martedì 27 settembre 2016

Recensione: First. La mia prima volta - Laurie Elizabeth Flynn






Genere: Young adult 
Editore: Newton Compton 
Pagine: 315 
Prezzo: € 4,99 (ebook) 
              € 9.90 (cartaceo) 
Data di pubblicazione: 08 Settembre 2016








A diciassette anni, Mercedes Ayres ha le idee ben precise in fatto di sesso: la porta della sua camera da letto è aperta solo per ragazzi alla prima esperienza. Mercedes è pronta a indirizzarli e aiutarli, e in cambio chiede solo che rendano speciale la prima volta delle loro ragazze. Che sia una prima volta perfetta, quella che Mercedes non ha avuto. Fino ad ora mantenere il segreto su ciò che accade nella sua camera da letto è stato facile. La sua impegnatissima madre è sempre fuori durante il giorno e non immagina quali siano le attività extrascolastiche della figlia, e la sua migliore amica super religiosa, Angela, non si azzarda neanche a pronunciare la parola “sesso” prima del matrimonio… Ma ci sono cose che Mercedes non ha messo in conto: non avrebbe mai potuto prevedere, ad esempio, che proprio il fidanzato di Angela venisse da lei e le chiedesse un “trattamento speciale” in cambio del silenzio, o che qualcuno fosse attratto da lei per com’è e non per ciò che sa fare a letto… Quando la sua perfetta organizzazione va in frantumi, Mercedes dovrà darsi da fare per salvare la propria reputazione e anche per capire che posto dare al suo cuore…



La recensione che sto per scrivere non è quella che avevo previsto.
Già mi vedevo, seduta davanti al pc a pensare agli insulti più fantasmagorici che esistano per stroncare “First. La mia prima volta”. C’è un solo problema: non ci sarà nessuna stroncatura.
Ed io ne sono profondamente scioccata. Perché, direte voi. La mia risposta è: ma avete visto che copertina e trama oscene? La trama è veramente una cosa di illeggibile, una cosa che non dovrebbe neanche esistere. La prima volta che l’ho letta non sapevo se ridere, piangere, sbattere la testa al muro o spaccare qualcosa. Dovevo leggere questo libro perché faceva sicuramente pena.
Quante probabilità c’erano che mi sarebbe piaciuto? Nessuna. Eppure è successo e nessuno può capire quanto questa cosa mi turbi.

Mi rivolge un sorriso tirato e si chiude la porta dietro di sé. Riesco a vedere le sue scarpe sotto, capisco che sta indugiando, chiedendosi se abbia detto troppo o troppo poco, non del tutto convinto che il suo segreto sia al sicuro con me.
Ma non ha niente da temere. Il suo segreto, come quello dei nove prima di lui, è al sicuro con me. Alla Milton High le mie statistiche le tengo da sola. Le persone non riescono a vedere l’equalizzatore, cosa che gli sfigati della banda, i nerd del teatro, gli atleti superimpegnati e i secchioni hanno in comune.
Io, Mercedes Ayres.
La ragazza che si è presa la loro verginità.


Il romanzo parla di Mercedes Ayres, una diciassettenne che si pone come scopo quello di aiutare i ragazzi vergini ad acquisire esperienza nel sesso per rendere memorabile la prima volta delle loro ragazze. Il tutto succede sotto il naso della madre assente Kim che non si preoccupa minimamente dei bisogni della figlia e che pensa solo a sé stessa. Il padre, invece, le ha abbandonate quando aveva otto anni.
Il motivo per cui Mercedes aiuta quei ragazzi è il desiderio di rendere speciale la prima volte delle loro ragazze, speciale come lei non l’ha mai avuta. Perché Mercedes ha perso la verginità a tredici anni con Luke, il giardiniere che lavorava nella sua casa, e che l’ha abbandonata subito dopo. Per Mercedes è stata un’esperienza così traumatica che pensarci è ancora faticoso.
Ha una migliore amica, Angela, tutta casa-chiesa-scuola e che ha paura anche solo a pronunciare la parola sesso tanto che da voler fare l’amore col fidanzato Charlie (ormai da quasi due anni) dopo il matrimonio. Per questo motivo Mercedes non le ha mai raccontato nulla né della sua prima volta, né dell’aiuto che dà ai ragazzi vergini.

