martedì 6 dicembre 2016

Recensione: Ti amo ma non posso - Cecile Bertod








Titolo: Ti amo ma non posso
Autore: Cecile Bertod
Casa Editrice: Newton Compton
Genere: Contemporary Romance
Prezzo: 4,99 E Cartaceo 9,90 E
Data di pubblicazione: 10 Novembre 2016 






Sam lavora da quattro anni al «Chronicle» e da quattro anni è segretamente innamorata di Dave, il suo caporedattore. Sebbene faccia qualsiasi cosa per essere notata da lui-come sbrigare tutto il suo lavoro arretrato rinunciando alla propria vita privata-sembra non avere speranze: è timida, insicura e un po' troppo in carne, mentre Dave ama il lusso, le modelle da copertina, e ai sentimenti preferisce i flirt di una sera. Quando una sera lo vede in tv accanto a una donna bellissima, Sam si rende conto che la sua vita deve andare avanti, non può continuare a sprecarla correndo dietro a un sogno irrealizzabile. Da quel giorno non ci sarà più spazio per lui. Eppure, durante la settimana della moda che Dave è costretto a seguire, sarà proprio Sam ad accompagnarlo. E sarà in quell'occasione che il bel giornalista scoprirà una ragazza che non sospettava esistesse: Sam è molto di più della semplice correttrice di bozze del «Chronicle», infagottata nella sua felpa di pile. E anche per lei quei giorni saranno decisivi. Forse ha più d'un motivo per credere in sé stessa. E forse c'è qualcuno che, molto prima di Dave, se n'era già accorto.




Se cerchi il libro irriverente che ti emoziona. Se cerchi personaggi ironici e sopra le righe. Se cerchi il libro che affronta temi importanti pur restando easy.
Questo è il libro che fa per te. Questo è il libro che fa per me.
Mi piacciono i libri che hanno un’anima: non solo una bella storia d’amore, un lui belloccio ed una lei timida ed insicura. L’anima di un libro è dettata dalla verve e dall’ironia che traspare in ogni riga, e Cecile Bertod ha il dono innato di rendere irriverente, frizzante e scoppiettante anche l’elenco telefonico.

Io non volevo uscire. Proprio non volevo uscire. Vorrei che fosse messo a verbale. Già, perché non ha senso. Ammettiamolo. È esteticamente discutibile, culturalmente degradante e, soprattutto, assolutamente inutile. Perché? Perché non dovrebbe? Come potrebbe non esserlo? Per tutta la settimana ti trascini tra casa e lavoro in pieno assetto da guerra. Occhiali, scarpe basse e quel bel paio di occhiaie violacee che si abbinano deliziosamente al pallore innaturale da esposizione ai neon. E poi arriva il venerdì e devi dimostrare a tutti che sei una donna realizzata, al passo coi tempi. E così iniziano quei drammatici sessanta minuti in cui cerchi di compensare vent’anni di “comincio domani” infilando scarpe che non augureresti al tuo peggior nemico, vestiti che per essere indossati necessitano obbligatoriamente di due anni di specializzazione in meccanica, il tutto farcito da un make-up che metterebbe a disagio anche Marilyn Manson.

Samantha Preston è una di noi, una donna normale, insicura, timida e in lotta costante con la bilancia. Una donna insoddisfatta dal punto di vista lavorativo e, ciliegina sulla torta, innamorata del suo capo, il bastardissimo Dave Callaghan.
Dave è uno stronzo senza precedenti, bello, freddo, cinico e allergico all’amore.
All’inizio del libro ti viene voglia di prenderlo a schiaffi, addirittura sembra non rendersi conto dell’esistenza di Sam, tutto preso dalle donne e dal suo mondo dorato. Vi starete chiedendo come è possibile amare un personaggio che sembra avere solo caratteristiche terribili? Certo, chi ama cuori e fiori lo odierà dal primo istante, io che adoro i “Bad Boys” l’ho amato dalla prima pagina!
Ricapitolando abbiamo una lei, un lui cosa manca per chiudere il cerchio? Manca il terzo incomodo per completare il triangolo. L’incarnazione della perfezione: Al.
Al è dolce, inspiegabilmente troppo disponibile, fa sentire Sam amata e coccolata. Ha il merito di farle capire che dalla vita può ottenere altro, può mollare un lavoro che non la soddisfa, può essere a suo modo sensuale e femminile senza dover essere a tutti i costi una modella. Al sembra la medicina giusta per Sam. 

