, invece, avete amato Dante, eccovi qui! Benvenuti! Oggi scenderemo negli inferi più bassi. Grazie ai Giganti arriveremo al Cocito, la parte più gelida di tutto l'inferno dove, nel centro, troverete proprio Lucifero. Sono certa che in molti conoscerete la storia dell'angelo che ha sfidato Dio e che è stato così scagliato sulla terra. Il volo ha fatto sì che si creasse una voragine che è poi diventata l'inferno: il luogo in cui i peccatori passano i loro anni per espirare le loro colpe. Ma qual è il peccato di Lucifero? L'angelo caduto ha peccato di Superbia o, meglio, di Orgoglio. Ha sfidato Dio pensando di essere più di lui. Ciò che più mi ha sorpresa di questi canti che ho letto e analizzato è la presenza di diverse figure che ho potuto raggruppare in tre grandi calderoni. Mitologia Greca, Religione Cristiana e Storia ( romana e non ). Vorrei, perciò, approfondire con voi questi aspetti che mi hanno incuriosita e, perché no, trasportarle in quello che è il mondo di oggi.
Iniziamo dal canto XXXI. Dove ci troviamo? Siamo nella decima bolgia e stiamo arrivando al pozzo dei giganti, il luogo che separa l'ottavo e il nono cerchio.

Ma lievemente al fondo che divora
Lucifero con Giuda ci sposò;
né, sì chinato, lì fece dimora, 
e come albero in nave si levò.

Qui troviamo Nembrot ed ecco il primo riferimento alla religione. Nembrot è colui che ha fatto costruire la torre di Babele, la stessa torre che viene ripresa nella Genesi. Il peccato di Nembrot è quello della superbia, lo stesso peccato di Lucifero. Egli, creando questa torre vuole arrivare a Dio e mettersi al suo livello. Il fatto di sentirsi migliori di Dio fa sì che, agli inferi, la figura di Nembrot ritragga quello di un gigante, senza però le qualità che lo rendono uomo ( ovvero l'intelligenza e i sentimenti ). Piccola curiosità: Babel vorrebbe dire artificio, quindi qualcosa di non naturale ( come il mettersi al pari di Dio ). Sullo stesso filone troviamo Efialte, questa volta dalla mitologia greca. Efialte è un pastore greco che guidò gli Immortali ( i soldati scelti dal regnante Leonida ) e tradì il re nella battaglia delle Termopili. In questo caso si mise contro Zeus, Dio supremo, e le sue volontà. Anche in questo caso abbiamo un uomo che sfida il volere divino e ne paga, ovviamente le conseguenze. Altra piccola curiosità. Il nome Efialte, in greco, vuol dire incubo. Infine abbiamo Anteo. Anteo è il figlio di Gea e Poseidone. La particolarità di questo gigante è il fatto che, al contrario degli altri, non è legato a delle catene. Questo perché a differenza di altri giganti, non ha combattuto la battaglia contro gli dei dell'Olimpo. Anteo è colui che aiuta Dante e Virgilio ad arrivare al cerchio dei traditori. Egli è l'unico che non ha commesso alcun peccato di superbia né di tradimento.

Un po' di storia e curiosità!

