lunedì 19 dicembre 2016

Recensione: La casa dei bambini speciali di Miss Peregrine - Ransom Riggs

Oggi abbiamo una collaborazione speciale! 
 Luca dei Potatoes ha scritto per noi una recensione doppia del libro/film uscito questo giovedì nelle sale e... questo è il risultato!






Titolo: La casa dei bambini speciali di Miss Peregrine
Autore: Ransom Riggs
Editore: Rizzoli
Genere: Fantasy
Pagine: 382
Prezzo: 18
Data di pubblicazione: 11 novembre 2011
Quali mostri popolano gli incubi del nonno di Jacob, unico sopravvissuto allo sterminio della sua famiglia di ebrei polacchi? Sono la trasfigurazione della ferocia nazista o qualcos’altro, qualcosa di vivo e ancora pericoloso? Jacob decide di attraversare l’oceano per scoprire il segreto racchiuso tra le mura della casa in cui, decenni prima, avevano trovato rifugio il nonno Abraham e altri orfani scampati all’orrore della Seconda guerra mondiale. Soltanto in quelle stanze abbandonate e in rovina, rovistando nei bauli pieni di polvere e reperti di vite lontane, il ragazzo potrà stabilire se i racconti del nonno, traboccanti di avventure, di magia e di mistero, siano stati solo invenzioni, buone a turbare i suoi sogni notturni. O se, invece, in quelle parole ci sia almeno un granello di verità, come suggerisce la strana collezione di fotografie d’epoca che Abraham custodiva gelosamente. Possibile che i bambini e i ragazzi ritratti in quelle immagini ingiallite, bizzarre e inquietanti, fossero davvero speciali, dotati di poteri straordinari, forse addirittura pericolosi? Possibile che quei bambini siano ancora vivi, e che si preparino a fronteggiare una minaccia oscura e molto più grande di loro? Miss Peregrine. La casa dei ragazzi speciali, un caso letterario internazionale, ha venduto più di un milione e mezzo di copie in tutto il mondo.



Jacob è un giovane adolescente che conduce una vita parecchio noiosa: va a scuola, ha un solo amico con cui passa del tempo, e lavora in una catena di supermarket della famiglia.
Habe, suo nonno, gli racconta strane avventure sin da quando Jacob era bambino; erano storie meravigliose ai suoi occhi, ma sono presto diventati deliri causati dalla demenza senile di uno scorbutico vecchio; questa la spiegazione del medico di famiglia.
Nonostante i problemi causati dal trascorrere del tempo, Habe rimane  la persona più intimamente legata a Jacob, l’unico vero amico che abbia mai avuto, una persona che sembra conoscerlo quasi meglio di quanto lui possa conoscere se stesso; la sua morte lascia in Jacob un vuoto incolmabile da cui riesce a trarre consolazione solamente nutrendosi dei ricordi che lo legano all’adorato nonno: è così che Jacob decide di assecondare le volontà del nonno, le stesse che gli ha sussurrato prima di morire misteriosamente tra le sue braccia in maniera cruenta e terrificante.
Le parole del nonno lo portano in un’isola antica e misteriosa, dove le moderne tecnologie sembrano distanti anni luce; un luogo avvolto dal mistero dove Jacob troverà accesso ad un mondo nuovo in cui scoprirà di essere una persona diversa, una persona Speciale.


La saga di Miss Peregrin, edita in Italia da Rizzoli, è composta da tre romanzi l’ultimo dei quali pubblicato proprio quest’anno; la sua notorietà è dovuta dal fatto che T. Burton ha trasformato la stessa in una delle sue opere cinematografiche, facendo avvicinare al romanzo un numero sempre crescente di seguaci.


Anche io come molti ho conosciuto questa saga grazie all’immensa pubblicità che è stata fatta sull’uscita nelle sale dell’omonimo film, ma decisi che prima della sua uscita volevo assolutamente conoscere la vera storia; volevo leggere le parole create dalla folle mente che aveva potuto concepire un tale universo: Ransom Riggs, l’autore della saga.
La primissima caratteristica che cattura l’attenzione su questi romanzi, è l’inserimento all’interno di essi di fotografie d’epoca in bianco e nero: non sono mai stato attratto da questo tipo di inserti all’interno dei romanzi, penso spesso che siano una escamotage escogitato da un autore che non è in grado di produrre un testo sufficientemente voluminoso e che decide quindi di inserire “altro” al suo interno, giusto per aumentarne la mole. Non mi era mai capitato di ricredermi fino a tal punto. Le fotografie che Riggs inserisce sono parte di reali collezioni che appartengono ad appassionati di fotografia d’epoca, e rappresentano l’impalcatura di tutta la storia raccontata.




Le fotografie sono spesso grottesche, frutto probabilmente di alcuni difetti di fabbricazione delle macchine che le hanno prodotte, e sembrano avvolte da un alone di mistero spiegabile solamente grazie al senso che l’autore gli attribuisce. Quelle foto sono state scattate a bambini Speciali, bambini che appartengono ad un mondo parallelo che a noi viene nascosto: non sono difettose, sono reali e raccontano la storia di un popolo che da secoli si nasconde per paura.
Il mondo degli Speciali prende vita tramite la forza evocativa delle immagini scelte dall’autore, legandosi in maniera naturale alle parole, e risucchiando letteralmente il lettore all’interno della storia di un protagonista, Jacob, che rimane sbalordito tanto quanto il lettore dalle meraviglie che, finora, non avrebbe mai nemmeno immaginato potessero accadere sotto i suoi occhi.
Trovo sia inutile aggiungere altre parole, preferisco invece dirvi per quali motivi dovreste leggere questa saga: lo stile di scrittura è elegante, semplice ed allo stesso tempo molto sottile ed evocativo; il linguaggio descrittivo trova manforte nelle immagini e da al lettore la possibilità di crearsi una vivida immagine di ciò che sta immaginando; se sei un ragazzino, questi libri faranno volare la tua immaginazione a cavallo di un immane desiderio d’avventura; se sei un adulto come me, potrai tornare ad assaporare l’ebbrezza del puro desiderio di vivere un’esperienza davvero Speciale, senza trascurare l’esigenza di una lettura di un certo spessore.

L’intento che Riggs si era prefigurato con il primo libro della trilogia si è realizzato perfettamente in ogni testo da lui prodotto: un romanzo fantasy ben fatto come non se ne vedevano da molto tempo.
Devo tuttavia avvisarvi in merito al film tratto dai romanzi: Burton ha reinterpretato notevolmente la storia, stravolgendola quasi totalmente. L’esigenza del riadattamento cinematografico ha portato ad una conclusione forzata del film che lascerà con l’amaro in bocca i più appassionati della saga. Pur non essendo un esperto di cinema, devo ammettere di esser rimasto parecchio deluso dal lavoro di Burton; le aspettative che il trailer aveva creato in me sono state parecchio deluse sia dallo stravolgimento della trama originale, sia dalla qualità dell’intera sceneggiatura.

Potrete pensare che io sia solamente uno spavaldo, ma credo proprio che con questo film Burton non si sia neanche lontanamente avvicinato al livello a cui ci aveva abituati con i suoi più grandi capolavori, e ritengo anche che abbia cercato di unire in unico film tutti gli stili da lui adottati nel corso degli anni; il risultato? un prodotto confuso e disorientante che durante parecchie scene lascia perplesso lo spettatore. Se lo scopo era quello di far sì che gli spettatori uscissero dalle sale cinematografiche con un grosso punto interrogativo stampato in fronte, Burton ci è riuscito perfettamente. La nota positiva del film? Non ci sarà un sequel.


Libro:



Film:






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