Recensione: Dimmi tre segreti - Julie Buxbaum

Titolo: Dimmi tre segreti

Autore: Julie Buxbaum

Genere: Young Adult

Editore: DeAgostini

Pagine: 384

Prezzo: 6.99€ eBook
           12.66€ cop. rigida

Data di pubblicazione: 10 Maggio 2016

Jessie ha sedici anni e una vita da schifo. O almeno così le sembra il giorno in cui lascia Chicago per frequentare il liceo più snob di Los Angeles. Ma proprio quando le cose si mettono male, Jessie riceve una mail misteriosa. Una mail in cui Un Perfetto Sconosciuto si offre di aiutarla a orientarsi nella giungla della nuova scuola. Jessie è perplessa: si tratta di uno scherzo di cattivo gusto o qualcuno vuole davvero darle una mano? Il punto è che Jessie non è nella condizione di rifiutare un aiuto tanto generoso. Sua madre è morta ormai da un paio di anni, e suo padre si è risposato costringendola a trasferirsi dall'altra parte del Paese in un posto che odia con un fratellastro che odia ancora di più. Ecco perché Jessie non può fare altro che fidarsi: presto Un Perfetto Sconosciuto diventa il suo unico e migliore amico. E lei decide di incontrarlo. Ma, si sa, ci sono segreti che è meglio non svelare mai...

recensione

Buongiorno Lettori! Il romanzo di cui vi parlo oggi appartiene ad un genere che da qualche anno a questa parte, visto l’avanzare dell’età, ho un po’ abbandonato: lo young adult.
“Dimmi tre segreti” racconta la storia di Jessie Holmes, una ragazza di diciassette anni (credo), la cui vita viene sconvolta nel giro di qualche mese. Se, infatti, ha sempre vissuto in una fiaba dorata con la sua famiglia e la sua migliore amica Scarlett, improvvisamente viene catapultata all’inferno.
Sua madre nel giro di pochi mesi si ammala e muore, suo padre dopo qualche tempo le confida di essersi innamorato di un’altra donna e di averla sposata in gran segreto, così lei è costretta ad impacchettare tutte le sue cose e a lasciare la casa in cui è nata per trasferirsi da Chicago a Los Angeles, lasciandosi alle spalle la sua quotidianità, i suoi amici e la sua migliore amica.
Si ritrova in una città che non conosce, ospite di una casa immensa ed immacolata, con un fratellastro che non le rivolge la parola, una matrigna fin troppo gentile e un padre assente. Inoltre nella città in cui ciò che conta è l’apparenza, lei è la classica sfigatella. Non aiuta che la sua nuova matrigna, pensando di farle un piacere, l’abbia iscritta alla scuola superiore privata più ricca e snob della città. 

«Quello che non ti amazza fortifica, diceva. Ma qualcosa l'ha uccisa, e io non sono diventata più forte. Per cui, guarda un po', magari esiste una terza categoria di persone: quelli che non si riprendono mai.»

Inutile dire che il primo giorno di scuola è un fiasco, così come il secondo, il terzo… insomma, un po’ tutti sono costellati da brutte figure, incidenti e lezioni noiosissime. Almeno finché nella sua vita non compare un aiutante misterioso; una sera, aprendo la posta elettronica, trova l’e-mail di un certo “Un Perfetto sconosciuto”, un ragazzo della sua scuola che, per motivazioni del tutto misteriose, ha deciso di aiutarla ad ambientarsi. Inizialmente scettica e sicura di una presa in giro da parte di qualche ragazza odiosa, Jessie rifiuta questa improvvisa manna dal cielo fino a quando, dopo l’ennesima giornataccia, non si sente talmente abbattuta da iniziare a chattare con lui.
Se da una parte questo misterioso amico la intriga sempre più, aiutandola con le persone e gli insegnanti, c’è anche un altro ragazzo che entra prepotentemente nella sua vita.
Ethan è il ragazzo più taciturno della scuola, sta sempre da solo, indossando una strana maglietta di Batman, edè sempre circondato da uno stuolo di ammiratrici agguerrite che, nonostante i suoi continui rifiuti, non fanno altro che adularlo. I due verranno messi in coppia per un progetto scolastico (ma guarda caso) e finiranno per diventare amici, o forse qualcosa di più…
Divisa tra queste due persone, una reale e l’altra virtuale, Jessie non sa più da che parte la spinge il suo cuore e si trova a sperare nell’impossibile: e se fossero la stessa persona?

