Buongiorno Lettori! Una piccola premessa prima di parlare del romanzo: considerata la mole di racconti presenti nel libro in questione abbiamo deciso di comune accordo, con tutti i blog partecipanti, di recensirne solo alcuni a testa. In questo articolo troverete le recensioni di:
Holmes e la maliarda
Il diavolo e Sherlock Holmes
Il delitto di Reigate Road
L'attentato della Friesland
L'uomo di Città del Capo
Il diavolo e Sherlock Holmes
Il delitto di Reigate Road
L'attentato della Friesland
L'uomo di Città del Capo
Troverete, inoltre, un approfondimento sulla tecnica investigativa di Sherlock Holmes che si basa sul metodo deduttivo.
Buona lettura!
Titolo: Il grande libro dei racconti di Sherlock Holmes
Autore: Otto Penzler
Genere: Giallo
Editore: Mondadori
Pagine: 982
Prezzo: 10.99€ edizione digitale
26.60€ edizione cartacea
Data di pubblicazione: 27 Ottobre 2020
Il più grande investigatore di tutti i tempi vide la luce dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle nel 1887 ed è stato protagonista di quattro romanzi e oltre 50 racconti, che non sono bastati a narrarne tutte le vicende. Quella lacuna viene colmata da altri scrittori tutti di grande calibro che si sono cimentati con il personaggio da cui è nata la letteratura poliziesca. Da Neil Gaiman a Stephen King, passando per Anne Perry, Antony Burgess e molti altri, sono in tanti ad aver voluto regalare nuove vite all'investigatore di Baker Street. I loro racconti sono riuniti in questo volume.
Copia omaggio fornita gentilmente da Mondadori
I racconti presenti in questa antologia sono divisi in base al genere e al tipo di appartenenza che nell'indice è spiegato in dettaglio, prima di ogni raccolta, in modo che il lettore possa scegliere se leggere tutto il romanzo in ordine o saltare ai racconti che più preferisce. Inoltre, prima di ogni racconto, c'è una breve digressione che lo contestualizza, spiegandone l'origine e descrivendo lo scrittore che lo ha inventato, per introdurre la storia nel migliore dei modi.
Bando alle ciance, partiamo con le recensioni!
holmes e la maliarda
Il racconto è opera di Anthony Berkeley Cox, uno scrittore di gialli divenuto famoso tra le due grandi guerre, che per la prima volta nella storia di questo genere ha posto l'attenzione sulla psicologia del killer, della vittima e del detective.
In questo breve racconto, il famosissimo detective Scherlock Holmes si trova ad esaminare il caso di una donna disperata (la maliarda) che gli chiede di salvare il suo fidanzamento lampo con un uomo che nega di aver mai chiesto la sua mano.
Come ho già detto è un racconto molto breve, assomiglia ad una battuta umoristica più estesa del solito e fa anche ridere in un certo senso. Il breve intermezzo che non lascia capire molto del famoso detective, ma offre una piccola panoramica su quello che è il suo rapporto con il dottore John H. Watson; due personaggi stretti da un'amicizia cordiale, un po' distante e misteriosa, ma non per questo meno vera. Un'amicizia fuori dagli schemi, tra due personaggi particolari, che non vedo l'ora di conoscere meglio.
il diavolo e sherlock holmes
Il racconto è scritto dal punto di vista di Watson, il quale narra di uno dei casi in cui è richiesta la consulenza di Holmes. A differenza del primo, "Il diavolo e Sherlock Homes" ha una struttura ed uno svolgimento ben preciso e sebbene si addentri un po' nel soprannaturale lo fa con uno scetticismo e una razionalità quasi comica.
Un paziente dell'ospedale psichiatrico di St Porphyry's, chiamato John Smith dallo staff, è convinto di essere il Diavolo e come tale pianta zizzania sia tra il personale che tra i pazienti, facendoli regredire nel loro percorso. Per questo Watson e Holmes vengono chiamati ad esaminarne il caso, ottenendo dei curiosi risultati.
Mi è piaciuto molto l'humor con cui è narrata tutta la vicenda e sono affascinata dal modo che ha Loren D. Estleman, l'autore, di descrivere il ragionamento logico e misterioso di Holmes. Il personaggio è brillante, sagace ed ha anche uno spiccato umorismo, pur rimanendo scettico e tetro per tutto il tempo. Lascia intravedere ben poco dietro la maschera di indifferenza che si è costruito, ma a tratti se ne può intuire un'umanità quasi sconcertante.
Uno dei racconti più belli, secondo me.
il delitto di Reigate Road
Il racconto, opera di Anthony Amstrong, è una parodia che ha come protagonista il personaggio di Sherlock Holmes chiamato con il suo secondo nome letterario: Holmlock Shears. In poche righe si racconta di un caso particolarmente strano in cui il famoso detective ha preso un bel granchio con le sue supposizioni.
È una parodia abbastanza riuscita in cui vengono messi in evidenza ed accentuati solo alcuni aspetti del famoso investigatore, come la sua passione per il fumo o il fatto che riesca a trovare indizi dove nessun altro ci è riuscito, ma allo stesso tempo si ridicolizzano anche i suoi punti forti, facendolo finire al centro di una barzelletta umoristica.
Non molto notevole, secondo me, ma neanche una delle peggiori parodie su questo personaggio. Diciamo che non è il mio genere preferito, ma non è neanche malvagio.
l'attentato della friesland
La prima cosa che ho notato di questo racconto è che è significativamente più lungo degli altri: è suddiviso in tre brevi capitoli in cui si distribuiscono il delitto, il corpo centrale dello svolgimento e la soluzione dell'enigma.
