Come da me promesso, eccomi qui con una nuova e scintillante recensione. Oggi, infatti, vi parlo finalmente de La casa di lacrime e sale, un romanzo fantasy con striature horror, arrivato in Italia il 30 Luglio, ma entrato nella mia wishlist appena ne ho notato il titolo e la copertina. Scritto da Erin A. Craig e pubblicato nel nostro paese da Fanucci, la storia narra la vita di Annaleigh, figlia di un duca e che, proprio come il padre, ha avuto a che fare con avvenimenti nefasti: dalla morte della madre, in tenera età, al seppellimento di ben quattro delle sue undici sorelle. Il romanzo, in effetti, si apre proprio con il funerale di Eulalie, la più bella (a detta di molti) delle sorelle Thaumas, chiamate "le dodici" o anche "le sorelle maledette". Ammetto di aver trovato questo libro davvero emozionante, mi ha tenuta incollata alle sue pagine, sveglia anche la notte per scoprire che cosa realmente succedesse nella vita della famiglia. Non vedevo l'ora di parlarvene e anche mentre vi parlavo dei personaggi, ho fatto davvero fatica a trattenere il mio entusiasmo: sì perché credo che questo romanzo sia uno dei più belli che io abbia letto nel 2020.
Provai a non immaginare come il fondo sottile della bara si sarebbe gonfiato a causa dell'umidità e dell'acqua salta, prima di spaccarsi a metà e riversare il corpo di Eulalie, nelle profondità marine del mausoleo di famiglia.
Sono sincera, è difficile pensare a un punto preciso da cui iniziare questa recensione, perciò vedrò di fare del mio meglio. Una cosa che sicuramente mi ha colpita in positivo è stata la copertina di cui mi sono innamorata a prima vista. Non si tratta di una copertina molto elaborata, tutto il contrario, eppure la trovo molto azzeccata, soprattutto dopo aver letto il romanzo. Un'altra cosa che mi ha sicuramente colpita in positivo è stata la traduzione con il conseguente editing. Non ho trovato errori grossolani e, in caso io li abbia trovati, la bellezza della storia ha fatto sì che io semplicemente li ignorassi (una cosa che non mi capita praticamente mai). Lo stile di questa autrice è spettacolare. Sicuramente non si tratta di qualcosa eccessivamente complicato, ma piuttosto di qualcosa di semplice che, tuttavia, ti penetra nella pelle e si attacca alle ossa: non riesci proprio a scrollartelo di dosso. L'ho trovata facile da leggere, ha donato le informazioni nel modo e nel momento giusto, tanto da rendermi incredibilmente felice per questo. Non ho avuto alcuna difficoltà nel seguire la trama, sebbene non sia esattamente semplice e, soprattutto, non sia per nulla già vista e rivista. Da una parte mi è venuto in mente il film di barbie e le dodici principesse danzanti e anche la fiaba dei fratelli Grimm, sebbene questa sia molto più oscura e tenebrosa. Ho cercato in lungo e in largo una fiaba che potesse assomigliare di più, soprattutto nei dettagli più macabri, ma in effetti, non ho trovato molto (in caso ne sappiate più di me, sarei felice se me ne parlaste!). Il richiamo alle scarpette logore, tuttavia, esiste. Così come la porta che porta le fanciulle al ballo (sebbene le Thaumas non siano più dodici, ma otto!).
«Siamo nati dal Sale, viviamo nel Sale e Sale torneremo.»
Posso sinceramente dire di essere felice di aver notato i riferimenti al mare e al suo mondo, ma soprattutto, ciò che più ho amato è stato il fatto che, a Highmoor, non è l'uomo a ereditare tutto ciò che viene lasciato dal padre, ma il primogenito, che egli sia maschio o femmina. Il fatto che Ortun Thaumas dica, con fierezza, che sono state numerose le donne ad aver portato prosperità non solo alla famiglia, ma al luogo, mi è rimasto impresso. Siamo davanti, in effetti, a qualcosa che non è sempre chiaro. Spesso, infatti, il patrimonio viene lasciato al figlio maschio, soprattutto in ambiti come questo. Proprio per questa sua peculiarità, ho tanto apprezzato l'organizzazione di questo romanzo. Ho tanto apprezzato, inoltre, i riferimenti mitologici: hanno una propria tradizione, sebbene si noti qualche somiglianza con la mitologia greca (ad esempio con Portus o lo stesso Cassius). Come ho già detto, ci sono numerosi riferimenti al mare, ma anche ai commerci e alle navi stesse: vocaboli specifici che vengono usati nel momento del bisogno (e non sono messi a caso come spesso avviene in molti romanzi). Ho apprezzato una scena in particolare: Annaleigh è in barca con Fisher e vede un calamaro, di indole buona solitamente, agguantare una tartaruga. I calamari non mangiano le tartarughe e Annaleigh sostiene prontamente che si sia trattato di un gesto di pura cattiveria.