«Nella vita reale non ci conosciamo, e non so se ci incontreremo mai, voglio dire, magari sì, ad un certo punto - magari ti chiederò che ore sono o qualche altra sciocchezza decisamente al di sotto del nostro potenziale - ma non credo che riusciremo mai a conoscerci, almeno non in un modo che faccia davvero la differenza.»

Devo dire che questo romanzo mi è piaciuto, è strutturato e scritto molto bene, ti prende e ti coinvolge. La parte migliore è l’attesa della conclusione, la voglia di scoprire chi sia questo Un Perfetto Sconosciuto. I tentativi di depistaggio sono molti, anche se poco convinti ed il finale, sebbene carino, è scontatissimo. Però nonostante ciò non sono riuscita a lasciare il libro finché non sono arrivata all’ultima pagina.
Mi sono affezionata a Jessie che è una protagonista con dei valori veri, una ragazza che si trova davanti ad una vicenda più grossa di lei e non può far altro che tirare avanti nel migliore dei modi, che non sempre significa non commettere errori. Inoltre, il lutto per la perdita della madre, non è un qualcosa di ostentato da cui il lettore riesce a prendere le distanze, è qualcosa di profondo e nascosto che la condiziona ed influisce sulla sua vita. E’ il dolore reale di qualcuno che ha subito una perdita importante e non sa come ricomporre il proprio mondo dopo che una delle sue fondamenta è crollata. E’ un dolore tangibile,è una nube che avvolge tutto il romanzo e che non scompare dopo il lieto fine, ma è sempre lì. Per Jessie non vale il detto “il tempo guarisce tutte le ferite” perché la sua in particolare le ha lasciato una bella cicatrice sul cuore che le resterà per sempre.

Mi è piaciuta questa doppia faccia della storia: la vicenda giocosa e allegra delle sue conoscenze e frequentazioni, fino ad un finale ovvio (e non dite che non è così) e la vicenda introspettiva e dolorosa dell’accettazione di un lutto che sembra immenso ed impossibile da superare.
Come se l’autrice volesse sottolineare la differenza tra i problemi apparenti del mondo e quelli reali, senza però sminuire i primi.
Rispetto a molti romanzi di questo genere, che di solito sono fini a se stessi (a mio parere ovviamente), questo in particolare ha anche un messaggio dietro che, grazie a come è impostata la lettura e alla vicenda apparentemente leggera che racconta, non risulta pesante, pretenzioso o noioso.
Penso che sia un ottimo libro sia per chi, come me, ha qualche anno in più e di drammi adolescenziali ne ha già avuti abbastanza, sia per chi invece si affaccia ora a questo periodo della vita. Ha una rappresentazione abbastanza fedele della realtà da non risultare estraneo, ma allo stesso tempo non essere banale.

«Smetterò di aver paura di tutto: di soffrire e di essere rifiutata; dei sentimenti contrastanti di mio padre nei miei confronti; di andare avanti, giorno dopo giorno, nuda e senza protezioni, nel sole splentende.»

Insomma, è un libro che consiglio assolutamente, soprattutto ad un pubblico di giovani dai 13 ai 19+ anni. Io che ne ho quasi 23 l’ho apprezzato e penso di non essere l’unica, anche se chiaramente queste vicende mi risultano un po’ estranee. 

Detto ciò, ho letto questo libro per farmi un’idea di questa autrice e sono rimasta molto soddisfatta. Ho acquistato a scatola chiusa il suo ultimo romanzo, “La teoria imperfetta dell’amore”, e vi dirò presto cosa ne penso!
A presto,

VOTO:

PS: Devo fare un piccolo appunto alla copertina... è terribile. Non ho comprato il romanzo in cartaceo proprio per questo motivo: non potrei vederlo nella mia libreria.