lunedì 9 aprile 2018

Recensione: Doppio Stradivari - Antonella Iuliano

Buongiorno Lettori! Dopo tanto tempo che non ne scrivevo una, oggi torno con una recensione. Faccio una piccola premessa, che mi sembra dovuta: ho classificato questo libro nel genere "Mistery", ma in realtà la categoria è un po' più ampia. Nella rensione sottostante ve ne parlerò meglio! Bando alle ciance, partiamo subito!




Titolo: Doppio Stradivari
Autore: Antonella Iuliano
Genere: Mistery
Editore: Genesis Publishing
Pagine: 170
Prezzo: € 3,99 eBook
         € 10,60 cartaceo
Data di pubblicazione: 10 Marzo 2018


Il doppio Stradivari suona e le sue note conducono le fila di una storia lontana, di una melodia prigioniera del silenzio. Quando, però, il vento si leva dal bosco e sferza le fredde pietre della torre dov’è rinchiusa, a Larissa sembra ancora di udire l’eco del suo violino nero.
Lena Reiter è cresciuta nel villaggio ai piedi del castello, alle porte di Vienna, e da bambina ha trascorso infinite ore con il naso rivolto al maniero fantasticando di principi e principesse.
Quando viene assunta come domestica dalla temuta contessa Zsofia Von Grath, riceve un compito inatteso: recarsi ogni notte in cima alla torre, lasciare qualche vivanda e uscire in fretta senza rivolgere parola ad alcuno, pena la propria vita. Grande è il suo stupore quando nella tetra torre, rannicchiata in un angolo, scorge una ragazza della sua età, dai capelli corvini e dagli occhi neri, con un lungo e lacero abito da lutto addosso. Da quanto tempo è lì? E perché?
Notte dopo notte, Lena si attarda rapita dal suono dei ricordi di Larissa. Scopre che il passato e il presente si fondono nella storia di due strumenti unici e preziosi, due Stradivari provenienti dall’Italia, da Cremona: un violino nero e un violoncello bianco. Lena deve ritrovarli ad ogni costo perché soltanto la loro musica potrà salvare Larissa dal suo terribile destino.