Mi avvicino a lei, abbastanza da accarezzarle la schiena con fare comprensivo, il che è insolito per me e Angela. Non abbiamo un’amicizia “fisica” come molte ragazze a scuola, che si abbracciano, si baciano e camminano per i corridoi con le braccia dell’una sulle spalle dell’altra. Ma in questo momento vorrei seppellire la faccia nei suoi capelli e dirle ogni cosa. Vorrei dirle che la verginità non è solo una cosa che si perde, come una chiave o un compito a casa. È qualcosa che dai. O qualcosa che ti viene tolta.

Mercedes è come se vivesse due vite parallele. Di giorno frequenta la scuola, cerca di farsi notare il meno possibile e frequenta un gruppo di preghiera insieme alla sua migliore amica, fingendosi devota e cercando di allontanare i sospetti di ciò che accade nella sua camera da letto. Di sera invece, quando ce n’è bisogno, lascia entrare nella sua camera i ragazzi che hanno bisogno di aiuto.
Mercedes si era ripromessa di fare solo cinque buone azioni. Cinque “pagamenti in anticipo”, come li chiama lei. Però si ritrova al numero dieci, confine che decide di non solcare. Ma poi arriva l’undicesimo, il dodicesimo e il tredicesimo.
Oltre a loro, c’è anche “l’amico del mercoledì”, Zach, il ragazzo con la quale va a letto ogni mercoledì durante il pranzo. Un ragazzo con la quale non ha nessun rapporto di amicizia, né relazione e che, soprattutto, non ha idea dei ragazzi che affollano il suo letto.
Zach non ha mai fatto mistero di avere un interesse per Mercedes, le dice addirittura che è innamorato di lei. Ma Mercedes non cerca una relazione, non ne vuole, ha paura di essere tradita e abbandonata come le è ormai successo tante volte e lo respinge, nonostante sia una delle poche cose che veramente contano per lei.

Ma io non sono una ragazza normale. Non voglio camminare mano nella mano nel corridoio della scuola e ballare un lento al ballo e andare al cinema con Zach. Non voglio essere la ragazza che lui frequenta l’ultimo anno e per la quale perde interesse quando parte per il college. Voglio solo essere veloce quanto basta perché Zach debba correre per starmi dietro, perché, se resto in testa, non dovrò mai vedere la sua schiena che si allontana.

Quando a questo si aggiunge l’arrivo di una nuova studentessa, Faye, Mercedes comincerà ad essere apprezzata per la persona che è e scoprirà un lato di sé che non pensava esistesse. Perché Faye è sfacciata, simpatica, e Mercedes la maggior parte delle volte non capisce se stia flirtando con Zach o con lei.
Mercedes, secondo me, è una ragazza forte. Convive con la consapevolezza che il padre l'ha abbandonata e con una madre completamente assente che non presta la minima attenzione a quello che le succede, non importa quante frecciatine Mercedes le lanci. Kim è sempre preoccupata di se stessa.

Stasera è stato strano. Forse ci ho visto cose che non c’erano. Potrebbe benissimo essere quello che fanno gli adolescenti ogni giorno. Ma c’era qualcosa di strano. Mi sono sentita desiderata. […]
Non so cosa pensare di Faye. C’è qualcosa in lei. È diversa da tutti quelli che ho conosciuto. E quando sono con lei, sento di non conoscermi affatto.
O forse non mi sono mai conosciuta meglio.

È l'insicurezza di Mercedes che la porta a fare quello che fa, il bisogno di avere il controllo per una volta nella vita, su qualsiasi cosa, ad andare a letto con tutti quei ragazzi.
E soprattutto la vera convinzione di sentirsi in dovere di dare ad alcune ragazze la prima volta che lei non ha mai potuto avere. La prima volta che Luke le ha rubato contro lo scivolo di un parco, abbandonandola successivamente e lasciandola affrontare le conseguenze di quello che avevano fatto.
Non voglio giustificare quello che Mercedes fa, perché andare a letto con qualcuno che è fidanzato è una cosa che odio davvero tanto. Ma il fatto che questo romanzo mi sia piaciuto fa capire quanto c'è molto di più dietro questa sua scelta.

Posso controllare ciò che succede nel laboratorio di chimica. C’è una formula e un’equazione e so esattamente quale sarà la reazione quando mescolo una cosa con un’altra. Nella vita, non proprio. In amore, proprio per niente. Non importa quali elementi combini, non hai assolutamente idea di cosa accadrà dopo.
Fa paura non sapere cosa accadrà dopo.
Ma non sapere potrebbe anche essere la parte migliore.

