venerdì 12 giugno 2020

Blogtour: Esperimenti e catastrofi - Frank Herbert






















Buongiorno lettori accaniti! 
Oggi sul blog c'è una tappa di un blogtour molto speciale! Parliamo infatti de Il Morbo Bianco, uno dei racconti inseriti all'interno di Esperimenti e Catastrofi di Frank Herbert. Edito da Mondadori per Oscar Urania, ecco a voi l'incontro tra utopia, genio e follia! 

Titolo: Esperimenti e Catastrofi
Autore: Frank Herbert
Genere: Fantascienza
Editore: Mondadori
Serie: / / 
Pagine: 1403 pp
Prezzo: 25 € cartaceo - 11,99 € ebook 
Data di pubblicazione: 26 Maggio 2020


La folle utopia di uno scienziato creatore di una civiltà tanto perfetta quanto mostruosa. Un mondo arido e velenoso, palcoscenico di un esperimento psicologico planetario. La sete di vendetta di un genio impazzito che diffonde sulla Terra un virus in grado di sterminare la specie umana. Dal creatore del mondo di Dune, tre romanzi apocalittici sui limiti che l'uomo non dovrebbe mai superare. All'interno: "L'alveare di Hellstrom", "Esperimento Dosadi" e "Il morbo bianco"; i tre romanzi mettono in scena scenari apocalittici ed esplorano i temi come la sopravvivenza umana, la religione e i limiti che la scienza non dovrebbe oltrepassare. I protagonisti dei tre romanzi mettono in atto progetti ambiziosi e pericolosi in un mondo dove distinguere "buoni" e "cattivi" è sempre più arduo.


Copia omaggio fornita gentilmente da Mondadori

recensione: il morbo bianco

Buongiorno lettori accaniti e buon venerdì! 
Il week end è ormai alle porte e io sto andando in quel di Venezia. Gita fuori porta, evviva! Prima di lasciarvi, tuttavia, alle vostre cose, è bene che sappiate che vi voglio parlare di un racconto, a dire il vero un romanzo!, uscito per la prima volta nel 1982. Un po' di tempo fa, non trovate? Lo scrittore di questa storia è Frank Herbert, di origine america, noto soprattutto per il romanzo Dune (che io, comunque, devo ancora recuperare!). Il morbo bianco (the white plague è il titolo originale) è arrivato in Italia nel 1984, per poi essere pubblicato di nuovo nel 1991 e, infine, in questa collana. Se c'è una che ho capito leggendo questo romanzo (di circa 600 pagine) è che il mondo è troppo vasto e pieno di emozioni per essere definito solo in bianco e nero. Penso che questo concetto sia alla base di ogni scritto di Herbert, per altro, poiché è palese notare quanto un'intenzione possa essere travisata o come, un'azione, possa portare a determinate conseguenze. Questo è ciò che succede nel morbo bianco. 

John si accostò allo specchio e si studiò attentamente. I cambiamenti... no, non era uno sconosciuto, ma quasi. "Non avranno fotografie di questa faccia" pensò. Ma avrebbero fatto qualche disegno e l'avrebbero diffuso dappertutto. In quel momento, con il pensiero fisso nella mente, seppe con certezza che avrebbe fatto ciò che l'ossessionava. 



Immaginate di essere in visita in una città. Immaginate che, tutto d'un tratto, vi vengano portate via per sempre le persone più care. Che cosa fareste? Impazzireste? Riuscireste a sopravvivere? Ebbene, ecco cosa succede a John O'Neil, biologo che, in un solo istante, per colpa di un attentato, perde la moglie e i due figli. Perdere qualcuno può portare a tante cose, ma soprattutto, può portare alla follia, ed è ciò che succede al nostro uomo, vittima di un'azione ingiusta che scatena in lui una sete di vendetta terrificante tanto da portarlo a spargere un virus silenzioso e letale che decima le donne. Sì, esattamente. Le donne. Perché gli uomini devono provare ciò che ha provato lui nel momento in cui è stato privato della sua Mary. 



La morte, la perdita, la vendetta... Sono tutte emozioni forti presenti all'interno del romanzo. Ciò che non è giusto è perdere la vita mentre si è in visita in una città, ma è altrettanto giusto privare della vita altre persone per far capire come ci si sente? Questo è il punto cruciale di tutto: cosa sia giusto e sbagliato. Cosa ci porta a compiere determinate azioni, per essere notati, per far sì che la gente intorno a voi, ignara delle vostre sensazioni, sia obbligata a provarle. Un gioco di luci e ombre, di buoni e cattivi, che si rincorrono di pagina in pagina, portando il lettore a farsi diverse domande rispetto a tutto ciò che si vede intorno, in base a quanto la nostra vita conta, quanto i sentimenti contano. Frank Herbert ci porta a riflettere su verità e pensieri oscuri che preferiremmo tenere nascosti e chiusi a chiave chissà dove, probabilmente il più lontano possibile. Ma è davvero giusto comportarsi in questo modo? Davvero possiamo ignorare certe cose, nascondere la testa sotto la sabbia come fanno gli struzzi? Quanto è giusto perdere qualcuno che si ama in un attentato? E quanto è giusto perdere qualcuno perché una persona vuole farti provare il proprio dolore? Ci sono tante domande che sorgono spontanee all'interno del romanzo. Il lettore si trova a dover riflettere, a doversi porre questioni che, solitamente, non ci si dovrebbe mai trovare ad affrontare. E poi, il morbo. Già. Un'arma silenziosa e letale. Non la vedi. Non la senti. Lei c'è, però. Ti prende e ti uccide nel giro di pochi giorni, se sei fortunata. Sì, perché sono le donne ad essere colpite. E allora ti domandi: com'è possibile che una persona che ha perso la persona amata e figli, si comporti in questo modo? Non esiste una risposta che sia corretta. 

John si sentì sconvolgere. Ripiegò sulla finzione che l'aveva protetto fino a quel momento. 

Con uno stile forse un po' lento e leggermente desueto, Herbert ci porta in situazioni surreali che sono in grado di farci porre le domande più maligne, tra le quali, quella che più mi ha intrappolata: di chi posso fidarmi? Con un ritmo che tiene coinvolto il lettore, egli è in grado di farci empatizzare persino per John, tanto che, alla fine del libro, ci sono rimasta quasi male. Personalmente, ho trovato questo libro geniale sotto ogni punto di vista e non vedo l'ora di leggere gli altri, in modo tale da farmi un'idea ancora più precisa. Io qui sotto vi lascio nel dettaglio le tappe del blogtour (la mia era l'ultima tappa, perciò recuperate le altre se non lo avete fatto). 

A presto, 









Nessun commento:

Posta un commento