Approfondiamo i personaggi che ritroviamo in questo canto. Come vi ho già detto Nembrot è colui che ha fatto costruire la torre di Babele. Ma che forma avrebbe avuto questa torre? Dove avrebbe dovuto trovarsi? Nella Bibbia ci si riferisce a lui come Nimrob. Si dice di lui che abbia trasformato il governo in una tirannia. Quale regno? Si dice che la torre di Babele si trovasse dove un tempo sorgeva il regno di Babilonia. La torre, costruita in tempi brevissimi per l'epoca, somigliava a unaZiggurat. Inoltre, ci sono altre storie che la riguardano. La torre esiste davvero e il primo scavo archeologico, avvenuto nel 1616, ne dà confermo. Ad oggi, a causa delle guerre e del tempo che scorre, ne rimane poco e nulla, un mero ricordo della bellezza ormai perduta. Di Efialte vi ho raccontato in parte prima. Prima di tutto, ci sono due Efialte nella storia greca. Efialte di Trachis, colui che Dante incontra, e poi Efialte da Atene. Entrambi i personaggi, curiosamente, sono visti in modo piuttosto negativo. Efialte di Trachis per via del suo tradimento, quello di Atene, invece, poiché si dice abbia governato male la città da cui egli viene. Di Anteo abbiamo già detto che si tratta di un personaggio diverso, rispetto agli altri presenti nel luogo dei giganti. Egli è un gigante, figlio di Gea e Poseidone. Vi stupirà, o forse no, sapere che è proprio Gea ad aizzare la battaglia contro gli dei in Olimpo, perciò è veramente strano che il figlio non vi abbia partecipato. Una curiosità rispetto a questa battaglia è il suo nome: gigantomachia, sebbene alla fine, siano proprio gli dei a vincere.

Allor lo presi per la cuticagna
e dissi: «El converrà che tu ti nomi,
o che capel qui su non ti rimanga».

Grazie ad Anteo, dunque, arriviamo finalmente all'interno del nono cerchio. Da questo momento, il peccato predominante è il tradimento. Una sensazione di gelo avvolge Virgilio e Dante ( sensazione che andrà avanti per tutta la fine del loro percorso ). Anche in questo caso, nel canto XXXII abbiamo diverse riferimenti alla Bibbia, ma anche alla mitologia greca. La prima cosa da sapere è che nella prima parte, chiamata Caina, troviamo i traditori dei parenti. Caina viene ovviamente dal personaggio biblico Caino che tradì e uccise il fratello Abele. Si narra che, al contrario del fratello, non fosse gradito a Dio e per questo lo uccise. Credo sia uno dei gesti più inquietanti quello del tradire la propria famiglia. Pensate a chi uccide la propria moglie o i propri figli. Quanto può essere attuale tutto ciò? Un senso di angoscia mi ha attanagliata nel leggere questi passi e mi ha fatta pensare a quante volte riponiamo la fiducia nella nostra famiglia e, a volte, questa venga mal riposta. Il male può annidarsi davvero nel nucleo familiare? Molti sono gli esempi di quanto un amore possa essere violento, perciò la risposta è sì. La parte Antenora deve il nome ad Antenore, traditore della patria. Antenore, facente parte del popolo di Troia pregò che Elena venisse data di nuovo a Menelao, ma ottenuto un rifiuto aiutò gli Achei che, proprio per il suo ruolo, gli risparmiarono la vita. Un altro traditore della patria è Bocca degli Abati, uomo che combatté i guelfi e che viene accusato proprio da Dante stesso. Mi ha colpito molto questo canto per il suo essere tanto cruento.


Tempo di curiosità!

Dunque i personaggi più interessanti di questo sono sicuramente Antenore e Bocca degli Abati. Antenore era un cittadino di Troia, nello specifico un pastore. L'unico ad aver capito cosa stesse succedendo e cosa di sbagliato ci fosse. Un errore a cui ha provato a rimediare ribellandosi e tradendo la propria patria. Ha salva la vita e, a Verona ( in Italia ) fonda la sua discendenza. Eppure, ci domandiamo perché sia all'interno di questo cerchio. Può un gesto del genere essere considerato sbagliato o giusto? Io trovo che ci sia una vena troppo marcata. Non è tutto bianco o tutto nero. Così come Bocca degli Abati. Il suo crimine è essere ghibellino in terra fiorentina. Pur essendo nobile, questo non gli ha permesso di salvarsi in alcun modo. Perché? La verità è ben altra! In realtà Abati era guelfo fin dagli inizi, ma alla vittoria dei ghibellini ha cambiato fazione.


La bocca sollevò dal fiero pasto
quel peccator, forbendola a' capelli
del capo ch'elli avea di vetro guasto. 