recensione

Parliamo di questo libro! Ma prima credo sia necessario descriverne meglio il genere di appartenenza: il romanzo fa indubbiamente parte del genere mistery, ma è ambientato in un'epoca lontana e a tratti sfiora il fantasy. Insomma, è un racconto dalle molteplici sfumature, che lo rendono unico e molto scorrevole!
Partiamo dalla storia: Lena è una ragazza che, come tante nel paese in cui abita, ha sembre guardato il castello della contessa Von Grath con soggezione e un pizzico di timore, ma anche con ammirazione. Si diverte a sedere su una grossa pietra piatta e ad osservarlo per ore, immaginandone la vita all'interno. Finchè un giorno il suo sogno sembra diventare realtà; viene chiamata a fare la domestica proprio al castello! 
Ma quasi subito capisce che non è tutto oro ciò che luccica, non solo è costretta a faticare innumerevoli ora al giorno, sotto la sorveglianza di una cuoca burbera, ma fin da subito le viene affidato un compito misterioso. Quando tutti dormono, deve recarsi nella torre più alta, antrare in una stanzina buia, posare un fagotto contenente del cibo e uscire, senza fermarsi e rivolgere la parola a nessuno. Nella stanzina però, troverà una sorpresa, una persona per la precisione. 
Cosa ci fa una persona rinchiusa nella torre più alta, con degli abiti laceri, l'aria triste e lo sguardo spento? 
La curiosità di Lena ben presto ha il sopravvento e non ci mette molto a far parlare questa sconosciuta, che ha disperatamente bisogno di un'amica. Si chiama Larissa e ha sempre vissuto nel castello fino alla morte del Conte. Cosa è successo dopo?
Le ore passano e il racconto di Larissa continua fino all'alba, quando una sconvolta Lena esce dalla porta con una certezza: deve aiutare questa ragazza a tutti i costi!
Da bambina aveva fantasticato spesso di accedere al castello, di viverci addirittura e di ammirare da vicino i bellissimi abiti della contessa. Aveva trascorso interi pomeriggi nel bosco sottostante, seduta su un grosso masso o appoggiata ad un tronco, con il naso all'insù, fissando le alte mura di pietra e immaginando il tipo di vita e i segreti che racchiudevano.
La valutazione di questo libro, secondo me, è positiva. Ci sono molte cose che vanno, ma anche alcune cose che invece potrebbero essere migliorate
Parto dalle prime, che sono maggiori e più importanti. Il racconto è molto avvincente, questo è uno di quei libri che ha l'effetto "risucchio", ovvero che ti tiene incollata per ore alle pagine, senza riuscire a staccarti. Mentre lo leggevo, la curiosità era talmente tanta che aspettavo con ansia i viaggi in treno per poterlo continuare. Questo è molto importante per un buon romanzo, perchè indica tre cose: la storia è sviluppata, i personaggi sono ben caratterizzati e il libro è scritto bene. Tre caratteristiche essenziali.
Devo dire che, non essendo abituata a questo genere, mi ha tenuta parecchio sulle spine e anche il fatto di non riuscire sempre a prevedere cosa sarebbe accaduto, pagina per pagina, mi ha molto colpita e stimolata. Insomma, mi ha tenuta concentrata su di lui tutto il tempo, tanto che non sono riuscita a leggere altro contemporaneamente, cosa che invece per me è abituale.
Un'altra cosa che mi è piaciuta molto è l'umanità dei personaggi, ed in particolare di Lena. Non è la classica eroina intrepida, che a me piace tanto onestamente, ma sa farsi amare con le sue paure ed insicurezze. Inoltre ho apprezzato la sincerità del suo personaggio, che non sono prova paura, ma ha anche un pizzico di sano egoismo (che abbiamo tutti). Insomma, è umana a 360° e questa è la sua forza ed è il motivo per cui arriva così tanto il suo racconto.
Dopo tanto tempo questa sarà la prima notte serena che tracorrerò, la prima con il cuore pieno di speranza, ed è tutto merito tuo Lena. Senza di te, senza il tuo coraggio, non avrei qui con me qualcosa di tanto prezioso da decidere ancora una volta il mio destino.
Arriviamo alla cosa che invece non va e che andrebbe migliorata: la velocità della narrazione a mio avviso è un po' eccessiva. Mi spiego meglio, io non sono un'amante dei racconti brevi o lunghi che siano, proprio perchè non amo il ritmo eccessivo. Mi piacciono i romanzi in cui posso immergermi con calma e gustare ogni istante, mentre questo altro tipo di narrazione, proprio per definizione, è un po' come un shot (perdonate la metafora becera), lo gusti poco e finisce subito. Questo non toglie che non sia bello o che non abbia della qualità, il mio è un parere soggettivo e si basa su quello che a me piace e quello che a me non piace. 
Risultati immagini per 1800 GIFL'unica cosa è che 170 pagine iniziano ad essere tantine, per cui questo è un romanzo più che un racconto, per cui il ritmo eccesivo è apprezzabile fino ad un certo punto. Devo dire che rende la narrazione molto fluente, ma allo stesso tempo è limitante per chi scrive e per chi legge. Insomma, mi sarebbe piaciuto che non tanto la storia, ma il modo di narrarla fosse più ampio e sviluppato.
Nella mia testo ho fatto un distinzione tra la trama che è ben sviluppata, come già detto, e la tecnica narrativa che secondo me potrebbe essere mmigliorata un po'.
Onestamente questo è stato un problema,ma fino ad un certo punto. Considerando che a me i racconti non piacciono proprio per questo motivo e che invece questo libro mi è piaciuto e mi ha coinvolta, penso che la cosa sia ampiamente compensata da tutto il resto. Però è un peccato avere un materiale di base così buono e non sfruttarlo al massimo, ecco perchè ho espresso questa critica. Spero sia stata utile.
Ci sentiamo presto, con un'altra recensione!





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