martedì 25 ottobre 2016

Recensione: Half Lost - Sally Green






Titolo: Half Lost
Autore: Sally Green
Genere: Fantasy
Editore: Rizzoli
Pagine: 347
Prezzo: € 8,99 (ebook)
               € 16,50 (cartaceo)
Data di pubblicazione: 13 Ottobre 2016






Nathan è ancora una volta in lotta contro il tempo. Soul, il tirannico Incanto Bianco che con un colpo di mano ha assunto il pieno controllo del Consiglio, ha preso di mira l’Alleanza degli Incanti Liberi, ormai ridotta a pochi elementi, in perenne fuga e pericolo di vita. L’unico modo per uscire dall’impasse è sorprendere il nemico, e attaccarlo dove meno se lo aspetta: nel suo cuore strategico, quel palazzo del Giudizio a cui Nathan è legato da tristi ricordi. Per entrarci però non bastano i nuovi Doni che Nathan sta faticosamente tentando di padroneggiare: occorre qualcosa di più, un leggendario amuleto con il potere di rendere invincibile chi lo indossa. Il prezioso artefatto è però nelle mani di Ledger, un Incanto Nero che gioca da battitore libero. Nathan parte per gli Stati Uniti portando con sé le speranze dei ribelli, ma anche le sue ferite.

Annalise.

Il suo nome mi fa venire voglia di vomitare, tutto di lei mi fa venire voglia di vomitare: i suoi capelli biondi, gli occhi azzurri, la pelle dorata. Tutto di lei è disgustoso, falso. Diceva di amarmi. Anch’io avevo detto di amarla, ma io ero sincero. L’amavo davvero. Che stupido idiota! Innamorarsi di una O’Brien. Diceva che ero il suo eroe, il suo principe, e da stupido fesso ho voluto crederle. Le ho creduto davvero.


E ora voglio solo ucciderla.


A volte penso a quanto sia ingiusto il mondo dell’editoria o quello degli autori, più in generale. Mi è capitato spesso di leggere libri acclamati da tantissimi lettori e rimanerne profondamente delusa e poi leggere libri di cui nessuno parla e pensare di aver trovato il nuovo genio della letteratura contemporanea. Non so se vi sia mai successo, a me sì. Tante volte. E tante altre volte mi sono chiesta perché, tra i lettori di oggi, i libri erotici sono quelli che più vengono amati.
Esistono tanti di quei libri che sembrano scritti col copia e incolla, storie uguali che vengono amate lo stesso.

Riassumendo: attaccare è una follia, sorvegliare è rischioso, andarmene è l’opzione più ragionevole.
Questo è quanto, allora. Decisione presa. Attacco.

E poi mi ritrovo la serie di Sally Green e grido al miracolo solo se qualcuno sa di cosa parlo, anche se non l’ha letta.
Perché se c’è una cosa di cui sono sicura con tutta me stessa è che la Half Bad Trilogy non merita di finire nell’oblio e, anzi, meriterebbe di essere letta da un’infinità di lettori.
Half Bad non è una serie convenzionale, non tratta di temi già visti e tutto urla “originale”. E lo è davvero, questa serie.
Essere arrivata all’ultimo libro è stato per me fantastico, ma allo stesso tempo distruttivo. Mi spiego. Non vedevo l’ora di vedere come sarebbe finita questa serie e poi, quando è successo, avevo voglia di portare indietro il tempo e non esserci arrivata mai, ma a questo arriveremo dopo.
Il romanzo è ambientato un paio di mesi dopo la fine di Half Wild. L’Alleanza è praticamente dimezzata, i superstiti si sono divisi in sette Campi e Nathan vive nei boschi con Gabriel. Ha imparato a controllare alcuni dei Doni che ha acquisito dopo aver mangiato il cuore di Marcus, suo padre, si allena quotidianamente e cova dentro di sé una grande rabbia e un odio nei confronti di Annalise che lo porta ad agognare ardentemente la vendetta per la morte di suo padre.
«Gabriel?»
«Sì, sono qui.» Sento la sua mano muoversi; le nostre dita sono intrecciate.
«Non lasciarmi.»
Mi abbraccia, appoggiando con delicatezza la mano a lato del mio petto. Riesco a sentire il suo respiro sul collo ed è bello. Proprio come lo è lui.
«Voglio dire, non lasciarmi mai.»
«Lo so, Nathan. Non lo farò.»

