lunedì 7 novembre 2016

Recensione: Notte di luna - Patrizia Matteucci


"Ti fanno arrabbiare, ti fanno piangere, ti fanno sorridere. Sanno tirare fuori il meglio e anche il peggio di te, capaci poi di disperdere la tua ira nel vento con un semplice abbraccio. Vivi per loro e moriresti per loro. Tutto comincia con una lunga attesa, fatta di mesi interminabili, in cui vivi solo per quel giorno, un giorno fatto di attimi infiniti in cui il dolore ti può persino portare a pentirti di averlo fatto. Poi i suoi occhi incontrano i tuoi e niente è più come prima.
Ai nostri figli, segno meraviglioso e indelebile, del nostro passaggio in questa vita."








Titolo: Notte di Luna
Autrice: Patrizia Matteucci
Casa editrice: Augh - collana Frecce 
Data d'uscita: Aprile 2016
Pagine: 304 
Prezzo cartaceo: 16.00 euro







La tranquilla città di Assisi viene sconvolta da una serie di omicidi efferati compiuti nelle notti di luna piena e si ipotizza l’esistenza di un licantropo.
Il romanzo Notte di luna di Patrizia Matteucci è un thriller con sfumature horror; una trama intrigante con numerosi colpi di scena conduce il lettore in un vortice di leggendarie ipotesi e incubi notturni nel tentativo di dare un volto alla bestia che semina il terrore nella città di San Francesco.
E il personaggio principale porta proprio il nome del santo umbro: Francesco è un adolescente che si è appena trasferito a casa della nonna e della cugina Chiara dopo l’incidente in cui ha perso la madre. Il ragazzo scopre il dono di saper parlare con i lupi ma verrà coinvolto suo malgrado nella terribile vicenda del mostro senza identità e imparerà una grande lezione: Niente è come sembra.


Ecco perché era da solo, ad affrontare un mostro troppo forte per lui. Era solo per affrontare se stesso.


Da dove iniziare? Beh direi dalla frase che ho messo in incipit, che è la dedica che l’autrice ha fatto inserire all’inizio del libro. Mi ha commossa, mi ha fatta pensare ad una cosa che spesso sottovalutiamo nella vita di tutti i giorni: l’amore dei genitori. Quelle stesse persone che ci proteggono, ci amano e poi ci vedono andare lontani, persi nella nostra vita, e anche allora si accontentano di guardarci da lontano.
Non c’entra nulla con la recensione, con il blog e con quello che voglio dire, ma non potevo non riportarla e non farvela presente, nella speranza che anche voi, cari lettori, vi soffermiate un attimo a pensare.
Mi scuso in anticipo con tutti voi se oggi non sarò oggettiva, né tantomeno imparziale. Lo dico fin da subito, ho amato ogni singola pagina di questo libro.
Ho amato la storia, i personaggi, lo stile, gli espedienti narrativi… insomma tutto. Era da tempo immemore che non mi capitava tra le mani un libro bello come questo.

Lei era tutto ciò che gli era rimasto e, nonostante la vita gli si fosse rivoltata contro più di una volta, lui non aveva mai perso il sorriso, continuando imperterrito ad andare avanti, affrontando uno a uno tutti gli ostacoli che la vita gli metteva davanti.


Andiamo con ordine, il libro appartiene al genere del soprannaturale/horror, che non è proprio il mio genere di romanzo preferito. Mi sono approcciata dubbiosa e sono rimasta molto sorpresa: in primo luogo la storia non è prettamente la serie di sbudellamenti e mostri che ci si aspetteremmo, ma anzi tocca alcuni temi molto importanti nella vita dei giovani a cui è rivolto.
La storia parla di Francesco, un adolescente che a seguito dell’incidente di cui la madre è rimasta vittima, viene affidato alla nonna materna, data l’impossibilità della sorella Paola di mantenerlo e contemporaneamente continuare il suo percorso di studi all’Università.
Francesco è distrutto dalla perdita di sua madre e in più non è affatto felice della sua nuova vita. Innanzitutto perché Assisi è una città molto più piccola e meno metropolizzata rispetto alla Milano, in cui viveva fino a qualche giorno prima, e in secondo luogo perché quando arriva nella sua nuova casa nessuno sembra sopportarlo. Viene ignorato dalla cugina Chiara, di quattro anni più grande, e subisce del bullismo dal suo ragazzo, Nicola. 


Un giorno Nicola arriva addirittura a scaraventarlo di sotto all’autobus che usa per andare a scuola e, costretto a proseguire a piedi, Francesco si inoltra nel bosco che costeggia la statale dopo aver sentito dei lamenti provenire dal folto. In una radura parzialmente soleggiata, avviene un incontro singolare tra il ragazzo e una lupa, rimasta intrappolata in una trappola di cacciatori. Il ragazzo infatti non si lascia intimidire dai ringhi dell’animale e lo libera, per poi nutrirlo con il suo pranzo. Da quel giorno nasce un’amicizia fantastica tra i due, che si divertono a gironzolare nel bosco di notte. La notte è l’unico momento in cui Francesco si senta veramente bene, mentre la sua situazione a scuola si complica sempre di più a causa bulli non lo lasciano stare.

