martedì 4 febbraio 2020

Blogtour: Heart Trouble - DJ Jamison | Estratti








Titolo: Heart Trouble
Autore: D. J. Jamison
Genere: Contemporary romance M/M
Editore: Triskell Edizioni
Serie: Hearts and Health #1
Pagine: 195
Prezzo: 2.99 (e-book)
Data di pubblicazione: 3 Febbraio 2020


Appena Gage Evans dà un’occhiata al suo sexy infermiere, ne rimane subito colpito. Peccato che gli abbia dato l’impressione di essere una specie di scavezzacollo. Nulla di più falso. Gage insegna giornalismo al college e sta scrivendo una serie di articoli per una divertente rubrica che elenca una lista di cose da fare prima di morire. Ecco perché si lancia sempre in nuove esperienze. Ma tutto questo non serve a convincere Ben che non è un drogato di adrenalina.
Dopo che la recente fine della sua ultima storia lo ha lasciato con il cuore spezzato, l’infermiere Ben Griggs è diffidente quando un paziente si interessa a lui, soprattutto perché l’uomo è finito al pronto soccorso per un incidente in moto. L’ex di Ben era un motociclista, uno scopamico che si è sbarazzato di lui per qualcuno di più interessante. Ben non è il tipo che riesce a mantenere vivo l’interesse di un drogato di adrenalina come Gage Evans. L’ultima cosa che vuole è farsi spezzare di nuovo il cuore dall’uomo sbagliato.
Più Ben conosce Gage, più è difficile resistergli. Può solo tenersi forte e godersi la corsa rimanendo in guardia il più possibile, ma la mancanza di fiducia di Ben è un grosso ostacolo per la nascita del loro rapporto e Gage sente che riuscirà a pazientare solo fino a un certo punto.
Può Ben fidarsi di Gage abbastanza da affidargli il suo cuore o sono destinati ad avere solo un’avventura che non andrà da nessuna parte?


Copia omaggio fornita gentilmente da Triskell Edizioni

ESTRATTi
«Scusa il ritardo», le rispose mentre afferrava le cartelle che Alex aveva pronte per lui. «Accorcio la pausa.» «Nessun problema, caro.» Ben tirò verso di sé le cartelline, ma esitò sentendo Alex trattenerle e aggrottò la fronte. La donna si sporse oltre il bancone con fare cospiratorio. Ben si guardò attorno e notò Dawn che li osservava divertita. Chinandosi, sussurrò teatralmente: «Cosa c’è? Ho di nuovo gli spinaci fra i denti?» Alex sogghignò. «No, ma credo tu debba sapere che abbiamo il tuo ragazzo in Sala 3. Te l’ho tenuto da parte, ma tu sei in ritardo ed è dolorante, quindi…» Il resto si perse sotto il gemito di frustrazione di Ben. «Ancora? Quando dimenticherai quella storia?» Lei ridacchiò. «Mai.» Ben strattonò le cartelle e Alex lasciò la presa. Fece un passo verso la Sala 3, ma si voltò subito indietro. «Non è… lui, vero?» Non serviva specificarne il nome, Alex di certo sapeva bene a chi si riferiva. Il suo sguardo si addolcì di comprensione. «No, caro, solo un altro…» «Motociclista spericolato,» la interruppe lui. «Okay, ci penso io.»