Il rumore di uno spruzzo poco più avanti mi riscosse dalle mie fantasie, e notai una pinna verde.
Una tartaruga marina!
Fisher strinze gli occhi, osservando l'acqua davanti alla barca. «Annaleigh, non guardare.»
Un tentacolo rosso affiorò dai flutti, agitandosi furiosamente, e il mio sorriso svanì. Quel rosso indicava un calamaro, e anche enorme a giudicare da quanto vedevo.
Quando lo oltrepassammo con la barca, mi venne da piangere. La tartaruga stava cercando di salvarsi. Le braccia del calamaro si erano strette intorno a lei, stringendola, stritolandola e tentando di infrangere il suo guscio. Anche cse così grandi, i calamari non mangiavano le tartarughe.
L'aveva attaccata per pura cattiveria.
Una scena sicuramente impietosa quella a cui la nostra protagonista ha assistito, ma sicuramente non l'ultima che l'abbia devastata. Sono sincera quando dico che questa è una delle scene più crude di tutta la lettura. Credo di essere rimasta segnata, un po' come la stessa Annaleigh. Una scena che esprime cattiveria e il lettore la sente, può quasi toccarla, nell'allungare il braccio e la mano. Numerose, tuttavia, sono le scene che rimarranno impresse nelle vostre menti di lettore. Se chiudo gli occhi, vedo in maniera distinta molto più di quanto un libro possa, solitamente, dare. Sono rimasta sbalordita dal modo in cui i temi sono stati trattati all'interno del romanzo. In primo luogo, il tema del lutto è molto presente. La famiglia Thaumas perde molto e sull'isola il lutto si osserva in maniera molto diversa rispetto quanto ci si potrebbe aspettare: sei mesi vestiti in nero, sei mesi vestiti di grigio. Un anno di osservanza è già molto, osate pensare se la vostra famiglia avesse eventi incredibilmente oscuri: la morte di una madre e di quattro delle sue figlie porta tutti a portare il lutto in eterno o almeno così parrebbe. Il senso di abbandono che si prova quando una persona cara ci abbandona, ma anche il senso di inadeguatezza se non si esprime il sentimento in modo consono. Interessante, anche, il modo in cui la famiglia vive: le sorelle, pur essendo di età differenti, sono molto unite, una cosa incredibile forse e soprattutto perché si tratta di un numero elevato di persone. Ad ogni modo, se da una parte la rete di misteri e di maledizioni si infittisce, dall'altro mi è piaciuto il modo in cui i rapporti di Annaleigh siano mutati all'interno del romanzo. Dapprima con Morella, la matrigna, ma anche con Cassius, un affascinante forestiero. La fiducia, un altro tema molto importante, è alla base di tutto, anche della salvezza. Con un ritmo che ricorda l'ondeggiare del mare, La casa di lacrime e sale è in grado di trasportare il lettore in un altro mondo, accompagnandolo dolcemente e senza mai abbandonarlo, soprattutto nelle situazioni più difficili (esattamente nello stesso modo in cui le sorelle ci sono le une per le altre).
Cassius posò di nuovo le labbra sulle mie, e io dimenticai completamente il cielo.
Credo che questo libro meriti di essere letto. Non posso classificarlo come un fantasy qualsiasi, mi ha lasciato qualcosa che molti altri, invece, non mi hanno donato. Mi ha donato speranza, mi ha fatto capire che i nostri sentimenti non ci rendono inadeguati se non sono espressi in modo consono. Mi ha insegnato a parlare e a dire il vero, anche quando potrebbe non far piacere agli altri. Mi ha insegnato che il coraggio e la follia possono essere accompagnati dalla paura, ma soprattutto, mi ha insegnato che per la famiglia si può essere disposti a tutto, persino a sacrificare sé stessi. A me non resta che consigliarvene la lettura, con un ultimo avvertimento: fate attenzione ai patti che stringete, siate chiari nelle vostre richieste, niente è come sembra, anche le cose più scontate.
A presto,
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