martedì 6 dicembre 2016

Segnalazione: La leggenda del burqa - Thomas Pistoia

In un paese mediorientale devastato da una guerra senza fine, di cui son vittime principalmente donne e bambini, due eroine decidono di dedicare la propria vita alla lotta per la democrazia; in difesa del popolo, contro i talebani, ma anche contro gli occupanti stranieri. Le affianca un misterioso giustiziere che cela la propria identità sotto un burqa. Così, lo strumento principe dell'oppressione femminile diventa paradossalmente simbolo di libertà.

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Titolo: La leggenda del burqa
Autore: Thomas Pistoia
Casa editrice: Ofelia Editrice
Genere: Narrativa Contemporanea
Pagine: 248
Prezzo cartaceo: 13 euro
Data d'uscita: 31 Luglio 2016







The most courageous act is still to think for yourself. 
Aloud.


In un paese dove libertà e democrazia sono solo parole per giustificare l'occupazione militare delle grandi potenze politiche occidentali, dove la voglia di riscatto è un anelito sopito, umiliato da un regime violento, dove le donne non sono altro che schiave da acquistare e sottomettere, un padre decide per sua figlia un destino diverso.
Farruk Genoom, reso invalido nel corpo e nel cuore dalla guerra e dalla perdita della moglie, è un anziano mujaheddin, segreto oppositore del regime fantoccio, membro importante di una rete partigiana - il Commitee, che opera per la liberazione del paese. Dovrebbe crescere la figlia Malalai per farla diventare una merce, poco più di un animale domestico, e invece le insegna che la giustizia è un principio crudele, ne fa una guerriera indomita, che preferisce soffocare la sua dolcezza di donna per divenire un' efferata assassina.
Malalai vendica le altre donne: comprate, picchiate, violentate, assassinate. Uccide i loro carnefici senza pietà e lo fa indossando il simbolo stesso della coercizione e dell'annichilimento femminile: il burqa.
Ben presto Il Burqa, il demone vestito da donna, il misterioso e inafferrabile giustiziere diventa il simbolo di un'opposizione possibile, protettore degli ultimi, vendicatore degli oppressi. La sua missione infastidisce il governo, corrotto e colluso con gli occupatori, perché contribuisce al risveglio del popolo, dona speranza agli animi sottomessi, fa germogliare un anelito di libertà. Per questo deve morire, come Joya, attivista politica, unica donna ammessa a parlare alla Jirga, il parlamento, autrice di un j'accuse pubblico ai signori della guerra locali e a agli invasori stranieri che le costa una condanna a morte senza appello.
Eroina mite, ma inarrestabile e coraggiosa, protetta da pochi valorosi volontari, fra i quali il cugino Ahmed, Joya tiene accesa l'attenzione del mondo sulle nefandezze perpetrate dal governo e dagli “alleati” occidentali con discorsi appassionati e coltiva l'unico seme di speranza del suo paese distrutto, i bambini, dirigendo una scuola. La sua strada si incrocia più volte con quella del Burqa.
Con un'operazione militare imponente, usando proprio lei come esca, i militari stranieri riescono a intrappolare e catturare il misterioso giustiziere. Nessuno si aspetta che sotto il cappuccio del loro temibile avversario ci sia il volto bellissimo di una giovane ragazza. Malalai paga un prezzo altissimo durante la sua prigionia e viene spezzata sia come simbolo di libertà e giustizia, sia come donna.
Farruk assiste impotente alla cattura della figlia. Con l'aiuto del Commitee e del giovane Ahmed riesce a scoprire dove Malalai è detenuta e ad organizzare un piano per la sua liberazione. Affronta l'aguzzino della figlia e lo uccide, ma nello scontro viene anch'egli ferito a morte. E' Ahmed a condurre la giovane in salvo.
Malalai, martoriata nel corpo e nell'anima, ora è sola. Nessuno conosce il suo segreto, l'identità del Burqa è ancora avvolta nel mistero e lei deve scegliere quale sarà il suo futuro. Joya le offre l'opportunità di insegnare francese ai bambini della scuola e l'affetto di queste piccole vite, già provate dalla guerra, si rivela un balsamo benefico sulle ferite antiche e recenti della giovane, che intraprende una nuova missione: educare, aprire le menti dei fanciulli che occupano i banchi della sua classe, insegnare loro a sopravvivere... anche a riconoscere le mine antiuomo.

Ma un giorno, sotto forma di un commando di terroristi in fuga dalle truppe nemiche, la guerra irrompe di nuovo nella vita della ragazza: i talibans prendono in ostaggio tutti i bambini e le maestre presenti nella scuola.
Fuori, i militari stranieri predispongono senza scrupolo l'assedio, in attesa di un ordine di attacco.
Vogliono uccidere gli avversari anche a costo di sacrificare i piccoli ostaggi.
Dentro, i terroristi sono pronti alla morte, hanno armi ed esplosivo, e anche per loro i bambini non sono nient'altro che vittime sacrificali. Ma Malalai non è soltanto una maestra, in lei torna a farsi sentire prepotente la voce del Burqa: promette ai bambini che li salverà.
Joya apprende che i fanciulli sono in pericolo mentre è lontana, impegnata in uno dei suoi comizi.
Si precipita sul posto e arringa la popolazione locale, come un comandante con le sue truppe, incita il popolo affinché intervenga per salvare i prigionieri. Una folla misera e scomposta si riversa nelle strade e fa da scudo alla scuola, impedendo ai soldati stranieri di intervenire. Intanto Malalai affronta i talibans e riesce ad aprire un varco attraverso cui gli ostaggi possono a fuggire. La giovane riesce a uscire dalla scuola giusto un attimo prima che tutto salti in aria.
Ora che l'hanno vista in azione Amhed e Joya vengono a conoscenza della vera identità del Burqa.
Ritroviamo Malalai in aereo, ancora provata dalle ferite della battaglia, in viaggio verso una pace sperata, col cuore in bilico per l'ennesima prova che la vita le impone: custodire in grembo il figlio della guerra. E darlo, forse, alla luce.
Tra un capitolo e l'altro della storia principale si alternano episodi romanzati riferiti ad avvenimenti reali della cronaca di guerra più attuale.
Il personaggio di Joya si ispira a quello dell'attivista afghana per i diritti delle donne Malalai Joya. I discorsi pubblici riportati nella storia sono gli stessi pronunciati da lei nella realtà in diverse occasioni.



I am no bird; and no net ensnares me: I am a free human being with an independent will.

Thomas Pistoia è nato a Torino nel 1971. Vive tra il Salento e la Toscana.
Scrittore, poeta, autore di canzoni e sceneggiatore, nel 2000 ha fondato il blog letterario viaoberdan.it.
Ha pubblicato sul web racconti e poesie, che sono stati poi inseriti in diverse opere teatrali e musicali.
Nel 2013 ha pubblicato l’ebook Abitavo in via Oberdan, una selezione dei suoi scritti più conosciuti.
Dal 2015 porta in scena recital basati sui suoi versi e le sue canzoni.
Nel 2016 ha sceneggiato, per la Sergio Bonelli Editore, il numero 297 del fumetto di fantascienza Nathan Never.
La leggenda del Burqa è il suo primo romanzo.


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