Dei racconti che ho finora letto, questo è il più bello; essendo più lungo, elementi che vengono trascurati degli altri qui trovano un grande approfondimento. I personaggi vengono descritti meglio, il crimine viene spiegato nel dettaglio e persino l'ambientazione, sebbene molto semplice (la nave Friesland) è descritta minuziosamente. Inoltre, tutto è il contrario di tutto.
Non scenderò nei dettagli della trama, per non spoilerare nulla, ma dirò che il racconto, sebbene successivo alla pubblicazione dei romanzi di Arthur Conan Doyle, si inserisce perfettamente nella trama originale, prendendo spunto dai dettagli insloluti dei primi romanzi per creare una storia verosimile e avvincente. L'autrice, June Thomson, ha saputo sfruttare sapientemente le lacune ed i misteri che Doyle ha lasciato intorno alla storia di Sherlock per creare un racconto che, se non avesse uno stile ed una datazione diversi, potrebbe benissimo incastrarsi in uno dei romanzi originali.
Mi è piaciuto moltissimo ed è uno dei racconti che sicuramente vi consiglierei di leggere!
l'uomo di cittÀ del capo
L'ultimo racconto di cui parleremo oggi appartiene a Stuart M. Kaminsky ed è stato scritto in un'epoca ben diversa dai precedenti, infatti ha solo qualche decina di anni. Nonostante ciò, lo stile è molto simile a quello dei racconti precedenti e i personaggi non sono stati snaturati.
Il racconto non si inserisce all'interno di una vicenda già scritta, ma ne crea una nuova con personaggi inediti e un delitto da risolvere. "L'uomo di Città del Capo" altri non è che un cliente che chiede la consulenza di Holmes per proteggersi dagli attentati alla sua vita che qualcuno sta organizzando. Holmes non solo dovrà proteggerlo, ma dovrà anche smascherare il colpevole, solo che, come sempre, nulla è come sembra.
Un racconto sorprendente, con un finale in cui tutti gli indizi che solo Holmes ha colto vengono spiegati, formando un filo logico inattaccabile. Molto bello e ben scritto, questo racconto mi è piaciuto particolarmente e mi ha convinta ed appassionata.
Prima di lasciarvi, abbiamo deciso di approfondire con un articolo che parla del metodo deduttivo, ovvero il metodo usato proprio dal nostro detective preferito! Seguiteci per saperne di più!
Il metodo deduttivo
Rieccomi qui, lettori accaniti!
Come vi ho già anticipato vi parlerò del metodo deduttivo. Prima di tutto vorrei però darvi il significato della parola secondo il vocabolario Treccani ( uno dei miei preferiti in quanto a completezza ):
deduttivo agg. [dal lat. tardo deductivus, der. di deducĕre «dedurre»]. – Che riguarda la deduzione (come procedimento logico): metodo d., quello che procede per deduzione, usando cioè soltanto il ragionamento senza far ricorso all’esperienza nel corso del suo sviluppo (in partic., metodo categorico-d., se parte da proposizioni assunte come vere, metodo ipotetico-d., se parte da proposizioni semplicemente supposte); ragionamento, giudizio d.; scienze d., quelle (per es., la matematica) che si basano sul metodo analitico e sulla deduzione; sistema d., ogni sistema formale che, date un certo numero di premesse (postulati) e determinate regole (regole di inferenza), include in sé soltanto le proposizioni (teoremi) dedotte da quelle premesse.
Dove troviamo il metodo deduttivo? Da dove nasce? Procediamo per gradi per scoprirlo. Come abbiamo visto, il termine si riferisce all'esperienza come metodo di ragionamento per arrivare a qualcosa. Sapete chi ha "inventato" il metodo deduttivo? Aristotele. Se non vi viene in mente la motivazione, vi illumino io parlandovi del sillogismo. Chiunque abbia studiato filosofia anche solo alle superiori sono certa che sappia cosa sia e sono anche certa che i vostri insegnanti vi abbiano fatto una testa tanta rispetto al filosofo e alla sua ideologia. Ovviamente il metodo deduttivo si contrappone a quello induttivo: se nel metodo deduttivo andiamo dal generale al particolare, per quanto riguarda l'induttivo avviene esattamente il contrario, si parte da un particolare e si arriva al generale. Ovviamente come tutte le cose belle create nell'antichità, dovremo aspettare il 900 circa perché si riprenda per bene il metodo deduttivo: prima con Popper, filosofo ed epistemologo che, riprendendo Kant, ci spiega come un metodo induttivo sia sbagliato per lo studio. C'è da dire che il metodo deduttivo è stato poi applicato soprattutto in campo scientifico - matematico.
Per quanto riguarda i detective che utilizzano il metodo deduttivo, ce ne sono molti, moltissimi. Possiamo dire qualche nome in modo che possiate leggere o guardarli in serie tv / anime / film. Il primo che mi viene in mente è sicuramente è Jessica Fletcher, la scrittrice che, ovunque vada, porta con sé un delitto. Un altro è sicuramente il Detective Conan ( il giovane detective rimpicciolito ). Potremmo anche parlare del Dr House, non un detective, ma un grande indagatore di malattie. Gli esempi potrebbero sicuramente continuare, su questo non c'è dubbio. Mentre il metodo deduttivo ha dovuto aspettare il 900 per arrivare ad essere realmente considerato, è stato spesso contraddetto. Le critiche non mancano per via dell'assioma del sillogismo. I critici, infatti, indicano esso come una verità NON assoluta.
Voi, invece, cosa ne pensate? Io mi trovo d'accordo con questo metodo ed è ciò che uso io, spesso studio dal generale per arrivare al particolare e mi trovo particolarmente bene.
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