«Dovresti uscire di più. Andare per locali e darci dentro.» Gage buttò uno sguardo oltre la spalla per accertarsi che non ci fossero studenti a portata d’orecchio. Ci mancava solo quello. Quei ragazzi erano come squali assetati di sangue se scoprivano una tua debolezza. Lo avrebbero preso in giro tutta l’ora anziché ascoltare la lezione. Erano ad alcuni tavoli di distanza dal più vicino gruppo di studenti e dubitava che qualcuno di loro fosse del suo corso, ma preferì comunque abbassare la voce. «Primo, non ci sono bar gay ad Ashe e io non ho né tempo né voglia di andare regolarmente fino a Wichita. La maggior parte della gente comunque vuole solo rimorchiare. Già passato, già presa la spilletta.» Chloe sorrise. «Quella vorrei proprio vederla.» Lui ignorò la battuta. «Il punto è che ho chiuso con queste cose. Non mi innamorerò mai con un pompino in un bagno.» «Lo fate davvero?» lo interruppe. «Non è un’esagerazione da film o romanzo?» Gage scrollò le spalle. «Dipende dal tipo di bar.» «Tu lo hai fatto?» «Non è questo il punto, Chloe. Non mi interessano sveltine scomode.» «Beh, non troverai mai l’uomo della tua vita se l’unico posto in cui trovi gay carini è il pronto soccorso. È davvero pericoloso per la tua salute.» Gage le lanciò un tovagliolo appallottolato che lei schivò, ridacchiando. «La cosa ti sta divertendo troppo. Quell’infermiere ha distrutto il mio ego.» Chloe sbuffò. «Impossibile.» «Sì, lo so. Comunque, qual è il suo problema? Come ha potuto dire di no a tutto questo?» chiese indicando il proprio corpo. La donna alzò gli occhi al cielo. «Non riesco a immaginarlo.» Gage stava scherzando, ma sapeva di avere un bel corpo, soprattutto rispetto ad altri insegnanti. Aveva ricevuto parecchi sguardi d’apprezzamento nel campus, ma stava ben attento a non ricambiare. Non che avere relazioni con gli studenti fosse contro le regole, se non frequentavano i suoi corsi, ma non gli interessava uscire con qualcuno così giovane e poco stabile. Gage aveva smesso con le storie da una botta e via per un motivo: era pronto a sistemarsi. La cosa difficile era trovare un uomo che desiderasse la stessa cosa. Non aveva ancora un piano per quello e stava semplicemente aspettando che l’amore trovasse lui, come in quei romanzetti rosa che leggeva Chloe.
«Sei mai stato su uno skate prima?» gli chiese Gage esitante. «Ho smesso a tredici anni. Tu?» «Ehm…beh, ho fatto una lezione, più o meno, al negozio.» «Immaginavo.» Ben si chinò per sistemarsi le ginocchiere e Gage si trattenne dal guardargli il sedere. Sapeva già che era perfetto. «Augurami buona fortuna,» disse Ben con un sorriso sincero. Salì sullo skate, batté il piede a terra e scese nell’half-pipe con un grido. «Ben!» urlò Gage, inorridito. Era certo che lo avrebbe visto cadere rovinosamente, ma con sua sorpresa Ben prese velocità e atterrò dal lato opposto. «Come andare in bicicletta!» gridò Ben per farsi sentire. Per qualche motivo Gage ne dubitava. «Ti sfido a farlo due volte,» lo incalzò, felice di vedere quel suo sorriso. Non riusciva a capire perché Ben fosse così avverso agli spericolati visto che sembrava godersi molto quel momento di adrenalina. Ma ci avrebbe lavorato più tardi. In quel momento voleva solo guardarlo ridere mentre si destreggiava sullo skate. Andava tutto bene. Finché non andò male. Ben tornò sull’half-pipe, provò anche un trick –una specie di presa –mentre scendeva verso l’altro lato. E sbagliò. Gage guardò, impotente, mentre Ben cadeva contro l’asfalto, scivolava per qualche metro e si fermava in fondo alla pista. «Merda!» imprecò quando un altro skater passò vicinissimo alla testa di Ben, evitandolo per un pelo. Gage scese più veloce che poté e gli si inginocchiò accanto mentre lui si metteva a sedere lentamente con un grugnito. «Cristo, stai bene?» gli chiese mentre lo aiutava a slacciare e sfilare il casco. «Fa più male di quanto ricordassi.» Gage prese fra le mani il volto di Ben e lo guardò negli occhi, cercando di capire se fosse ferito. Il che sarebbe stato molto più sensato se quello ferito fosse stato lui. Almeno Ben aveva le conoscenze da infermiere dalla sua. «Mi dispiace,» disse ritraendo le mani. «Fa tanto male?» Ben scoppiò in una risata, cogliendolo di sorpresa. «Non riesco a credere di averlo fatto.» «Siamo in due.» «È stato divertentissimo,» disse con entusiasmo, come se davvero non si fosse mai divertito tanto e fosse affascinato dalla sua scoperta. Afferrò Gage e gli stampò un rapido bacio sulla bocca. Fu troppo veloce perché Gage potesse reagire, men che meno ricambiare, il che probabilmente fu un bene visto che erano in pubblico. «Andiamo,» disse Gage prima di prendergli la mano per aiutarlo ad alzarsi. «Spostiamoci prima che un altro skater ci stenda.» Ben si appoggiò a lui e procedette lentamente. Gage temette che si fosse fatto più male di quanto sembrasse. «Sei sicuro di stare bene?» «Solo un po’ammaccato,» rispose Ben. Alzò le braccia mentre liberavano la rampa e si spostavano sull’erba, dov’era più sicuro. «Visto? Ho perfino tutta la pelle al suo posto. Non si può dire lo stesso di te.» Gage non poteva negarlo. Era davvero sollevato che Ben non si fosse fatto male seriamente. «Per favore, non farlo più.» «Non lo farò se non lo farai neanche tu,» ribatté Ben. «Cosa vuoi dire?» «Niente più esperienze pericolose per i tuoi articoli,» spiegò. «Rendi interessante il lavoro a maglia.» Gage rise. «Va bene, ma a una condizione.» Ben inarcò il sopracciglio, l’espressione autoritaria. Era sexy da morire. «Fai tutte le altre attività con me e le consideriamo appuntamenti.» Ben sembrò incerto, sul suo viso di nuovo il dubbio. Lui voleva il Ben felice, quello che baciava d’impulso solo perché voleva, non quello preoccupato che era sicuro che Gage non facesse sul serio. «Non saprei. E quando saranno finite?» chiese Ben. «Allora decideremo se è possibile che funzioni o no. Io credo di sì.» E forse quel giorno ti fiderai di me, pensò Gage. Ma fu abbastanza sveglio da non dirlo. «Se significa tenerti fuori dal pronto soccorso, posso fare questo sacrificio,» rispose finalmente Ben. Si girò dall’altra parte, ma Gage aveva visto le sue labbra incurvarsi. «Stai sorridendo! Ti ho visto, Ben. Io ti piaccio.» Ben gli passò il casco. «Non tirare troppo la corda.»
E questi erano i nostri estratti preferiti del romanzo, cari Lettori Accaniti.
Vi abbiamo incuriosito almeno un po'?
Non perdetevi le altre tappe del blogtour! 
Alla prossima, XOXO

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