Nathan ancora non si capacita di quello che è stato costretto a fare e smette di comunicare col mondo. Si limita a delle risposte secche, è sempre arrabbiato e neanche Gabriel è in grado di raggiungerlo nel luogo di odio che si è costruito attorno.
Possiamo solo stare a guardare mentre, piano piano, Nathan si autodistrugge. Ma, dopo aver fatto arrabbiare seriamente Gabriel e dopo aver capito di averlo perso, Nathan si rende conto che non può più continuare così e non può rischiare di perdere anche l’ultima persona importante della sua vita. Cambia, cerca di essere meno rancoroso e si mostra più maturo.
«Sì, è la guerra e mi ha stancato. E… mi sto stancando di te, Nathan. Non avrei mai pensato che l’avrei detto, ma è così. Sono stanco della tua vendetta, della tua rabbia, del tuo odio. La guerra ti sta uccidendo. Non il tuo corpo ma la tua mente, la tua anima: sei cambiato. Sento che ti sto perdendo. O che tu stai perdendo te stesso. Non hai bisogno di Ledger o dell’amuleto, non hai bisogno di uccidere Annalise. L’unica cosa di cui hai bisogno è andartene via da tutto questo. Di tornare a immergerti nella natura come abbiamo fatto in questi giorni, prima che la guerra ti trasformi in qualcos’altro… Qualcosa di cattivo.»
«Pensavo che tu non credessi a tutta la faccenda del Bene contro il Male. Pensavo avessi detto che non c’è un lato buono e uno cattivo.»

Messa momentaneamente da parte la sua sete di vendetta verso Annalise, progetta insieme a Gabriel, Celia e Greatorex un attacco al Consiglio con un unico obiettivo: uccidere Soul, Jessica, Wallend e avere la resa di tutti i Cacciatori.
Ma per poterlo fare, a Nathan non bastano solo i Doni che ha ereditato da suo padre ma ha bisogno di essere totalmente invincibile. E per esserlo deve trovare un amuleto che rende invincibile chiunque lo possegga e che attualmente si trova tra le mani di Ledger, un Incanto Nero molto potente.
Da lui Nathan apprenderà molte cose, ma soprattutto che “l’Essenza è nella terra”,  l’essenza di tutto, l’essenza di tutti noi, l’essenza che è l’origine di tutti i Doni.
Non voglio dire altro della trama, perché ho paura di farvi inavvertitamente qualche spoiler che potrebbe rovinarvi la lettura del romanzo.
Lui dice: «Sei stato via parecchio. Ti eri perso?»
E di nuovo quel nodo allo stomaco, perché la sua voce è ancora dura.
Rispondo: «Ero ferito, non perso… Ma forse anche perso. Non so.» Mi volto verso di lui. «Ma non voglio che lo sia tu. Ferito, intendo. Da nessuno, e soprattutto non da me.» […]
Dice: «Sai che ti amo. Ancora. Per sempre.»
«Quindi… Mi perdoni?»
«Quello non l’ho detto.»
Siamo seduti a guardare il fuoco che si ravviva. Gabriel dice: «Mi ferisci in altri modi, Nathan.»