Rimase seduto a terra ansimando forte, senza neanche provare a fermare le lacrime che gli bagnavano il viso. Scagliò con forza lo zaino a terra sfogando su di lui tutta la sua rabbia, prendendolo a calci fino a farsi male, gridando e inveendo contro tutto e tutti, soprattutto contro l’incidente che aveva causato la morte di sua madre e l’inizio di tutto questo. Alla fine, stanco e stremato si mise seduto a terra, senza riuscire a smettere di piangere e disprezzandosi per questo.

Ma un altro temporale si affaccia all’orizzonte. In contemporanea alla nascita della loro amicizia, nel bosco iniziano a verificarsi strane uccisioni. Prima il professore di storia del liceo, poi un barbone, poi altri corpi, tutti trovati nelle medesime condizioni, come se fossero stati sbranati da un animale per cibarsi. Un animale molto più grande della media e molto più forte di un orso, un mostro.
Qui entrano in gioco l’ispettore capo Daniele Sarti e il suo vice Mazzi. La veterinaria Barbara e il guardiacaccia Roberto, la professoressa Elisa, l’amica Amanda… e mille altri personaggi bellissimi che ho amato e che mi hanno fatta piangere (SPOILER: ebbene sì, succede una cosa bruttissima ad uno di loro), ma che soprattutto sono UMANI. E’ questo il punto forte del libro, l’estrema umanità con cui l’autrice tratta tutti i temi che affronta, dal bullismo, alla violenza, alla corruzione, alle storie d’amore (che sì, so che ve lo starete chiedendo, non mancano), ma anche la fine di un amore, la difficoltà del distacco, il suicidio e mille altre cose, che rendono questo libro un microuniverso talmente reale da sembrare tangibile.


Quello che mi ha fatta letteralmente impazzire di gioia è vedere come tutte le storie che vengono raccontate all’inizio e che sembrano così diverse tra loro, alla fine si incastrino alla perfezione in un'unica grande vicenda che rapisce il lettore. Senza parlare della capacità dell’autrice di tessere una trama e un mistero talmente complesso che nello stesso istante in cui ti sembra che tutti i pezzi coincidano, in realtà ti accorgi di aver trascurato i particolari più importanti.
Un libro dai mille colpi di scena mai scontati, scritto con una prosa fluida e mai noiosa e con un lessico (finalmente!) evocativo.
Impossibile non farsi coinvolgere, impossibile non rimanerne affascinati. La profondità dell’animo umano viene sondata in tutte le sue sfaccettature, nel bene e nel male vengono messi a nudo i più torbidi e nascosti segreti dei personaggi, da un narratore onnisciente, ma non fastidioso.

«Mi chiamo Lucia».
Lui, dopo un attimo di sorpresa, l’afferrò stringendola delicatamente. «Giuseppe».
«Allora Giuseppe, c’è qualcosa in particolare che mi vuoi chiedere?».
«Sì, sei libera stasera?».


Ho trovato estremamente costruttiva la critica dell'autrice verso la società contemporanea. Troppo spesso persi dietro le apparenze, il nuovo cellulare, il nuovo modello di computer, di macchina o di Ipad, quella maglietta piuttosto che l'altra... In un mondo così veloce e dinamico è davvero difficile riuscire a distinguere tra le cose veramente importanti e quelle che sono futili. Apprezzare la vita, quella vera, la nostra quotidianità, gli affetti e le cose più semplici. A volte sembrano banali e scontate, ma avete mai provato a pensarci mettendovi nei panni di un ragazzo che queste cose non le ha più? Io no e ammetto che mi ha fatta riflettere parecchio.

Cari genitori, ecco che cosa fanno i vostri figli nel loro tempo libero: torturano in gruppo un ragazzino di quattro anni più piccolo di loro. Questo è il futuro che preparate per loro. Vi preoccupate di vestirli alla moda e di comprargli l’iPad o l’ultima diavoleria elettronica in commercio, credendo in questo modo di colmare il vuoto che avete lasciato negli anni. Ecco chi avete cresciuto. Ragazzini viziati che credono di possedere il mondo, convinti che tutto sia loro permesso, che tutto sia loro concesso, senza mai doverne pagare le conseguenze.

Sinceramente nella mia, pur breve, carriera da blogger ho dato voti alti a libri molto meno belli di questo. Attribuirli 5 unicorni vomitanti (ihihhiih) mi sembra quasi un affronto, ma è giusto che questo romanzo abbia il massimo della votazione.
Ottimo lavoro Patrizia Matteucci, spero di leggere presto altri tuoi romanzi!





VOTO:
Il cuore di Francesco ebbe un sussulto di gioia, mentre un sorriso gli riempiva il viso. Infilò le dita tra il pelo morbido, stringendola a sé, mentre con l’altra mano continuava ad accarezzare il padre.
Don Marco aveva ragione. Niente succede per caso.


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