Vi siete mai chiesti cosa spinga qualcuno a uccidere o a commettere un crimine? Con Il terzo Giorno di Paolo Nelli ho deciso di approfittarne e creare un articolo "ad hoc" che parli del movente. Seguitemi per saperne di più e fatemi sapere se pensate che alcuni moventi possano essere "giustificati" o meno.
Autore: Paolo Infinito
Genere: Giallo
Editore: La Nave di Teseo
Serie: Le indagini del commissario Colasette #1 )
Pagine: 437 pp
Prezzo: 9,99 € edizione digitale - 19,00 € edizione cartaceo
Data di pubblicazione: 3 Settembre 2020
Il
venerdì di Pasqua un paesino lombardo, Colle Ventoso, è sconvolto
dal ritrovamento di tre cadaveri. Due sono riversi sulle scale di un
condominio: si tratta di Tore, un trentenne assillato dai creditori,
e di un bellissimo ragazzo biondo, chiamato "l'angelo" per
via di due ali disegnate sulla schiena. Il terzo corpo, quello di
Ilde Ardenghi, viene scoperto nel suo appartamento pieno di raffinate
opere d'arte. A investigare è il commissario di polizia Valerio
Colasette, un meridionale trapiantato al nord, in difficoltà con
regole e superiori e con una lettera di dimissioni pronta da dieci
anni. Iniziano così due indagini parallele: da una parte Irene
Iannone, fidanzatina di Tore ai tempi dell'infanzia, un'assistente
sociale spinta da ragioni personali che agisce di puro intuito;
dall'altra Colasette, scontroso, spesso insofferente eppure capace di
entrare in sintonia con i suoi compaesani, affiancato nel caso dalla
brillante ispettrice Maddalena Bercalli. Tra i due la collaborazione
prende presto le forme di un'intimità inaspettata. Le indagini si
incontreranno, inevitabilmente, il giorno di Pasqua, per scoprire che
anche nelle case di Colle Ventoso, come nell'animo dei protagonisti,
niente è mai come sembra. La prima indagine del commissario
Colasette e dell'ispettrice Bercalli è un giallo letterario che
gioca con le regole del genere: Paolo Nelli trasforma un mistero di
condominio in una vertiginosa indagine in equilibrio tra il male e il
bene.
Copia omaggio fornita gentilmente da La Nave di Teseo
il movente
Per citare il vocabolario Treccani, la parola movènte ha questo significato: 1. Stimolo, impulso che spinge ad agire; è sinon. di motivo, di cui ha però un uso più limitato, in quanto si riferisce esclusivam. alla causa diretta che determina un’azione, soprattutto nel campo dei comportamenti delittuosi o che comunque si allontanino dalla norma: m. del delitto è stata la gelosia; non ebbe altro m. che il denaro; la polizia indaga sul m.; sembra certo il m. politico dell’attentato; scoprire il m. del crimine. 2. In meccanica, con riferimento a una catena cinematica formante un meccanismo, il membro su cui agisce direttamente la forza (o la coppia) che aziona il meccanismo.
Ora che abbiamo visto il suo significato, posso dirvi che si tratta di un sostantivo di genere maschile che deriva dal participio presente del verbo muovere ( può sembrare scontato ad alcuni, ma voglio mettere per iscritto tutto quanto, in modo che possiate comprendere al meglio! ).
Ma perché vi dico tutto questo? Oggi, per prepararvi alla mia recensione de Il terzo giorno di Paolo Nelli, vi parlo del movente, partendo proprio dal suo significato. Vorrei ovviamente ringraziare La Nave di Teseo per avermi permesso di organizzare questo evento: vi invito anche a leggere gli articoli degli altri blog, mancano pochi articoli alla fine dell'evento! Per non spoilerarvi, non vi rivelerò il movente degli omicidi all'interno del romanzo ( che vi invito ad acquistare e a leggere ), ma vi parlerò delle motivazioni che portano a uccidere. Se andate online alla ricerca di qualcosa riguardo a ciò, vi si apriranno diversi siti web su "come scrivere un giallo". Devo dire che ho un po' riso per questo. Comunque, andando avanti, ho aperto diversi articoli, senza però trovare qualcosa di specifico, perciò mi rimetto anche alla mia carriera da lettrice di gialli e thriller. Inutile dire che con la parola movente si possono trovare parole come: serial killer e omicidio, sono strettamente collegate, se ci pensate bene.
- Un motivo può essere quello passionale. Non accettare che una persona amata abbia qualcun altro. Oppure vi abbia lasciato ( e magari umiliati ). Questo movente è uno dei più "sentiti". Decidere per un altro. Strappare la vita di una persona perché non amati o perché si ama troppo. Eppure, se pensiamo anche ai femminicidi, questo meccanismo spesso si instaura: l'ho uccisa perché l'amavo troppo e non sopportavo che fosse felice con qualcun altro. Ammesso che io non credo che questo sia amore, ma ossessione, può un femminicidio rientrare nella categoria delitti passionali?
- Fama. Successo. Essere più di quello che si è. Il successo, l'essere realizzati degli altri a volte fanno perdere la testa. E questo può portare a un delitto. Può anche essere anche invidia ( ricordiamo il caso di questi tempi dello studente di vent'anni che ha ucciso la coppia di fidanzati perché troppo felici ).
- I delitti in famiglia. Non parlo di femminicidi, ma delitti per arrivare a una eredità, a una casa. Si può parlare di soldi, si può parlare di invidia e di senso di frustrazione, ma generalmente i delitti in famiglia sono quelli che maggiormente avvengono. "Non ce la facevo più" sono seguiti così, da queste parole.
- Come abbiamo già avuto modo di dire i soldi spesso sono un movente. Avere più soldi vuol dire anche più potere. Vanno a braccetto, in fondo. Direi che è inutile approfondire molto, ma spesso si uccidono persone che ci intralciano nei nostri piani.
Vi ho messo quattro dei, secondo me, moventi più usati nei gialli, ma non solo. Detto questo, per voi quali sono? Fatemi sapere!
A presto,
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