A dire il vero non so neanche da dove cominciare a parlarvene, cosa dirvi per farvi capire quello che ho provato. Sally Green è stata un genio nel farci provare tutte le emozioni che hanno attraversato Nathan dal momento in cui ha mangiato il cuore di Marcus fino a quando ha capito che vendicarlo non lo avrebbe riportato indietro.
Nathan è un personaggio che, nel corso di questi libri è cresciuto molto. E non parlo solo fisicamente, benché siano passati solo dei mesi, ma è stata soprattutto una crescita interiore. Diventa sempre più cosciente di sé e dei suoi poteri, di cosa può farci, di come usarli, se a fin di bene o no, e imparerà che lui non è solo Nero come invece tutti lo descrivono, ma è un perfetto Mezzo Codice. Dentro di lui il Bianco e il Nero convivono in maniera eguale.
Quando all’inizio ho detto che, dopo aver finito di leggere il romanzo, avrei voluto tornare indietro nel tempo è dovuto alla fine del romanzo.
Sappiamo tutti com’è stata la storia di Nathan, non c’è mai stato davvero un momento in cui sia stato al sicuro e forse veramente felice. O forse sì, c’è stato, quando era con Gabriel.
Gabriel che lo amava più di se stesso, che avrebbe ucciso per lui e l’ha fatto, che l’avrebbe seguito in capo al mondo, anche in una guerra in cui, alla fine, non credeva neanche. Lo amava in una maniera così profonda e lo perdonava anche quando lo faceva soffrire come un cane. Gabriel c’è sempre stato per Nathan. SEMPRE.
Dicevo, sappiamo tutti la storia di Nathan. E di certo non mi aspettavo un finale tutto rose e fiori e unicorni volanti. Se c’è una cosa che ho imparato leggendo la Half Bad Trilogy è che Sally Green è sempre stata coerente con se stessa e con ciò che scriveva. E questo significa che non c’è mai realmente un happy ending per Nathan. Non ci sarà mai. Sarà sempre costretto a vivere nel dolore.
Ha fatto per incamminarsi, poi si è fermato e ha aggiunto: «Ledger mi ha detto che l’Essenza è nella terra. Ha ragione, ma è anche dentro di noi e quando le mettiamo in contatto possiamo accedervi, e accedere a chiunque sia in contatto con essa.» Poi ha aggiunto qualcos’altro, molto piano. Qualcosa come: «Ferito, non perso.»

E no, questo non è uno spoiler, perché la fine di questo romanzo è la cosa più perfetta, più bella che io abbia mai potuto leggere e anche la più inaspettata. Ho letto gli ultimi quattro capitoli immersa nelle mie lacrime, soffocando singhiozzi per non farmi sentire (ed essere rinchiusa in un manicomio). Non riuscivo a credere ai miei occhi e, prima di quel momento, mi ritrovavo a sussurrare nel buio della mia camera “Sì, Sally Green, sì! Sei un genio!” e subito dopo mi ha totalmente distrutta. Perché gli ultimi capitoli di questo libro sono una cosa che non si può descrivere, non a parole, e di sicuro non con frasi di senso compiuto.
Perché se ci ripenso, come sto facendo ora, non riesco a trattenere le lacrime e mi ritrovo  a piangere ancora e ancora e ancora e ancora.
Probabilmente non supererò mai la lettura di questo libro, sarà una cosa che mi porterò dentro fino alla fine, e sicuro come la morte sarò così masochista da rileggerla e rileggerla e rileggerla. Perché non sono pronta a dire addio a Nathan e Gabriel. Non posso proprio.
Fino a ieri pensavo che 9 Novembre fosse il libro che mi ha distrutta di più, nella mia carriera da lettrice accanita. Oggi non ne sono così tanto sicura, e questo libro è riuscito a batterlo in pieno.
C’è un fiume e alberi e dolci pendii e suono di uccelli e sole sulla mia pelle. È un posto bellissimo. Un posto dove ho sempre sognato di essere. E sono con Gabriel e lui è con me.

Spero solo che questa serie possa riuscire a trovare tutto il successo che merita perché è davvero un qualcosa di indescrivibilmente meraviglioso, e proprio per questo ve la consiglio ardentemente!
Adesso torno a piangere un po’, perché sì, ancora non ho finito. Alla prossima!
La vostra,



«Sei stato via parecchio. Ti eri perso?»
«Ero ferito, non perso.»


VOTO:

2 commenti:

  1. Questa saga mi ha rubato il cuore e poi lo ha fatto a pezzetti.
    Sono distrutta, è il secondo libro per cui piango e quanto ho pianto...!
    Nonostante mi fa star male solo pensarci ( l'ho finito da poco) devo dire che è una trilogia stupenda che cattura subito ed è di sicuro la mia preferita.
    Adesso ho bisogno di tempo per riprebdermi😭

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Come ti capisco! A distanza di mesi ancora non ho superato la conclusione di questa serie e sto male :(
      Sally Green è stata un genio ed anche una sadica.. La odio :(
      Ti sono vicina!

      Elimina