Quando un personaggio si presenta in questo modo allora tutti i miei meccanismi di allarme iniziano a suonare ed inizio a sentire puzza di bruciato. Quasi sempre ho ragione! Non ho amato Al, l’uomo perfetto, e non saprei argomentare il perché, sarà per la mia natura cinica e bastarda o solo perché uno con un nome così non merita la mia considerazione!
L’eterna lotta tra testa e cuore, tra istinto e razionalità occupa tutta la seconda parte del libro in un continuo susseguirsi di botta e risposta.
Cecile Bertod caratterizza benissimo anche i personaggi minori: l’amico di Dave, Brian è quello che mi ha fatto sorridere di più, rappresenta la coscienza di Dave, testimone oculare delle sue malefatte e spettatore diretto della sua evoluzione da totalmente bastardo ad abbastanza bastardo. Certo se all’improvviso mi diventava Al mi prendeva un coccolone!
Non so se è la tequila a darmi la forza di parlare. Forse è solo la stanchezza. O forse è stato Al. Mi ha ridato qualcosa che pensavo di non aver mai avuto: me stessa. Il bello è che ero proprio lì, a portata di mano. Come accidenti ho fatto a non vedermi?
Ti amo ma non posso sembra una commedia americana alla Bridget Jones con le battute scherzose e le frasi pungenti, in alcuni tratti mi ha ricordato un film abbastanza vecchiotto con Sandra Bullock, Miss Detective, quando Sam partecipa al concorso di bellezza per donne curvy è proprio Gracie Hart, la bella poliziotta che si infiltra al concorso di Miss America, stessa goffaggine e stessa allergia ai tacchi alti.
In un mondo che ci vuole sempre al top sia nel lavoro che nella vita privata, dove ognuna di noi viene giudicata in base al peso o all’aspetto fisico, Ti amo ma non posso cerca di lasciare in noi lettrici un messaggio molto bello: l’accettazione di sé.
Se non sei la prima persona che si vuole bene, se non ti accetti per quella che sei e soprattutto se decidi di cambiare, il cambiamento deve essere parte di te e non perché vuoi conquistare un uomo. Accettarsi non è mai un processo facile ed indolore, ma con il tempo arriva la consapevolezza di essere molto di più di un paio di tette e gambe. Fidatevi, parlo per esperienza personale dall'alto dei miei trentotto (oddio l’ho scritto per davvero!) anni.
Ho sempre pensato, immaginato possibilità, programmato occasioni, accumulato sogni. E nel frattempo non ho mai vissuto. E adesso che tutto cambia intorno a me, che si trasforma, non riesco a pensare più a nulla. E non m’importa più cosa sarà domani, se io sarò ancora Sam, Sam “ho passato la vita aspettando te” Preston. E se lui sarà ancora Dave, Dave “non mi sono mai accorto di te” Callaghan, perché per stanotte, almeno per stanotte siamo solo noi. E questo è tutto ciò che conta.
Credo abbiate capito che sono una divoratrice di questo genere, mi piace quando un autore punta molto sull'ironia con dialoghi incalzanti e scoppiettanti non perdendo di vista la caratterizzazione psicologica dei singoli personaggi e rendendo speciale il tutto con i giusti riferimenti musicali.
Il libro regala momenti davvero piacevoli e divertenti ed in questi giorni di freddo lo consiglio accompagnato da una buona tazza di cioccolata calda.






VOTO:



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