Arriviamo ora al canto XXXIII. Siamo ancora nell'antenora, quindi ancora dai traditori della patria. Uno dei personaggi più interessanti e controversi di questo canto è sicuramente il Conte Ugolino accompagnato dall'arcivescovo Ruggieri. Entrambi traditori della patria, sono immersi in un blocco di ghiaccio e il conte Ugolino mangia dal cranio dell'arcivescovo. In questo caso si può notare che abbiamo dei cenni storici. Un distacco dalla mitologia greca non di poco conto considerando che si tratta di personaggi molto vicini a Dante a livello di tempo. Arriviamo poi alla zona Tolomea, dove vengono puniti i traditori degli ospiti. Mi è piaciuta questa decisione di chiamare Tolomea questa zona in quanto Tolomeo, nella storia greca non è solo un astronomo, ma anche un cartografo. Tra i personaggi di questo canto troviamo anche Alberigo Manfredi e Bianca Doria. Alberigo, detto anche Fra Alberigo è un traditore degli ospiti, in questo caso di due parenti. La sua pena è essere ghiacciato e chiede più volte a Dante di togliergli il ghiaccio dagli occhi per poter piangere, ma dopo essere venuto a conoscenza della sua storia, Dante è convinto della punizione che egli ha ottenuto. Non solo ha tradito degli ospiti, ma anche la propria famiglia. La seconda figura è quella di Bianca Doria, anch'esso traditore degli ospiti, accusato di omicidio ( diversi omicidi ). Un'altra curiosità: ancora una volta abbiamo dei riferimenti storici quasi contemporanei a Dante.

Una piccola precisazione...

La figura del tradimento non è vista solamente come qualcuno che tradisce qualcun altro, ma soprattutto è un tradimento verso sé stessi poiché si viene meno anche ai propri valori. Se prendiamo l'esempio d Alberigo, inoltre, è facile comprendere. Fece uccidere i suoi ospiti, persino familiari, in un modo piuttosto poco ordinario: concordò che venissero uccisi quando fece chiamare la frutta. Incredibile, abbiamo ben due tradimenti in un colpo solo.


Lo 'mperador del doloroso regno
da mezzo 'l petto uscia fuor de la ghiaccia...

Arriviamo al canto XXXIV l'ultimo della divina commedia. Dante e Virgilio arrivano alla Giudecca. Il nome deriva da Giuda, che con Cassio è Bruto è la figura che più ha tradito. Qui vediamo infatti lui come traditore di Gesù, Bruto come traditore del padre Cesare che, pur non essendo consanguineo, aveva riposto la fiducia in lui. Infine Cassio, anch'egli assassino di Giulio Cesare, per motivazioni diverse: lo vedeva come nemico della patria. Qui abbiamo Lucifero che mangia dai loro crani aperti, la loro punizione.


La figura di Lucifero.


Lucifero è sempre stata una figura ambigua e anche molto utilizzata nella letteratura. Il diavolo e i suoi demoni, in fondo, nascono nella Bibbia e crescono allo stesso passo della religione cristiana. Ma chi era prima Lucifero? Un Cherubino, un essere buono e incorporeo dedicato a Dio. Eppure questa figura maligna non ha sempre visto una luce malvagia. Nella mitologia greco-romana, infatti, è il Dio della luce. La cosa strana è che, invece, nel vecchio testamento viene avvicinato a Babilonia.


Possiamo dunque concludere questo articolo tirando delle conclusioni. La prima tra tutte è l'attualità di questi peccati, tra i primi la superbia e l'orgoglio. Il tradimento viene subito dopo: come abbiamo visto ce ne sono di diversi tipi e i personaggi incontrati da Dante e Virgilio li reincarnano tutti. Un'ultima cosa degna di cosa è sicuramente la figura del ghiaccio, presente in tutti i canti da me analizzati: il freddo regna sovrano e indica l'aridità dei cuori ( almeno a mio avviso ). 

Non mi resta che salutarvi!
Alla prossima,






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