Ci sono le sue insicurezze, il dolore di una bambina di tredici anni abbandonata dal ragazzo che crede di amare dopo avergli dato una delle cose più importanti di sé. Il dolore di una bambina abbandonata dal padre, costretta a guardarlo mentre sale sulla sua Mercedes rossa che la saluta con un cenno della mano mentre si allontana da lei. Il dolore di una bambina costretta a vivere con una madre che non si preoccupa minimamente dei problemi della figlia, che le dice che mangiare solo un terzo di ciò che c’è nel piatto che ha di fronte, che dovrebbe "uscire" più spesso e che è contenta nel sapere che la propria figlia ci "dà dentro" con un ragazzo.
C'è il dolore di una (ormai) ragazza che è convinta di non meritare nulla dalla vita, della quale nessuno importa davvero, che non vede l'ora di potersi trasferire dall'altra parte del Paese per lasciarsi alle spalle tutto e tutti, per poter ricominciare a vivere in un luogo dove nessuno sa chi è, in un luogo dove sarà "solo un numero".
Perché alla fine Mercedes è una ragazza buona che si è chiusa in se stessa. È come se proiettasse se stessa nelle fidanzate dei ragazzi che aiuta. Le protegge perché non vuole che si sentano come si è sentita lei.

La verginità dovrebbe essere qualcosa che una ragazza concede solo quando si sente pronta e a proprio agio, qualcosa di cui una ragazza discute a lungo con le sue amiche e su cui ha mille ripensamenti prima di farlo davvero.

È per questo che “First” mi è piaciuto così tanto. Perché, nonostante il via vai nella stanza di Mercedes (che è assolutamente, profondamente sbagliato), dietro c'è una storia più profonda, più vera, più dura. E i personaggi sono reali, li capisci e non puoi fare altro che empatizzare con alcuni di loro.
E forse l'unica colpa di Mercedes è stata quella di credere che sarebbe riuscita a tenere tutto nascosto. Ma si sa, la verità trova sempre un modo per venire a galla.
E questo porta ad un altro tema, il bullismo. Perché nonostante Mercedes abbia sbagliato, di sicuro non meritava di essere trattata così com'è successo. Perché si sa, in certe cose per sbagliare bisogna essere in due.
Laurie Elizabeth Flynn è riuscita ad esprimere tutto questo senza mai cadere nel banale e senza risultare pesante. E qualcuno potrebbe anche pensare che questo romanzo esprima dei valori sbagliati, parlando di una persona che va a letto con ragazzi fidanzati, ma secondo me non è così. Per apprezzare questo romanzo, bisogna andare oltre questa cosa o non piacerà mai.

Mi colpisce quanto i numeri siano importanti per tutti. Jillian ha bisogno di un settanta. Io ho perso la verginità a tredici anni. Sono andata a letto con quattordici ragazzi. Charlie vuole festeggiare due anni con Angela. Il Pessimo Attore ha meritato meno di zero.
Ma l’unico numero che per me è importante in questo momento è il sette.
Alle sette è perfetto.

In sostanza, mi sento di consigliarvi questo romanzo e di non fermarvi soltanto alla trama o alla copertina. Questa è una cosa che dovremmo ricordarci sempre: le cose non sono mai come sembrano. Fosse stata un’altra occasione, non avrei mai letto questo romanzo perché la trama non mi aveva attirata. Ma per fortuna l’ho fatto e posso solo consigliarvi di fare lo stesso!
Alla prossima.
La vostra,





VOTO:







4 commenti:

  1. Concordo con ogni parola, mi aspettavo qualcosa di trash e invece mi ha proprio colpita!

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    1. È proprio vero. È stata una piacevole scoperta *-*

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  2. Ciao Chiara non l'ho letto First ma mi hai trasmesso tante emozioni intense, non so ma credo che prima o poi lo leggerò di certo e rimarrò sorpresa quanto voi <3

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    1. Ciao Ely! Sto consigliando questo libro a chiunque, perciò lo dico anche a te: secondo me è un libro che va letto assolutamente! <3 E poi l'autrice è davvero un tesoro! Ho avuto il piacere di parlarci e intervistarla e non vedo l'ora di poter leggere qualcos'altro di suo *-*

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